Un proverbio da tenere presente in vista della vicinanza delle festività natalizie!
In un periodo così buio dell’anno, in cui le ore di sole si riducono di giorno in giorno e il freddo aumenta, portando pioggia, umidità e, talvolta, neve, si ha necessità di “consolarsi” un po’ con qualcosa di buono e anche, naturalmente, di nutrirsi con cibo sostanzioso ed energetico per affrontare meglio le dure giornate di lavoro.
E quindi giù a mangiare panettoni, pandori, biscotti farciti, torroni, cioccolato. O magari a preparare piatti ricchi di grassi e proteine, agnello, salsicce di maiale, sughi di ragù e polenta. Almeno in questo periodo dell’anno è un comportamento ancora giustificabile, sia per i motivi già citati, sia perché i vestiti scuri ed i maglioni abbondanti permettono di nascondere i chili in più che si accumulano.
Ma potrebbe rivelarsi un grave errore lasciarsi andare a certi lussuriosi pranzetti a metà giornata in un giorno come il lunedì o il martedì! Neanche il migliore dei caffè neri e concentrati riuscirebbe a salvarci dalla necessità di fare una “pennichella” ristoratrice per dare modo al nostro apparato digerente di fare il suo dovere in santa pace. E come lavorare poi?
Insomma, ben diverso è se ci si vizia con qualche portata in più a cena o, meglio ancora, nei giorni di festa (il primo del mese di dicembre arriva, per fortuna, già l’8).
In quei casi il cervello serve senz’altro meno: con un paio di neuroni attivi si riesce comunque a trascinarsi davanti al televisore o a riconoscere i numeri della tombola. Per i programmi TV non ci sono poi molti problemi: considerata la media dell’impegno mentale che richiedono, nella maggior parte dei casi i due neuroni di cui sopra continueranno a bastare.
Per la tombola e gli altri intrattenimenti tipici del periodo che va da Natale all’Epifania, invece, attenzione se ci sono parenti o ex in giro: il rischio è quello, tipico dei giorni di festa, di dire una parolina di troppo o di prendersela più del solito per qualcosa che si sente dire. Le liti furibonde, cui seguono mesi di silenzio, diventano molto più probabili e pericolose.
Forse non è sempre evidente, ma quei piatti ricchi e succulenti, quei dolci tentatori ed invitanti che sono finiti nella nostra pancia e richiedono tutto lo sforzo del nostro corpo per essere metabolizzati contribuiscono direttamente a situazioni difficili da gestire. Ci vuole un po’ di riposo e il giusto tempo di attesa perché il sangue torni a tutti i neuroni di cui siamo dotati … anche e soprattutto a quelli preposti alla pazienza.