Costantino I, detto anche Costantino il Grande, è una delle figure più importanti della storia di Roma.
Acclamato prima Cesare, e poi unico Augusto d’Occidente, si distingue per i suoi tanti successi militari, tra i quali la famosa battaglia di Ponte Milvio, dove sconfigge Massenzio.
Costantino è anche il primo a vedere il Cristianesimo, non come forza disgregante, ma di coesione del mondo romano, il realizzatore di grandi costruzioni nell’Urbe e il fautore di un’importante riforma monetaria.
Ma Costantino è, soprattutto, colui che osa dare all’Impero una nuova capitale.
Flavius Valerius Constantinus nasce a Naissus, nell’odierna Serbia, nel 274, figlio di Costanzo Cloro e della sua concubina Elena.
In base al sistema della tetrarchia introdotto dall’imperatore Diocleziano, ossia una suddivisione dell’autorità imperiale fra due Augusti e due Cesari, Costanzo Cloro diviene Augusto. Alla sua morte, il titolo di Augusto passa al figlio Costantino, che nel frattempo aveva raggiunto il padre in Britannia.
A Roma intanto, rimane come usurpatore Massenzio, figlio di Massimiano, Cesare di Diocleziano. Egli sembra escluso dalla successione imperiale, ma sfruttando lo scontento suscitato tra i romani dalla nomina di Costantino, riesce a diventare prima sovrano e poi Augusto.
A questo punto, Costantino, organizza un esercito di 90.000 fanti e 8000 cavalieri e varca le Alpi, sconfiggendo Massenzio prima a Torino e poi a Verona.
Ormai tutta l’Italia settentrionale è nelle sue mani, e la sua avanzata procede inesorabile verso la capitale dell’impero.
Roma. E’ lì che Costantino affronta Massenzio nella famosa battaglia di Ponte Milvio, il 21 ottobre 312, in località ad saxa rubra, tra la via Cassia e la via Flaminia.
Si narra, che prima della battaglia, Costantino abbia sognato il monogramma di Cristo, XP, accompagnato dalle famose parole in hoc signo vinces, cioè in nome di questo segno vincerai.
Non si sa se questa sorta di premonizione sia fatto storico o leggenda, e va aggiunto che la X era anche il simbolo del sole, elemento di grande valore nel culto mitraico, inizialmente abbracciato dall’Augusto.
Certo è che egli fa apporre il simbolo sugli scudi del suo esercito,che sferra un attacco deciso alle truppe di Massenzio. Quest’ultime non sono in grado di fronteggiare un nemico dalla preparazione militare indubbiamente superiore, e nel momento culminante della battaglia, che ha luogo su un ponte sul Tevere costruito strategicamente per l’occasione, vengono sorprese dal crollo della costruzione.
Soldati, cavalli e carri, finiscono travolti dalle acque del fiume, assieme a Massenzio.
Per Costantino è un’ enorme vittoria, cui il Senato rende onore con l’arco di trionfo che porta il suo nome, a pochi passi dal Colosseo.
Innumerevoli sono le battaglie che Costantino combatte durante la Guerra civile romana (306-324),conflitto quasi ventennale, alla fine del quale egli riesce a riunire tutto il potere nelle sue mani.
Egli è ora l’unico imperatore romano, noto ormai col nome di Costantino il Grande, e forse proprio per questo, sente più che mai la responsabilità di difendere Roma , sempre più minacciata dagli eserciti barbarici.
E’ così che Costantino, nel 326, sposta la capitale dell’impero a Bisanzio, l’odierna Istanbul,con un’ inaugurazione solenne nell’anno 330.
La capitale, ribattezzata Costantinopoli, viene scelta per le sue capacità difensive e per la sua vicinanza ai confini danubiani e orientali, esposti a rischio di invasione.
Roma, pur non essendo più il centro politico dell’Impero, continua però ad esserne la capitale simbolica, e sia Costantino sia i suoi successori assicurano finanziamenti continui, che permettono all’Urbe di mantenere fasto e grandiosità.
Alcuni storici sottolineano tuttavia come lo spostamento della capitale in Asia Minore, causò un indebolimento del Senato, le pesanti tasse determinarono lo spopolamento della Campania, impoverendo così una delle zone più produttive dell’Impero, mentre i sempre minori finanziamenti all’esercito , portarono a un indebolimento della difesa dei confini.
La loro tesi è che né Caligola né Nerone fecero più danni all’Impero di Costantino.
Non è possibile però comprendere appieno la figura di Costantino, senza fare riferimento alla religione, che da paganesimo aveva visto diffondersi prima il culto di diverse divinità e poi quello di Mitra, cui probabilmente aderisce lo stesso Costantino.
E’ il Cristianesimo, tuttavia, la nuova religione nascente, ma mentre il suo predecessore Diocleziano aveva scatenato feroci persecuzioni contro i cristiani, colpevoli di preferire il re dei cieli al re della terra, cioè l’imperatore, l’atteggiamento di Costantino è radicalmente diverso.
Egli riconosce nel Cristianesimo un grande valore culturale e politico, la forza di coesione di cui un così vasto impero ha bisogno.
Difficile dire se Costantino si sia avvicinato al Cristianesimo mosso da una vera conversione spirituale, o se il suo sia stato puro calcolo politico, mirato a fare della religione un instrumentum regni, certo è che egli costruisce diverse basiliche, elargisce donazioni alla chiesa, concede privilegi ai vescovi e indice numerosi concili.
Firmando l’Editto di Milano nel 313, assieme all’imperatore d’Oriente Licinio, Costantino pone fine alle persecuzioni religiose e riconosce al Cristianesimo lo stesso status giuridico degli altri culti.
Questa posizione sincretistica ha il valore di dare uguale riconoscimento ai vari culti, e lo Stato ne trae vantaggio in termini di unione e coesione.
Costantino non viene considerato santo per la religione cattolica, ma viene venerato dai cristiani ortodossi, così come la madre Elena.
Trova sepoltura a Costantinopoli, nella chiesa dei Santi Apostoli, dove viene trasportato dopo la sua morte, avvenuta nel 337, dopo aver forse ricevuto il battesimo.
Immagini tratte da Wikipedia
Nella foto della moneta di destra, da notare il monogramma di Cristo, XP, sopra il labaro imperiale