La verità è come l’olio, viene sempre a galla.
A parte la parola ojo (che sta per olio) non c’è nulla da spiegare in questo proverbio, ma c’è invece molto da dire. Anzi dire “molto” è decisamente riduttivo in questo caso, soprattutto considerando il semplice fatto che i più grandi filosofi si sono scervellati (ed hanno fatto scervellare noi) sul significato stesso della verità. Luminari, scienziati e (per dirla alla Bennato) dotti, medici e sapienti hanno affrontato le vie difficili della mente umana per cercare di dare un valore costante, obiettivo, unico a questa parola.
Naturalmente niente di tutto ciò viene preteso nelle poche righe che seguiranno, ma resta sempre un argomento affascinante quello della “verità”, anche quando, come si presuppone nel proverbio citato, si parla non di verità assoluta, ma della assai più semplice verità dei fatti, o realtà. Anche in questo caso infatti la verità è sottoposta facilmente ad interpretazioni e influenze, è spesso opinabile e, purtroppo, corrotta.
Forse è questo il motivo per cui il proverbio suona per me più come una voce, quasi un grido, di speranza, che come una minaccia per chi la verità la nasconde o, peggio, la confonde, la oscura e la ripresenta poi sotto un’altra faccia. Non so quanto questo detto popolare, che in quanto tale dovrebbe secondo tradizione e credenza comune dire, appunto, la verità, vada a preoccupare chi riesce a vivere quotidianamente e impunemente una vita di menzogna. Quello che ci cade sempre sotto gli occhi è invece una lotta difficile, dura, piena di sconfitte e di atti di coraggio troppo spesso non riconosciuti e, anzi, denigrati di chi combatte per far “venire a galla” la verità e non riesce. Infiniti sono i fatti di cronaca e politica che si potrebbero citare, le stragi, gli atti di mafia, gli atti di terrorismo, gli omicidi ed gli altri tragici eventi riportati dai giornali. E dove lasciare quelli che ai giornali nemmeno arrivano, appunto perché così ben nascosti?
Eppure la natura umana ha bisogno della verità, così tanto che ogni religione e filosofia, oltre la scienza stessa, la mette al centro della sua dottrina.
Ma basta volare decisamente più bassi e pensare alle più piccole tra le passioni quotidiane per capire la ricerca di una certezza provata. I romanzi, i serial e i film gialli hanno un enorme successo, perché alla fine di intrighi e situazioni contorte e difficili si viene a scoprire, e a provare con assoluta certezza, qual è la verità dietro ogni trama e complotto. E questa scoperta ci dà soddisfazione, ci fa sentire bene, in pace, insomma è catartica.
Mentre, al contrario, trovarci di fronte all’impossibilità di venire a capo delle trame della realtà di fronte alla quale ci troviamo ogni giorno ci rende infelici, nervosi, frustrati e, troppo spesso, dolorosamente rassegnati. Atteggiamento certo sbagliato. La reazione a tutto questo sarebbe d’obbligo. Ma rimaniamo comunque giustificati.
Beh, per tornare al punto di partenza, leggere e sentire questo proverbio mi dà una certa speranza, perché se questo è ciò che dicevano gli “antichi” allora forse qualcosa di “vero” c’è. Bisogna solo capire quanto tempo e quanta fortuna ci vogliono.
Se è vero che si dice che la fortuna è cieca, io ho sempre sostenuto che la verità è muta. Forse questo punto di vista è piuttosto pessimistico. Spero di sbagliare o, almeno, spero che i tanti gesti di chi combatte per farla venire a galla servano ad interpretare e far capire le parole che lei non può pronunciare.