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Quanno er porco rifiuta la ghianda vordì ch’è sazio

pigOvvero: quando il maiale rifiuta la ghianda significa che è sazio.
Proverbio simile a: Gallina che nun becca è ssegno ch’ha ggià beccato

Insomma Chi non mangia ha già mangiato, per dirla in altri termini.
E’ uno di quei proverbi ricorrenti in tanti dialetti e con tante diverse metafore. Fa un po’ da contrappeso, a quello del mese scorso, che recitava “Accosta er pane ar dente che la fame s’arisente”. Logicamente avendo tutti la necessità di mangiare per vivere, se la fame non si fa sentire proprio, neanche di fronte a qualcosa di davvero succulento, e rifiutiamo un buon piatto, qualcosa sotto c’è! Ma, come già più volte ribadito, nel caso dei romani non basta essere nutriti per rifiutare il cibo, bisogna essere proprio strasazi e oberati da un pasto luculliano.
E qui direi che la figura del porco si addice alla situazione di più di quella della gallina. Volendo però, visto il genere, si potrebbe attribuire la figura del porco al vero buongustaio romano maschio e quella della gallina alla signora romana di buona forchetta. E a proposito di figura … non so chi tra i due ci fa la peggiore!!!

henAncora una volta un proverbio colorito che si trasforma nella nostra testa in un’immagine da vignetta: un bel porcello rosa con la pancia piena e tonda, il muso ancora sporco per il recente pasto e l’occhio “fracico”, che rifiuta una ghiottoneria, ormai sconfitto dalla sazietà. E poi spudoratamente nega: “non è che non potrei mangiare ancora, è che oggi non voglio esagerare”. Sì perché rifiutare il cibo per un romano DOC è un motivo di vergogna, un segno di debolezza. Mai mostrare un cedimento, semmai mettere la scusa di una saggezza da tavola. Chi di voi non ha un amico così? Almeno un conoscente, un parente, un lontano cugino … se siete romani di certo lo avete, non mentite. E anche nelle altre regioni questi “tipi” sono piuttosto diffusi, da sud a nord (perfino).
O magari invece di un appartenente al genere suino conoscete qualche gallina, con l’aria un po’ sostenuta e apparentemente disinteressata, che cerca di nascondere sotto un vaporoso piumaggio i chili annidati nelle rotondità eccessive. Anche di fronte al migliore dei vostri manicaretti rifiuta con la scusa della dieta, sicura dentro di sé, che la pasta ingrassi più della soia (illusa!): vi siete mai chiesti cosa ha mangiato prima di venire alla vostra tavola? Yogurt alla frutta senza grassi, barrette di cereali senza zucchero, biscotti di kamut senza proteine, gallette di riso senza sale … insomma chili di roba, ma “senza”. Quel senza l’ha convinta che pur essendosi abboffata a dovere sta dimagrendo e consumando calorie nello sforzo della digestione. Da brava gallina ha certamente beccato un sacco … di fregature.

E’ vero, anche stavolta un secondo significato, poco nascosto, anzi direi facile da intravedere, c’è: se si dice di no a qualcosa di “buono”, bello, piacevole che ci viene offerto su un piatto d’argento significa che già ne abbiamo avuto in abbondanza o almeno qualcosa sotto c’è, e spesso non lo si vuole raccontare. Ma questo proverbio ci piace così, semplice e schietto, diretto all’appetito e … a chi non ne ha abbastanza (peccato!).

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