Ovvero: Meglio dolore provocato dalla borsa (o per meglio dire dai soldi, dalla povertà) che dolore provocato dal cuore (dall’amore).
Iniziamo il 2009 con un proverbio che ci sembra appropriato al periodo di crisi economica che stiamo affrontando e che, secondo le più diffuse stime attuali, continuerà almeno per tutto l’anno entrante. Visto che il peggioramento delle condizioni economiche dell’Occidente, e non solo, è inevitabile, ci sembra d’obbligo offrire un piccolo spunto di consolazione.
D’altra parte questo antico proverbio ha almeno un paio di corollari: due cuori e una capanna e sfortunato al gioco fortunato in amore, che in qualche modo sostengono lo stesso principio, ovvero meglio l’amore che la ricchezza, ma soprattutto servono a consolare chi non naviga in buone acque. Qualcuno potrebbe obiettare che questi due ultimi modi di dire implicano una scelta “pericolosa”, ovvero quella di sposarsi (o convivere) pur avendo poca disponibilità economica, o quella di puntare denaro per gioco o scommessa e quindi non avendo la certezza della vittoria, anzi.
Mentre invece il nostro proverbio riguarda eventi non necessariamente legati a scelte personali, e magari dovuti solo ad un amaro destino o ad una sfortunata circostanza. L’obiezione che sorge spontanea è però: ma il gioco e la vita coniugale sono un sacrosanto diritto dell’umanità, dovrebbero essere sempre e comunque possibili senza grandi problemi. E se non è bello puntare soldi sul primo è però una necessità avere denaro a sufficienza per la seconda. Perciò se sono questi i dolori di borsa, restano comunque dolori seri.
Certo per questo c’è chi preferisce puntare sul gioco (d’azzardo) piuttosto che sull’amore: sceglie il dolore minore insomma. Per molti però non è affatto così: infondo siamo un popolo di romantici. A chi dare ragione?
Lasciamo questo dilemma ad altri proverbi popolari e continuiamo a sostenere la validità del nostro nell’ambito della contingenza attuale. Infatti anche noi, da incalliti romantici, rimaniamo convinti che tra le sue pur rudi parole si nasconda una nota verità. Ci sembra infatti che sia ancora possibile essere felici con l’amore dalla nostra, pur avendo insormontabili problemi economici. Mentre, al contrario, quando si hanno problemi di cuore (con il partner certo, ma anche con la famiglia, i genitori, i figli, i fratelli o con gli amici più cari) la ricchezza non ci aiuta a risollevarci dal baratro della solitudine e non ci fa certo dimenticare i nostri guai. Anzi a volte ci offre solo squallidi passatempi e distrazioni che ci illudono di sfuggire alle responsabilità e al dolore e che, purtroppo, nella realtà ci allontanano dalla ricerca di una soluzione spesso possibile, di una scelta più consapevole e proficua.
E’ innegabile che anche questa visione può presentarsi come una illusione bella e buona. Diamole però almeno il valore di un miraggio, di una fonte d’acqua nel deserto, di un’ancora di salvezza in mezzo al mare in tempesta: insomma un’illusione che diventa una speranza e, quindi, ci innalza lo spirito e l’anima, e, se solo sfiorata, diventa una gioia disinteressata e pura che ci restituisce dignità e orgoglio.