La XVII Olimpiade della storia moderna tenutasi a Roma, rappresenta innanzitutto un grande punto di rottura con il passato e un grande punto di apertura con il futuro.
Se facciamo un excursus storico vediamo come quella di Roma è stata senza dubbio “La Grande Olimpiade” dell’era moderna, la più grande a dimensione umana, con il record dei partecipanti e soprattutto con una mescolanza di culture, popoli, religioni e tradizioni che trasformarono la città eterna nel teatro ideale del messaggio che la XVII Olimpiade diede al mondo intero.
Con queste parole l’allora presidente della Repubblica Giovanni Gronchi pochi giorni prima della cerimonia di apertura, accolse le Olimpiadi romane: “E’ con gran compiacimento e concorde, sincero entusiasmo che l’Italia si appresta ad ospitare la XVII Olimpiade. Questa adunanza di atleti che, provenienti da ogni parte del mondo, converranno a Roma animati non solo da saldi propositi agonistici, ma anche da sentimenti di reciproca stima e lealtà, si colloca certamente fra i più importanti eventi che caratterizzano il 1960; ed io sono particolarmente lieto di rivolgere un cordiale saluto a tutti coloro che ne prenderanno parte. Possano i Giochi Olimpici essere di felice auspicio per quell’avvenire di pace e di progresso, nella libertà e nella giustizia, che è al sommo delle aspirazioni dei popoli!”.
Da queste discorso si intuisce come Roma e il suo spirito olimpico, erano pronti per fare il proprio ingresso negli animi dei cittadini romani e nella storia, come se fosse un passaggio di consegne tra i valori di quella che fu la prima Olimpiade del 776 a. C. e quella che la capitale nel 1960 si apprestava ad ospitare, come se il destino avesse deciso che fosse giusto far arrivare il significato esoterico dell’Olimpiade fino a Roma.
I preparativi per questo grande evento sportivo ebbero inizio sul finire degli anni cinquanta, e ancor prima, nel 1954 nacque il C.O.R., Comitato Costruzioni Olimpiche.
Negli anni che condussero Roma ad ospitare le Olimpiadi, si vide come l’Urbe, sia stata, volente o nolente, fu protagonista di una grossa espansione: iniziò a funzionare finalmente la metropolitana, i cui lavori iniziati nel 1938 non avevano portato ancora a grossi risultati, si vide una nuova fioritura del quartiere Eur, che puntava a diventare il cuore economico della capitale, la Fiera di Roma venne trasferita da Piazzale Clodio a Via Cristoforo Colombo.
Per quanto riguarda gli impianti sportivi, a nord della città vennero costruiti e messi a nuovo tutti i maggiori impianti, Foro Italico, Stadio Flaminio e Acqua Acetosa; nella zona dell’Eur invece nacquero il Palazzo dello Sport, il velodromo, la piscina delle rose e i campi del Tre Fontane.
Inoltre furono edificati il Villaggio Olimpico, che ospitava gli atleti delle varie discipline giunti da tutto il mondo, la Via Olimpica, ovvero una strada a scorrimento per collegare l’Eur alla zona nord-ovest, il viadotto di Corso Francia, e venne infine potenziato lo scalo romano di Fiumicino.
Fu Pier De Coubertin il primo a volere, nel lontano 1905, un Olimpiade a Roma, definendola “un quadro grandioso, a destra il Tevere scorre malinconico tra rive silenziose, in faccia si levano le pendici di Monte Mario […]”; desiderio che vide la realizzazione oltre mezzo secolo più tardi, in cui quasi tutti i suoi voleri furono attuati, uno su tutti quello di far disputare le gare veliche a Napoli.
Dal 25 agosto all’11 settembre 1960 Roma fu la grande protagonista, la città sola al comando, sotto gli occhi di tutto il mondo: 5346 concorrenti, 20 discipline sportive, 150 competizioni olimpiche, 275 concorrenti italiani e 13 medaglie d’oro conquistate dalla squadra azzurra sono solo alcuni dei numeri che faranno diventare questa una delle più importanti Olimpiadi nella storia moderna dei giochi.
Un’olimpiade che rappresenta un grandissimo cambiamento storico non solo dal punto di vista sportivo, ma ancor di più sotto il profilo comunicativo culturale, che fissò nel 1960 un anno che con i suoi eventi, innovazioni e ribellioni, sarà il pioniere di un periodo di svolte e cambiamenti cui la rassegna sportiva romana ha dato inizio.
Resteranno per sempre impressi i nomi di coloro che hanno fatto questa XVII Olimpiade, da Giancarlo Petris, il giovanissimo ultimo portatore del fuoco olimpico, ad Abele Bikila, che conquistò a piedi nudi, la più spettacolare delle gare, la maratona, fino a Cassius Clay, vincitore del titolo nei pesi medio massimi, il più grande pugile della storia, un nero- americano, che di lì a poco diventa musulmano facendosi chiamare Mohammed Alì.
E poi ancora, sarà anche l’anno in cui fu inaugurata la prima edizione dei Giochi Paraolimpici che da allora verranno sempre affiancati ad ogni olimpiade moderna.
A Roma arriva anche la svolta epocale, in cui per la prima volta la televisione coprì oltre 106 di diretta che permisero al pubblico italiano e non di seguire le performance di questi straordinari atleti e al tempo stesso accompagnare le loro vittorie con una certa risonanza mediatica.
Per tutti questi motivi, per il fascino della città eterna e non solo, l’edizione romana delle Olimpiadi ha rappresentato molto di più di tutte le precedenti, e non perché siamo di parte: ha rappresentato un punto di ripresa sia per la storia d’Italia che per quella delle Olimpiadi moderne.