Svizzera_guardia

Comunità svizzera, una storia che inizia dal Rinascimento con le Guardie Pontificie

Svizzera_guardiaLa presenza svizzera nella capitale non è probabilmente tra le più numerose, ma è sicuramente una delle più in vista. Sono poco più di un centinaio, per la precisione 110, i cittadini elvetici più famosi di Roma ed è facile indovinare di chi si tratta: sono le Guardie Pontificie. Ma come nasce questo corpo? E chi sono questi personaggi con uniforme rinascimentale dai colori sgargianti ed armati di alabarda? La storia ci rimanda ai primi anni del ‘500, quando per la prima volta una truppa di 150 mercenari svizzeri entrò in Vaticano per rendere servizio di scorta personale a Papa Giulio II.

Svizzera_cioccolatoArrivando ai giorni nostri, nel 1914 papa Pio X fissò il numero a 100 di componenti del corpo, più 6 ufficiali. Durante il periodo della II Guerra Mondiale Pio XII estese temporaneamente a 300, principalmente per motivi di sicurezza, il numero degli effettivi della guardia pontificia. Attualmente le Guardie Svizzere sono responsabili della sicurezza papale e dello stato Vaticano, con mansioni di sorveglianza degli edifici e servizio d’ordine durante lo svolgimento degli religiosi.

La elvetica nella capitale si concentra attorno all’Istituto Svizzero (www.istitutosvizzero.it), con sede presso la stupenda Villa Maraini, in via Ludovisi n. 48. Lo svizzero Michael P. Fritz è autore della pubblicazione più importante (Berna, 1998) su questa splendida residenza, dal titolo “La villa Maraini a Roma. Un richiamo allo spirito della villeggiatura romana nei primi decenni di Roma capitale”. Opera dell’architetto del Ticino Otto Maraini, la Villa è costruita secondo la tradizione delle ville romane ottocentesche e nel 1946 fu donata dalla vedova di Maraini alla Confederazione Svizzera.
Missione principale dell’Istituto è la promozione dello scambio artistico e scientifico tra Italia e Svizzera.
Svizzera_coltellinoOltre alle stanze destinate agli ospiti, sono presenti quelle per gli artisti residenti presso l’Istituto ed i saloni per gli eventi. Ma il locale più prestigioso è la biblioteca aperta al pubblico, importante elemento di supporto alla ricerca dei borsisti dell’Istituto e attualmente rappresentante della promozione culturale svizzera nel nostro paese, con monografie, quotidiani svizzeri e riviste specializzate in diverse lingue.
Le materie più presenti tra i volumi sono quelle classiche, tra cui storia, archeologia, architettura e storia dell’arte. Una parte cospicua della biblioteca riguarda Roma, la regione Lazio e tutta l’Italia.
Dal 2005 la Biblioteca ha iniziato ad informatizzare le sue opere aderendo al catalogo URBS, l’Unione Romana delle Biblioteche Scientifiche.

Un altro centro d’eccellenza culturale è la “Scuola Svizzera di Roma”, fondata nell’anno 1946 e ormai riconosciuta come una delle più prestigiose e di maggior tradizione scuole private della capitale. Apolitica e senza confessioni religiose dichiarate, la Scuola si propone come punto d’incontro internazionale che mira ad abbattere le frontiere all’interno della capitale, raccogliendo accanto ai gruppi più nutriti (svizzeri, italiani, austriaci e tedeschi) quelli provenienti da diversi luoghi di tutto il mondo.
A parte la formazione scolastica e professionale, la Scuola Svizzera insegna un principio ormai basilare, quello della intercultura, mantenendo al contempo ben saldi i valori e le radici patriottiche di ogni allievo. Il diploma di maturità viene riconosciuto in ogni istituto universitario italiano e svizzero, nonché in quasi tutti quelli europei.

Per gli elvetici in Italia, punti di riferimento sono ovviamente consolato ed ambasciata Svizzera (via Barnaba Oriani n.61, rom.vertretung@eda.admin.ch). Gli uffici sono aperti al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.00, ma è possibile chiedere informazioni anche telefonicamente dalle 14.00 alle 17.00 al numero 06.809571.

La cucina svizzera si concentra soprattutto sulle tradizionali fondute. Tra i locali che offrono questa specialità c’è il ricercato e sfizioso “Wine Bar Cesaretto” (www.localidoc.it/cesaretto/index.html), situato in via Bocca di Leone n. 44. Tra i piatti tipici ci sono, appunto, diversi tipi di fondue (Bourguignonne, Svizzera, Valdostana), compresa quella peccaminosa al cioccolato, e di raclette.
In zona San Giovanni (via San Giovanni Laterano) si trova invece il ristorante svizzero e francese Charly’s Saucière”, piacevole ritrovo per degustare le pietanze tipiche transalpine in un ambiente raccolto ed intimo.
Per ultima, la rinomata ed arcinota pasticceria Siciliana Svizzera di piazza Pio XI n.10 (06.6374974, info@pasticceriasicilianasvizzera.it). Un binomio geografico difficilmente comprensibile, ma che trae le sue origini da una motivazione storica curiosa, nata più di 1000 anni fa. Fu allora che per opera della dominazione araba furono introdotte in Sicilia le prelibatezze gastronomiche che conosciamo tuttora, tra cui la divina cassata, allora detta “Quasat”,e la pasta di mandorle.
Molti anni dopo, verso la fine dell’800, nelle principali città siciliane si trasferirono famiglie svizzere di pasticceri. Un incontro bizzarro, artefice principale di molte originali creazioni dolciarie di questa pregiata azienda, soprattutto quelle a base di crema, cioccolato e panna.

La Svizzera è probabilmente uno dei luoghi più invidiati dagli italiani. Non propriamente per gli idilliaci paesaggi montani, per la raffinata e celeberrima produzione di orologi pregiati e coltellini dai mille usi o per quella raffinata prelibatezza marrone chiamata cioccolata. Seppure tutti questi aspetti siano ovviamente degni di nota, l’aspetto che rende la Svizzera uno stato simbolo è soprattutto quello che riguarda la finanza e le banche. Ma in realtà queste sono cose da ricchi e per i comuni mortali rimangono le delizie cioccolatiere e le rilassanti passeggiate sui prati verdi della piccola pastorella Heidi.

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