santi
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Si Iddio nun vo’, li santi nun ponno

santiOvvero: Se Dio non vuole, i santi non possono

Sembra la dura legge del Cielo! Il significato diretto di questo antico proverbio è molto semplice. I più devoti si rivolgono spesso ai propri santi protettori per chiedere la grazia, ma i santi non sono altro che intermediari tra i credenti e l’Altissimo, e non possono fare niente più che intercedere, o perlomeno possono agire solo per conto di Dio. E quando Dio non è d’accordo? Beh, allora non c’è niente da fare!

Naturalmente questa interpretazione religiosa spicciola è solo per ridere. Il significato del proverbio è tutto rivolto a fatti molto più terreni e triviali.

Si legge tra le sue righe la storia della nostra città, incentrata sulla religione e sul potere temporale della Chiesa. Quindi i detti popolari si rifanno alle parole che i suoi ministri rivolgevano al popolo per spiegare le dottrine cattoliche attraverso santi e miracoli. Così l’interpretazione del quotidiano passa ancora una volta per le vie delle credenze religiose popolari, dove il padrone diventa Dio e i suoi tirapiedi sono i santi a cui rivolgersi per intercessione. Santi, questi, che a differenza di quelli più in alto, spesso qualcosa in cambio pretendono per il loro ruolo di ambasciatori. Purtroppo però se chi sta sulla poltrona più in alto, fermo e sicuro al proprio posto, non è ben disposto, c’è assai poco da fare.

saintLa visione di chi sta più in basso in questa scala di poteri è sconsolata e romanamente rassegnata. E’ convinto, infatti, costui di trovarsi di fronte non ad altri uomini, ma ad esseri soprannaturali, non a persone con poteri umani, ma a Dei che scelgono di fare o non fare miracoli per i poveri mortali. Di certo la svista di chi ha il ruolo di fanalino di coda sul carrozzone è quella di ritenere troppo elevati i centri del potere. Di credere dunque di non poter fare altro che rivolgere una preghiera, come si fa con i santi, senza pretendere invece da un essere umano che ha ottenuto potere da altri essere umani il proprio umano diritto. D’altra parte chi sta alla guida del carrozzone e si sente intoccabile fa presto ad illudersi di avere il potere di un dio.

Non è comunque il caso di dimenticare che questo proverbio risale ad un periodo storico di Roma in cui in effetti il potere era assoluto e concentrato nelle mani di pochi, se non di uno solo.

Eppure, nonostante la nostra democrazia, sembra ancora molto attuale il suo significato, se non altro per quei casi in cui la comunicazione tra chi ha “il potere” e chi non ce l’ha sembra tanto difficile.

Considerando ancora una visione religiosa e pia dell’insieme si potrebbe dire: chi è senza peccato scagli la prima pietra. Insomma la responsabilità oramai non è più solo da una parte (se mai lo è stata). Anche chi non ha il potere ufficiale ha comunque un potere indiretto. Non facile da usare, ma c’è.

Si può comunque estendere ulteriormente il valore del proverbio oltre gli ambiti religiosi o politici. Anche in situazioni più private si incontrano piccoli “dei” circondati da piccoli “santi”. Come non pensare subito alle cliniche e agli studi notarili, a tutti gli uffici dove è necessario seguire infiniti iter burocratici, alle banche, ai professori, luminari e rettori universitari, ecc ecc.

D’altronde chi di noi non farebbe (o non fa) la stessa cosa quando occupa uno dei due ruoli … scagli la prima pietra (piano!)

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