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Davide Paganini: “Credo che sia fondamentale la conoscenza di certe pagine della storia”

DavidepaganiniUn grande momento per l’attore Davide Paganini. Dal 30 marzo è al cinema con Andrea personaggio di Romanzo di una strage per raccontare il dramma storico dell’attentato terroristico di Piazza Fontana, per la regia di Marco Tullio Giordana. Dal 5 aprile, e per otto giovedì consecutivi, vestirà i panni del Maresciallo Bordon in Nero Wolfe su RaiUno; mentre, dal 4 aprile, Davide Paganini, lo si potrà “incontrare” per dodici puntate su Canale 5 in Le tre rose di Eva. Per gli amanti del , invece, l’attore, dal 10 al 29 aprile, sarà in scena a Roma al Teatro Argentina per The Coast of Utopia.

E tra una pausa di lavoro e l’altra, Davide Paganini,  con lo sguardo “da ragazzo della porta accanto” e un sorriso sempre “fresco” ha trovato il tempo anche di raccontarci dei suoi tanti impegni  e dell’amore che nutre per il suo lavoro.

Dal cinema in Tv e poi al teatro… quale “abito” indossa meglio Davide Paganini? E perché?

…ma cominciamo con il dire che l’abito che indosso meglio è  il teatro perché mi diverte di più, per l’impatto con il pubblico e per il vissuto stretto che si costruisce con i colleghi. La tv e il cinema sono meravigliosi, ma da questo punto di vista sono un po’ più freddi.

Con Marco Tullio Giordana dal 30 marzo sei al cinema in Romanzo di una strage e dal 10 aprile sei al Teatro Argentina in The Coast of Utopia…come descrivi il tuo “rapporto” artistico con Marco Tullio Giordana?

Dopo aver fatto il film Romanzo di una strage per me era un capitolo chiuso. Ero contento di aver preso parte a un progetto di così tanta importanza ma pensavo che fosse un rapporto iniziato e finito. Ero a conoscenza del suo progetto teatrale, ma non mandai nessuna richiesta a riguardo. Un pomeriggio ero sul mio divano a leggere e arriva la telefonata di Marco Tullio dove mi chiedeva se avessi mai voluto prendere parte al suo nuovo progetto teatrale. Lui chiedeva a me! Non io a lui….. Ho accettato subito. Ero molto lusingato della proposta, dal cinema al teatro….

Quali sono le esperienze che Davide Paganini ha maturato nella diversità dei ruoli ultimamente interpretati? E come ha vissuto questa intensa attività artistica?

Credo che fare l’attore sia davvero il mestiere più bello. Quindi, ho maturato il modo di divertirmi nella maniera più diversa e nei costumi più diversi che indosso. Dai 16 personaggi che interpreto nella trilogia di Stoppard, ad Andrea il genovese di Romanzo di una Strage, fino al Maresciallo Bordon di Nero Wolfe, passando per un enologo nella fiction Le tre rose di Eva. Ogni lavoro insegna sicuramente qualcosa, ma questo lavoro è un divertimento, e io cerco di farlo al massimo. Divertendomi!

 Dal 5 aprile Davide Paganini è su RaiUno nei panni del Maresciallo Bordon in Nero Wolfe… Quanto è stato difficile e/o viceversa divertente interpretare il ruolo dell’antagonista dell’investigatore Nero Wolfe?

E’ stato un lavoro lungo 7 mesi di registrazioni, da maggio a dicembre, e molto faticoso. Abbiamo lavorato in ogni condizione…climatica e umorale…io e il commissario Graziani (Marcello Mazzarella) siamo i due poliziotti in conflitto con Wolfe. Per me, per lo meno, è stato più semplice perché  non dovevo scontrarmi con i mostri sacri del passato quali Buazzelli, e un giovane e talentuoso Paolo Ferrari, in quanto il mio personaggio è stato inventato per questa  fiction.   E’ stata un’esperienza fantastica, un cast meraviglioso una troupe eccellente e un regista, Riccardo Donna, capace. Tutti questi ingredienti hanno fatto sì che il risultato, come si evince dalle puntate,  è un lavoro divertito e divertente …

Secondo te, quanto può essere importante per i giovani conoscere, attraverso Romanzo di una strage, una delle pagine nere della storia d’Italia?

Credo che sia fondamentale la conoscenza di certe pagine della storia, anche perché secondo me siamo diventati un paese senza più memoria… e i giovani magari attraverso un film possono conoscere, e volendo possono approfondire l’argomento documentandosi ancor di più… Inoltre, questo film a mio avviso è un capolavoro. Parla di un momento storico italiano per troppo tempo messo da parte e ben poco conosciuto dalle nuove generazioni. Invito proprio i giovanissimi a vederlo, perché è la nostra storia, e perché così si rendano conto che Italia non è solo Bunga Bunga e Bingo Bongo ma è soprattutto terra di ideali che, purtroppo, sono finiti in tragedie per seguire e scardinare sistemi, in tempi di grandi sogni e come cantò qualcuno “eran vere anche le utopie”. E qualcun altro invece cantava nel ‘73: “Certo bisogna farne di strada da una ginnastica d’obbedienza fino ad un gesto molto più umano che ti dia il senso della violenza però bisogna farne altrettanta per diventare così coglioni da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni”.

Quale è stato il momento più impegnativo nell’interpretare il ruolo di Andrea in Romanzo di una strage?

Il momento più impegnativo è stato quello prima di girare. L’idea di lavorare con un maestro… poi Marco Tullio ti fa risultare tutto semplice, quindi non ho avuto alcun problema a interpretare questo ruolo.

Un suggerimento per i giovani che hanno voglia oggi di avvicinarsi al mondo dello spettacolo…

Bè il suggerimento lo vorrei io… questo mestiere si scopre giorno per giorno…

E così mentre il sipario si alza, e le scene scorrono ora veloci e ora lente,  il “nostro” attore continua con la sua verve di sempre ad amare con passione il mestiere che si è scelto “da grande”.

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