Puccini_Tosca

La Tosca, storia dell’opera lirica ambientata a Roma

Puccini_ToscaLa Tosca, una delle opere drammatiche più famose di Giacomo Puccini, è anche una delle opere liriche più apprezzate dal pubblico italiano che, dal lontano 1900, anno della prima rappresentazione, continua a seguirla con grande entusiasmo.
Nel corso di questo secolo, i tenori più grandi della storia della musica lirica hanno ambito ad interpretare il personaggio del cavaliere Mario Cavaradossi, e per i soprani di tutto il mondo è sempre stato un onore vestire i panni della sua dolce e innamorata Floria Tosca, soprattutto per l’indimenticabile Maria Callas, unica nel ruolo della giovane amante.
Se nel calendario degli spettacoli dei teatri più rinomati di tutta Italia ricorre la Tosca in quasi tutte le stagioni, un motivo ci sarà. Ed è dettato soprattutto dal fatto che gli amanti dell’opera del nostro paese si appassionano ogni volta come se fosse la prima a questa storia d’amore che è una delle più drammatiche e coinvolgenti di tutto il panorama lirico italiano.

locandina_toscaL’opera si articola in tre atti su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica.
Puccini rimase molto colpito assistendo alla rappresentazione de La Tosca di Victorien Sardou, e decise così di farne un’opera rivolgendosi subito all’editore Giulio Ricordi.
Dopo il successo de La bhoème, il compositore italiano nel 1895 cominciò a lavorare a quella che sarebbe diventata la sua opera più famosa, che concluse nel 1899 e rappresentò per la prima volta il 14 gennaio 1900 al Costanzi di Roma.
Fu una serata molto particolare, caratterizzata dallo stupore e dall’apprezzamento dei più, ma anche da qualche critica perché non corrispondeva a ciò che ci si aspettava dopo La bohème.
I primi a interpretare Cavaradossi e Tosca furono rispettivamente il tenore Emilio de Marchi e il soprano Hariclea Darclée.

 

La storia, ricca di sentimento e colpi di scena, appassionò fin da subito tenendo in costante tensione lo spettatore. Ogni vicenda è ambientata a Roma, a partire dalla chiesa di Sant’Andrea della Valle che appare inizialmente appena si apre il sipario, e nella quale troviamo Cavaradossi a dipingere un quadro.
Gli avvenimenti sono calati nell’800, nell’atmosfera tesa a seguito della rivoluzione in Francia e della caduta della Prima Repubblica Romana.
Cavaradossi si impegna a proteggere Angelotti, un bonapartista ex console della Repubblica Romana di cui condivide la fede politica, fuggito dalle prigioni di Castel Sant’Angelo.
Nel frattempo la sua amante Tosca, ignara di tutto, scoppia di gelosia al pensiero che il suo Mario la possa tradire con la marchesa Attavanti, la donna che dipingeva nel quadro. Infervorata dalla rabbia, rivela il nascondiglio dell’evaso a Scarpia, il capo della polizia papalina.
Dopo la cattura di Mario, Tosca pentita e disperata prega Scarpia di perdonare il suo amato. Egli accetta solo a patto che la donna gli si conceda, rivelandole che avverrà una simulazione della fucilazione con i fucili caricati a salve.
Tosca uccide il barone Scarpia e corre da Cavaradossi informandolo della finta fucilazione.
Purtroppo i fucili uccidono veramente il cavaliere e Tosca, dal dolore, si getta dagli spalti di Castel Sant’Angelo.

L’apice dell’opera sia per quanto riguarda la storia che la musica, è rappresentato dal momento in cui Mario, prima di morire, scrive l’ultima lettera d’amore a Tosca sulle note della celebre E lucevan le stelle.

L’interesse nei confronti di quest’opera è sempre stato molto forte e costante, ma non solo da parte del pubblico. Anche alcuni musicisti contemporanei si sono accostati a La Tosca, tra cui Lucio Dalla che, con la sua splendida rivisitazione moderna – Tosca, amore disperato – , ha creato uno spettacolo a dir poco sconvolgente.

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