Ci sono dei film che sono stati per la città di Roma un vero e proprio trampolino di lancio. Questa frase può suonare strana, ma è così.
Stiamo parlando di Poveri ma belli di Dino Risi del 1956, pietra miliare della commedia all’italiana, che ha consacrato Roma come ciak cinematografico per eccellenza a livello nazionale.
Questo film, che è diventato nel tempo un cult, ha fatto sognare intere generazioni, donando una immagine di Roma eterna, come se il tempo si fosse fermato e cristallizzato per sempre nelle rappresentazioni della pellicola.
Poveri ma belli è un film famosissimo che è passato alla storia, oltre che per la trama che tra breve ricorderemo, anche per la città in cui fu ambientato: Roma.
La capitale non fu un semplice scenario, in cui gli attori si muovevano nelle diverse azioni, ma è il caso di dire che diede valore aggiunto alla pellicola, contribuendo al suo successo, tanto che è un film rimasto nella memoria di molti.
Ancora oggi Poveri ma belli viene visto, quando replicato, da molte persone desiderose di fare un salto indietro nel tempo, per riassaporare l’atmosfera che si respirava a Roma in quegli anni: una città genuina, solare e semplice.
Rispetto a come si usa fare oggi, Poveri ma belli fu realizzato in estrema economia, ottenendo comunque un grandissimo consenso di pubblico. Se da una parte, la critica accolse in modo scettico l’opera, dall’altra gli spettatori amarono sin da subito il film. Poveri ma belli segnò infatti il confine nel passaggio tra il neorealismo e la commedia all’italiana, che mirava invece allo svago, al divertimento e alla leggerezza.
Il grande successo fu merito anche del cast composto da giovani attori, che divennero dopo il film dei divi: Renato Salvatori, Maurizio Arena, Marisa Allasio, Lorella De Luca e Alessandra Panaro.
Le vicende narrate sono molto semplici e, forse proprio per questo, capaci di creare condivisione nello spettatore di un tempo: due amici d’infanzia che entrano in competizione per una donna.
I due protagonisti sono Romolo e Salvatore, due ragazzi che vivono in uno dei più antichi rioni di Roma. I due sono dei bulli un po’ spacconi che amano divertirsi, uscire e corteggiare le ragazze invece di dedicarsi al lavoro. Romolo fa il bagnino in uno stabilimento balneare sul Tevere, ha un carattere solare e scherzoso, Salvatore, invece, lavora in un negozio di dischi, e a differenza dell’amico ha un carattere più chiuso e geloso.
Vicino alla loro abitazione apre bottega un sarto che ha una bella figlia di nome Giovanna. Sarà lei l’oggetto del desiderio dei due giovani.
Giovanna non disprezza l’attenzione dei due ragazzi, facendo credere ad entrambi di essere ricambiati.
In realtà la giovane entra in crisi e non sa chi scegliere. Dopo varie vicissitudini, in cui Giovanna sembra propensa verso Salvatore, Romolo finge di uccidersi, e la ragazza sembra sempre più confusa, arriva la soluzione che può essere riassunta con un famoso proverbio: “tra i due litiganti il terzo gode”.
Giovanna incontra un suo ex fidanzato, Ugo, allo stabilimento balneare nel Tevere, in cui lavora Romolo, e si accorge di esserne ancora innamorata.
Salvatore e l’amico rimangono così a bocca asciutta. Non pensate che però che i due rimangano con le mani in mano: ad attenderli ci sono le rispettive sorelle, innamorate da sempre dei due amici.
Il fascino intramontabile di Poveri ma belli, è nel mostrare la società degli anni Cinquanta. Come si divertivano, vestivano e comportavano i ragazzi di un tempo: le prime vespe, le feste in spiaggia o sulle terrazze dei genitori. Una immagine schietta non solo di Roma ma dell’Italia di quegli anni, appena uscita dalla guerra, dove si cercava di guardare avanti e si facevano enormi sacrifici economici per arrivare al giorno dopo.
L’Italia dove i ragazzi erano dei Don Giovanni, mai eccessivi, che architettavano una miriade di trucchi nel tentativo, alcune volte anche goffo, di conquistare le loro amate. Le ragazze, dall’altra parte, erano ribelli, svampite e sognatrici, si vestivano con abiti alla moda e indossavano i primi bikini.
Oggi la società è irrimediabilmente cambiata, e se per certi aspetti è un bene, dall’altro c’è qualcosa da rimpiangere. Questo omaggio alla Roma di un tempo si chiude con una citazione del grande Dino Risi, estrapolata da una delle ultime interviste concessa nel 2007, poco prima di andarsene: « …è l’attore del film che non c’è più, gli abitanti, quei ragazzi per esempio, gli stupidotti insomma, oggi sono diventati mascalzoni, ladri…».
Scheda Tecnica:
Poveri ma belli
Regia: Dino Risi
Sceneggiatura: Dino Risi, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa
Cast: Marisa Allasio, Maurizio Arena, Renato Salvatori, Memmo Carotenuto, Alessandra Panaro, Mario Carotenuto, Lorella De Luca, Virgilio Riento, Ettore Manni, Gildo Bocci, Sergio Cardinaletti, Mario Ambrosino, Claudine Astrella, Marcello Avallone, Luciano Basso, Luciano Berti, Ughetto Bertucci, Rossella Como, Tina De Santis, Riccardo Ferri
Fotografia: Tonino Delli Colli
Montaggio: Mario Serandrei
Musiche: Piero Piccioni, Giorgio Fabor
Produzione: Silvio Clementelli per Titanus
Paese: Italia 1956
Genere: Commedia
Durata: 102 Min
Formato: B/N