abit_antica_roma_3
abit_antica_roma_3

Vestivamo alla romana

abit_antica_roma_3Non solo toghe. Lo sapevate, ad esempio, che la moderna t-shirt nell’antica Roma aveva già un’antenata? E che le matrone indossavano qualcosa di molto simile a un push-up?
Gli abiti più preziosi venivano invece realizzati in seta, che arrivava a Roma dall’Estremo Oriente attraverso un lunghissimo viaggio, in una specie di mercato globale del Mediterraneo, dove si cercava di aggirare il monopolio cinese della preziosa stoffa.
Perché già ai tempi di Augusto, i vestiti erano anche uno status symbol.

abiti_antica_roma_2L’indumento per eccellenza degli antichi romani, quello con cui vengono rappresentati nell’immaginario di noi tutti, è senz’altro la toga.
Era espressione di appartenenza alla romanità, tanto che solo i cittadini romani potevano indossarla, cosa che era invece vietata per legge agli stranieri, e le autorità erano particolarmente severe nel fare rispettare questo divieto.
Chi veniva condannato all’esilio perdeva lo ‘ius togae’, il diritto di portarla, condizione di massimo disonore e insieme allontanamento dal proprio mondo di appartenenza.
Nell’Eneide Virgilio definisce i romani ‘rerum dominos, gentemque togatam’, cioè ‘signori del mondo, popolo togato’, del quale i giovani uomini entravano a far parte proprio indossando per la prima volta la ‘toga virilis’, in una cerimonia che si svolgeva il 17 marzo, festa di Bacco.

La toga aveva la forma di un semicerchio, e poteva arrivare ad un diametro di sei metri.
Veniva indossata al collo come una sciarpa, e poi avvolta intorno al corpo come abbiamo visto tante volte negli affreschi o nei film, facendo attenzione al drappeggio, che doveva scendere morbidamente da un braccio e lasciare libero l’altro.
La vestizione era come si può immaginare abbastanza complicata, tanto che di solito veniva eseguita da uno schiavo.
Va da sé che la toga fosse indossata dai ricchi, l’indumento del popolo era invece la ‘tunica‘, una specie di lunga t-shirt fermata in vita da una cintura.
Forse proprio per la scarsa praticità, la toga fu sostituita ad un certo punto dal ‘pallio‘, di forma simile ma meno drappeggiato.
La toga rimase comunque l’abito delle occasioni solenni. Chi ricopriva una carica pubblica indossava ad esempio la ‘toga candida’, da cui il termine candidato, chi era in lutto una scura, la cosiddetta ‘toga pulla’, e alla fine della propria vita si veniva sepolti con una toga, ma il suo uso divenne col tempo sempre meno comune, tanto che Giovenale osservò che ‘in Italia nessuno indossa più la toga tranne i morti’.

E le , invece, come si vestivano?
L’abbigliamento maschile e quello femminile erano completamente distinti nell’antica Roma.
Le donne non avrebbero mai indossato la toga, che era riservata alle condannate per adulterio o alle prostitute.
Solitamente portavano delle tuniche lunghe fino ai piedi, dette ‘stolae‘, e si avvolgevano nella ‘palla‘, uno scialle che serviva anche a coprire il capo. Rispetto a quelli degli uomini, gli abiti delle donne erano più colorati e spesso ricamati, e le appartenenti alle classi più agiate usavano spille e gioielli.
La tunica femminile era stretta da due cinture, una in vita e una appena sotto al seno, per sottolineare le forme femminili, cosa in cui le donne si aiutavano anche con l’uso di fasce morbide, una specie di push-up dell’antichità!
Come per quello maschile, segno di appartenenza ad una classe sociale o indicativo di una carica, anche l’abbigliamento femminile nell’antica Roma era già più di un mezzo per coprirsi e ripararsi, come spiegano le parole di Ovidio: ‘ Quando il pallio di lei pende troppo e tocca il terreno, prendilo e sollevalo con delicatezza dal fango della strada. Come ricompensa ai tuoi occhi si presenterà subito, senza che la fanciulla possa evitarlo, lo spettacolo delle sue gambe’.

Tutte le immagini sono tratte da Wikipedia

About Donata Zocche

Check Also

“L’amore è come un brodo di giuggiole” al Teatro Off/Off dal 3 all’8 dicembre

Teatro #Roma #GiuseppeMaggio #EZrome Dal 3 all'8 dicembre 2024, il teatro Off/Off di Roma presenta "L'amore è come un brodo di giuggiole", una storia d'amore tra differenze socioculturali e introspezione personale. Con Giuseppe Maggio e Denise Tantucci, lo spettacolo esplora le sfide di un amore impossibile, offrendo un'esperienza teatrale coinvolgente e autentica.

Natale e Capodanno al Nuovo Teatro Orione

Natale #TeatroOrione #Spettacoli #EZrome Il Nuovo Teatro Orione di Roma celebra il Natale con una serie di spettacoli imperdibili. Dal 1° dicembre, eventi come "Next Stop Christmas" e "Un Natale da Favola" incanteranno il pubblico. Il 31 dicembre, il musical "Forza Venite Gente" chiuderà l'anno con un brindisi speciale. Parcheggio gratuito disponibile.

Lascia un commento