Il matrimonio… ancora oggi, agli albori del terzo millennio, “lo sposalizio” è una festa che racchiude in sé significati e tradizioni che ciascuno di noi porta dentro, ereditandoli da una cultura che risente del forte influsso della Chiesa Cattolica, ma anche dall’educazione familiare e da retaggi sociologici più o meno radicati. È per questo che quando si decide che il gran giorno è arrivato, tutta una serie di meccanismi più o meno automatici si mettono in moto, coinvolgendo un nugolo di persone che si sentono inconsciamente incaricate di tentare di dare un apporto significativo agli eventi dell’indimenticabile giornata.
Ecco allora spuntare suoceri, fratelli e sorelle, zie, amici, e addirittura i vicini di casa, tutti a dispensare consigli e suggerimenti che incrementano l’agitazione. Agli sposi cosa rimane? Beh, forse la scelta più “indipendente” è quella riguardante la Chiesa e il luogo del successivo banchetto. Diverso discorso, invece, per la lista degli invitati, ma questa è un’altra storia…
Se Chiesa e luogo del ricevimento (che gli sposi quasi mai riescono a godersi, sballottati tra le foto ed i saluti), oltre che essere magnifici, sono anche a pochi passi di distanza, allora sono tutti più contenti, perché con una breve passeggiata si passa dalla panca della Chiesa all’aperitivo.
Nel novero dei posti da sogno dove sposarsi nella provincia di Roma, ricade senza dubbio la Tenuta Sanminiatelli o Tenuta San Liberato, situata nei pressi del lago di Bracciano, al 20° km della via Settevene Palo, laddove si ritiene che un tempo sorgesse Forum Clodii, una stazione di posta sulla Via Clodia, antica strada situata tra Cassia e Aurelia, che i romani utilizzavano per gli scambi commerciali verso le colonie etrusche. Lo scenario è quello della campagna romana, con la sua ricca vegetazione e meravigliosa tranquillità.
La Chiesa, affiancata da un campanile risalente al XII secolo, è dedicata ai martiri Marciano e Marco ed è il risultato di almeno cinque interventi architettonici, avvenuti tra il IX e XVI secolo. San Liberato, da cui prendono il nome sia la Chiesa che la Tenuta, era un monaco tunisino seguace di S.Agostino, ucciso dai Vandali nel V secolo. Il suo culto è da ricondurre all’avvento dei padri Agostiniani nel XV secolo, che utilizzarono i terreni circostanti per le proprie attività agricole.
Durante gli ultimi lavori di consolidamento del pavimento e del soffitto, commissionati negli anni ’60 dal Conte Sanminiatelli, emersero pregevoli reperti che il Conte stesso provvide a valorizzare sistemandoli nel porticato ed in parte all’interno.
Durante le cerimonie, la decorazione floreale e l’allestimento degli arredi nella Chiesa avvengono in armonia con i colori dominanti degli affreschi e della stagione, con una risultanza suggestiva e piuttosto intima.
Nel giorno del matrimonio, viene messo a disposizione della sposa un elegante appartamento situato nell’ex convento, in maniera da consentire alla squadra di truccatori e fotografi di lavorare con calma fino a pochi istanti prima dell’inizio della cerimonia. Per la prima notte, gli sposi possono poi scegliere di concedersi un meritato riposo in una deliziosa suite dotata di tutti i comfort.
Per il banchetto ci si trasferisce in uno spazio adiacente, dove il servizio di catering selezionato attende l’inizio dei festeggiamenti, assicurando una varietà di decorazioni e composizioni in grado di allettare i palati più ricercati. Questa è la parte normalmente preferita dai più, che con fare sornione, quasi annoiato, si avvicinano ai tavoli imbanditi facendo finta di cercare qualcuno proprio lì vicino. Nell’incedere, in genere hanno già puntato da diversi metri di distanza il vassoio da assaltare.
Se invece c’è da aspettare prima dell’aperitivo, è possibile visitare il Parco Botanico, che gli sposi avranno sicuramente provveduto a prenotare, anche perché è un posto perfetto per un servizio fotografico diverso dal comune, a contatto con la natura e con specie rare provenienti dai luoghi più vari, dall’acero canadese al ciliegio giapponese, per non parlare della grande quantità di specie di rose dalle tonalità più svariate e della star indiscussa, la sequoia gigante.Il periodo di apertura del Parco ed il numero da contattare per prenotare sono indicati sul sito: http://www.sanliberato.it/, dove sono facilmente reperibili anche tutte le informazioni di contatto.
Con un’area di circa cinque ettari che circonda sia la Chiesa che la Villa Padronale, il Parco rappresenta il pregevole risultato della costante dedizione del Conte Sanminiatelli, sua moglie Maria Odescalchi e del famoso paesaggista inglese Russel Page, attento ed ispirato coordinatore di una serie di magie architettoniche che hanno trasformato il sogno della Contessa in una splendida e quanto mai sorprendente realtà. La Odescalchi aveva ereditato dal padre, nel 1961, questa vasta tenuta coltivata in modo predominante a vigneto. Quando Page iniziò la sua collaborazione, era il 1964, la rurale chiesetta romanica di San Liberato costituiva l’unica rappresentanza degna di questo luogo, oggi considerato un piccolo gioiello incastonato nell’ex vulcano sabatino. Un’ultima chicca, a proposito di Page: il suo libro “The Education of a Gardener” è considerato la Bibbia di qualunque aspirante giardiniere o appassionato di botanica.