Ovvero: chi cerca aiuto, al più trova consiglio.
Come riconoscerete già a prima lettura, le parole con la j non sono d’oltralpe (tranne per qualche maligno che considera i dialetti come lingue straniere), ma semplicemente scritte in modo da rendere leggibile la tipica fonetica romana della i allungata, nei dittonghi e negli iati o al posto del gruppo di consonanti “gl”. La stessa che trasforma aglio in ajo, olio in ojo, voglio in vojo, e via dicendo (come nell’adagio: vojo ajo e ojo pe’ fa’ ‘n’intrujo). E’ insomma una lettera aggiunta al nostro alfabeto (locale) apposta per i pigri. Quanta fatica in meno si fa a pronunciarle! E quanto tempo risparmiato!
Ma torniamo al significato. Questo proverbio popolare è indice di un certo pessimismo!
Si va speranzosi da persone fidate e dall’aria gentile e ci si rivolge loro per trovare nel loro intervento un aiuto concreto. Quello che si riceve è invece un bel consiglio, non richiesto peraltro. Oppure, al limite, un po’ di conforto, gradito certo, ma decisamente poco utile ai fini di una necessità impellente. E si pensa: lo sapevo che finiva così!
Il proverbio in questione ha un carattere assai generico, ma ciò che fa venire subito alla mente è un aiuto di chiaro carattere economico. Un prestito insomma. Da amico naturalmente … non da strozzino. Altrimenti l’aiuto arriverebbe subito, ma con gli interessi per il futuro!
Invece l’amico (o quasi), di fronte alla richiesta di denaro, fa, come recita un altro detto, orecchie da mercante, e comincia, almeno a queste latitudini, a tirare fuori tutta la sua arte oratoria, ereditata direttamente da Cicerone, che si ripresenta solo in momenti come questo, con chiaro opportunismo. Normalmente tale arte resta assopita nei meandri del cervello del romano pigro DOC.
Si prodiga in suggerimenti fantasiosi ed elaborati, generosamente spende … parole e fiato a volontà, per mettere l’amico sulla giusta strada, per indirizzarlo, con estrema generosità … oratoria, a fare le scelte giuste per il suo futuro.
E non solo. Lo sostiene, lo incoraggia, crede in lui ciecamente, gli dà piena fiducia insomma … solo quella, però!
E ancora, si rivela esperto di consigli di altissimo livello. Suggerisce soluzioni straordinarie, quasi da brevetto, che in alcuni casi potrebbero rivelarsi quasi impensabili per i più e che, se tentiamo di sintetizzare il concetto, si potrebbero raccogliere sotto la voce: “ma va’ a lavora’”!
Di certo in buona fede, il prodigo consigliere fidato non immagina che, forse, prima di rivolgersi a lui per chiedere un aiuto, questo tentativo il malcapitato amico lo aveva già fatto! Ma, come si sa, le parole dette col cuore sono sempre di conforto! E il calore umano è molto più importante del denaro! Specialmente quando ce lo chiedono in prestito!
Come spesso accade, quello che si legge tra le righe è più divertente ed interessante di ciò che è esplicitamente detto. Ma le difficoltà di chi ha bisogno sono evidenti subito, alla prima lettura e per niente facete. Non è mai facile chiedere aiuto … riceverlo poi!