Il Marino DOC, vino bianco dei Castelli Romani, è prodotto principalmente nella cittadina omonima, ma anche a Castelgandolfo e, in parte, nella campagna di Roma. Anche se l’uva è simile a quella del Frascati DOC, il ricercato nettare che ne deriva è assai diverso: il Marino è infatti un vino consistente, robusto, forte e corposo. Queste caratteristiche, come anche la sua gradazione piuttosto elevata, gli derivano dall’esposizione verso il mare dei vigneti, che gli conferiscono un retrogusto salmastro e sapido. Per questo si accompagna bene ai piatti della cucina romana dal gusto più forte, come i carciofi e la frittura di pesce azzurro, l’anguilla e la ricotta di pecora.
Il vino di Marino ha un’antica storia, risalente all’antica Roma quando, almeno secondo la tradizione, veniva chiamato Albanum. Da allora è stato presente sulla tavola di papi e re, ma anche nei pranzi del popolo, che lo ha reso celebre attraverso la festa che la prima domenica di ottobre ha luogo, appunto, a Marino. Durante la “Sagra dell’uva”, che avviene proprio in occasione della vendemmia, il celeberrimo vino viene fatto sgorgare dalla Fontana dei Quattro Mori, posta al centro del borgo, al posto dell’acqua, come viene puntualmente ricordato nella famosa canzone ” ‘Na gita a li castelli”. Sembra che questa tradizione sia legata al miracolo operato dalla Madonna del Rosario che, appunto, trasformò l’acqua delle fontane in vino e che viene festeggiata lo stesso giorno della sagra, in una trionfante unione di sacro e profano, come nelle più popolari ed antiche festività.
La produzione del Marino DOC non è molto abbondante grazie a controlli sempre più severi di produzione, ma presenta numerose varianti, elementi che lo rendono ancora più raro e ricercato. Ricordiamo il Superiore che raggiunge i 12% ed ha un gusto più persistente, lo Spumante e il Frizzante, le produzioni dei vitigni Malvasia, Bombino, Bellone, Greco e Trebbiano Verde tutte con l’85% di uva dei suddetti vitigni, e, naturalmente, il Novello. Tutte le versioni sono assai godibili se accompagnate al giusto pasto (o al giusto momento), ma occhio sempre all’etichetta!