Lele Martini non è stato il primo medico ad ottenere le simpatie dei telespettatori. Il personaggio principale della famosa serie tv “Un medico in famiglia” ha permesso a Giulio Scarpati di ricevere una grandissima popolarità, che ha portato a conseguenze molto positive per la sua carriera di attore. Eppure il “tenero” Lele Martini non è da considerarsi il primo perché, precedentemente a lui, c’è stato Paolo Magri, il pediatra della serie “Amico mio”, andata in onda nel 1993 e riproposta, con una seconda stagione, cinque anni dopo.
Ad unire le due serie è la popolarità che hanno avuto e, allo stesso tempo, il fatto che siano andate in onda sui canali RAI, o almeno la prima stagione di “Amico mio” (la seconda, invece, su Canale 5).
Il pediatra Magri è interpretato dall’esperto e bravo Massimo Dapporto, sempre una garanzia ed adatto a ruoli di questo tipo. La vicenda è ambientata a Roma, altro aspetto in comune con “Un medico in famiglia”, in particolare all’interno dell’ospedale San Carlo di Nancy, reparto di pediatria. In Paolo Magri c’è tutta l’umanità e la sensibilità ideale per trovare un riscontro nei telespettatori. Lui, infatti, è convinto che non sia soltanto importante l’aspetto legato alla cura della malattia, ma anche l’attenzione mirata verso le problematiche sociali ed il contesto familiare. Chi si adopera nell’assistenza di giovanissimi pazienti ha davanti situazioni di tutti i tipi e non solo attinenti alla salute. Questo è il caso, ad esempio, del piccolo Spillo, interpretato da Adriano Pantaleo, un bambino senza i genitori che vive proprio nell’ospedale, circondato dall’affetto del personale. Il Dott. Magri vuole, dopo tanti anni di lavoro ed ottimi risultati, diventare aiuto primario del reparto. La sua speranza viene infranta dalla presenza di una collega, Angela Mancinelli (Katharina Böhm), che ha titoli di maggiore rilievo e proviene da una famiglia facoltosa. Si crea, quindi, atmosfera rigida tra i due ma, come spesso accade nei film e nella realtà, iniziano poi a legarsi tra loro. Angela ha un rapporto tormentato con il suo uomo ed è anche costretta ad abortire. Successivamente, grazie alla presenza di Spillo, il legame tra i due medici diviene più solido e decidono di adottare il bambino, formando una famiglia.
Nel 1998 parte, questa volta su Canale 5, la seconda stagione di “Amico mio”, meno fortunata della precedente. Adesso le nuove tensioni vengono create dal ritorno del vero padre di Spillo e ciò mette in crisi la coppia di medici. Vi è, inoltre, l’arrivo in ospedale di Lavinia, una bimba (Luana Russo) con grandi problemi renali. Immediatamente la piccola paziente viene accolta molto bene dal reparto di pediatria, un po’ come era accaduto prima a Spillo. La serie procede con continue tensioni tra Angela e Paolo e le vicende legate a Spillo e Lavinia.
Con “Amico mio” c’è il primo caso di fiction “ospedaliera” con medici sempre pronti a prestare attenzione al lato umano, oltre che della salute del paziente, in questo caso bambini. L’intento della serie è proprio quella di emozionare i telespettatori con situazioni credibili e reali. La Roma caotica, la giungla metropolitana, cede il passo al “microcosmo” del reparto di pediatria. Non ci sono i gravi problemi legati alle attese infinite al pronto soccorso e neanche una situazione analoga a quella del Policlinico Umberto I, con i disagi per i pazienti ed il profondo degrado della struttura; il tutto riportato da famose inchieste. Qui troviamo soltanto l’umanità dei dottori e le sofferenze dei bimbi, alcuni di questi parecchio simpatici come Spillo. Attorno alle vicende del reparto ci sono quelle di Angela e Paolo, un rapporto difficile e tormentato, che ricorda quello di Lele e Alice (Claudia Pandolfi) di “Un medico in famiglia”.
Uno dei motivi del successo di “amico mio” è, senza dubbio, la presenza di un valido attore come Massimo Dapporto, che deciderà di lavorare, successivamente, ad altre serie tv, tutte di discreto successo (“Un prete tra noi”, “Casa famiglia”, “Il commissario”). Discorso analogo per l’altra protagonista, Katharina Böhm, che avrà modo di recitare in “A rischio d’amore” e “Il commissario Montalbano”.
Si afferma spesso che le persone ricercano diversivi capaci di rasserenare, emozionare e divertire. Le fiction rispondono bene a queste richieste e sono anche adatte, generalmente, a tutta la famiglia. La fortuna di “Amico mio” ne è un valido esempio, ma l’elenco è molto esteso. La serie con Dapporto risale a 1993 ed il successo della fiction continua anche oggi e sembra proprio non doversi esaurire.