Con la breccia di porta Pia del 20 settembre 1870, Roma, da capitale dello Stato Pontificio, diventa capitale d’Italia.
L’assenso a entrare a far parte dell’Italia, avviene attraverso un plebiscito tenutosi il mese successivo, dove i 45.000 romani aventi diritto al voto, da cui sono escluse le donne, si esprimono con 40.785 ‘sì’ e ‘46′ no. Un consenso quasi assoluto, tanto che la data del plebiscito, il 2 ottobre, viene festeggiata per diversi anni nella piazza del Campidoglio, e una strada tra piazza Venezia e piazza del Gesù porta ancora oggi il nome di via del Plebiscito.
Gli anni che seguono, tra forti entusiasmi per il nuovo ruolo della città, e annosi problemi come le alluvioni del Tevere, delineano il volto di Roma attraverso la costruzione di nuovi quartieri, una prima rete di trasporti, la valorizzazione dei tesori archeologici, e i palazzi simbolo della vita politica e amministrativa.
Il 31 dicembre 1871 Roma ha il suo primo censimento come capitale. I suoi abitanti sono 244.484, ma il loro profilo e le loro vite appaiono profondamente mutati dai recenti avvenimenti.
Il mese successivo al plebiscito, viene nominata una Soprintendenza ai monumenti, che dà inizio agli scavi archeologici al Foro Romano.
Roma festeggia così il proprio ruolo di capitale, facendo risplendere i tesori millenari che possiede, a lungo trascurati durante gli anni precedenti.
Anche la vita amministrativa della città si rinnova. Vengono introdotti lo stato civile, che sostituisce i libri parrocchiali, e il matrimonio civile. I cambiamenti riguardano anche i cittadini più giovani, con una nuova regolamentazione del servizio di leva militare, e investimenti nella pubblica istruzione, grazie ai quali vengono aperte due scuole elementari comunali: una femminile a Tor de’ Specchi, e una maschile in via dei Fienili.
Il clima di entusiasmo viene però subito messo a dura prova da uno dei problemi che affliggono Roma da secoli, l’alluvione del Tevere, che il 28 dicembre straripa, sommergendo le zone di Borgo, Campo Marzio,Colonna, Sant’Eustachio e il Ghetto.
E’una delle alluvioni più devastanti di tutta la storia di Roma. Agli idrometri di Ripetta il livello arriva a segnare 17,22 metri.
La situazione richiede un intervento urgente, e il primo gennaio 1871, viene istituita una commissione per lo studio della difesa di Roma dal Tevere, che decide di ampliare le zone abitabili della città.
Vengono espropriati alcuni terreni tra porta Pia e porta San Lorenzo, e nasce così il rione Castro Pretorio.
Anche Garibaldi interviene personalmente in Parlamento sul contenimento del corso del Tevere, e nei mesi successivi viene votata una delle leggi più importanti per la città, che prevede la regolarizzazione dell’alveo del fiume a 100 metri di larghezza costante, la costruzione dei muraglioni e dei lungotevere.
Il 16 marzo 1871 viene eletto il primo sindaco della Roma italiana, Francesco Rospigliosi Pallavicini.
Nei mesi successivi vengono trasferiti nella capitale organismi statali come il governo, la corte e il corpo diplomatico, che necessitano di sedi adatte, e a tale scopo vengono incorporati dal demanio diversi palazzi di ex-proprietà pontificia.
E’ così che palazzo Madama ospita il Senato, palazzo di Montecitorio la Camera dei deputati, e il convento dei Filippini alla Chiesa Nuova la Corte d’Assise.
Anche il palazzo delle Poste in via San Silvestro, che vanta il primato di avere i locali pubblici più ampi della città, è in realtà l’ex convento delle Clarisse.
Il piano regolatore prevede inoltre la costruzione di un quartiere tra la chiesa di Santa Maria degli Angeli, via venti Settembre e la valle di San Vitale, attraversata da via Pia, oggi via Nazionale.
Nascono in questo periodo anche i rioni Testaccio, Esquilino e Celio, mentre tra gli edifici privati viene inaugurato l’albergo Quirinale, in via Nazionale, il primo di Roma capitale.
Anche i trasporti si adeguano alla nuova vita di Roma.
Nel 1873 viene inaugurata la stazione ferroviaria Termini, con la spettacolare pensilina del progetto Bianchi-Minière, che verrà completamente ricostruita nel dopoguerra.
Nel 1871 nasce invece la prima azienda di trasporto pubblico, l’Impresa Romana degli Omnibus, cioè carrozze trainate da cavalli.
Il servizio collega piazza Venezia con Santa Maria Maggiore e ferma a piazza del Popolo, piazza Barberini, Ferrovia, piazza del Vaticano, piazza di San Giovanni in Laterano, piazza di Santa Maria in Trastevere e piazza di San Francesco a Ripa. Il prezzo di una corsa è 10 centesimi.
Già nel 1877 arriva però il primo tram, un omnibus su rotaia, sempre trainato da cavalli. La prima linea corre su via Flaminia, tra piazza del Popolo e ponte Milvio.
Alle grandi trasformazioni di Roma a livello politico, civile e urbanistico, si accompagnano altrettanti cambiamenti sociali.
Nella capitale arriva infatti un grande flusso di immigrati dal centro-sud, in cerca di lavoro nell’agricoltura e nell’edilizia. Vengono accolti con lo slogan ‘Laboriosità per il progresso’, ma le loro condizioni di vita sono di estrema durezza, spesso costretti a dormire sulle panchine, sui gradini delle chiese e nelle baracche.
Nascono diversi dormitori, ma il volto della città porta comunque i segni della povertà e del disagio.
La classe borghese impiegatizia, proveniente dal nord, vive una situazione di benessere, così come il ceto imprenditoriale, ma la classe nobiliare si vede spesso costretta a vendere o affittare i propri beni.
Ad appena qualche anno dalla breccia di porta Pia del 1870, Roma ha mosso i primi importanti passi sulla strada della modernità.
Il profilo dei suoi abitanti è profondamente mutato, così come quello della città, che si rinnova nel tentativo da sempre mai facile, di adeguarsi alle esigenze del presente.
E’ in questi anni che Roma intraprende il cammino che la porterà nel nuovo secolo.
Nel disegno, l’antica facciata della Stazione Termini
Nel dipinto di Ettore Roesler Franz, l’antico porto di Ripetta verso il 1880
Entrambe le immagini sono tratte da Wikipedia