Portogallo_Porto_Bottiglia

La comunità portoghese a Roma

Portogallo_Porto_BottigliaAvete presente il famoso detto “Fare il portoghese”? Significa fare il furbo, cercare di non pagare il biglietto. Per dirla alla romana, scroccare. Beh, la genesi del detto affonda le sue origini nel XVIII secolo, quando il Portogallo era un paese ricco e potente. I suoi ambasciatori erano sparsi in tutto il continente; a Roma (a quei tempi governata dalla Santa Sede) era un Monsignore che viveva in Largo di Torre Argentina e che sembra convinse la nobile famiglia romana Sforza Cesarini ad erigere l’omonimo . Agli spettacoli che vi si tenevano, i membri della comunità portoghese potevano entrare gratuitamente, bastava solamente che dichiarassero la nazionalità. Come si può facilmente intuire, questa facilitazione aveva attirato l’attenzione di parecchi cittadini romani, che si presentavano al botteghino spacciandosi per portoghesi e pretendendo, quindi, di non pagare. Ecco allora che la popolazione portoghese può essere riabilitata in pieno, attribuendo alla cittadinanza romana tutto il “merito” della provenienza del detto.

Portogallo_Porto_BicchiereL’Ambasciata portoghese (http://www.embportroma.it) è situata oggi in viale Liegi n.21/23 e catalizza una variegata offerta di dedicati alla lusitana in tutta Italia. A Roma, l’associazione lusofona più importante è l’Istituto Portoghese di Sant’Antonio (IPSAR – http://www.ipsar.org/index.php, via dei Portoghesi n.2, 06.68802496), fervidamente impegnato nell’organizzazione di iniziative culturali quali mostre e concerti. L’Istituto prende il nome del santo conosciuto in Italia come Sant’Antonio da Padova, che in verità nacque a Lisbona. Gli eventi si svolgono per la maggior parte presso la stupenda Galleria dell’Istituto e la Chiesa di Sant’Antonio in Campo Marzio, anche detta Sant’Antonio dei Portoghesi, la chiesa nazionale della comunità portoghese della capitale. Sul sito dell’IPSAR sono anche presenti informazioni riguardanti i corsi di portoghese organizzati dall’Istituto. Le lezioni, rivolte sia a studenti principianti che avanzati, sono tenute con frequenza semestrale ed in orari scelti appositamente per adattarsi alle esigenze di chi lavora.
Presso la sede dell’IPSAR è presente una Biblioteca (biblioteca@ipsar.org) ricchissima di volumi dedicati alla cultura ed alle tradizioni lusitane. La biblioteca è raggiungibile tramite il patio e vi si può accedere liberamente presentando un documento di riconoscimento. Non è invece al momento previsto il prestito delle opere.
Portogallo_BacalhauAll’attività organistica svolta dall’IPSAR è infine dedicato il sito http://www.ipsarorgan.org, dove si possono trovare informazioni sui concerti programmati e sugli strumenti musicali.

La cucina portoghese non è tra le più conosciute, ma rimane comunque una nicchia particolarmente attraente per tutti coloro che cercano sapori originali. Il ristorante “Tre Pupazzi” (http://ristorantetrepupazzi.weebly.com, Borgo Pio n.183, 06.68803220 – 347.2469543) è l’unico della capitale che offre cucina tipica lusitana, durante le giornate di venerdì e sabato, sia a pranzo che a cena. Segno distintivo delle serate dedicate al Portogallo è l’esposizione esterna della caratteristica bandiera rosso-verde. Situato a pochissimi passi da Piazza San Pietro, il ristorante sfoggia caratteristici ambienti in stile medioevale ed è ricavato in un palazzetto del XVII secolo restaurato pochi anni fa. La padrona di casa, Fatima, è lusitana e cura personalmente il menu delle due serate dedicate alla gastronomia della sua terra. I piatti forti sono i tipici antipasti a base di carne e le moltissime preparazioni del tradizionale bacalhau (baccalà). Il tutto, accompagnato dagli ottimi vini portoghesi, tra cui il pregiato Porto. Il sabato l’atmosfera diventa suggestiva, con i tradizionali concerti di fado.
Portogallo_FadoA questo struggente e malinconico genere popolare, strettamente legato alla saudade dei brasiliani, Roma ha sempre dedicato parecchio spazio. Per parlare solo dell’anno in corso, l’Auditorium Parco della Musica ha ospitato lo scorso ottobre la cantante Mafalda Arnauth, che ha interpretato “Flor de Fado”. “Notti di fado” erano state in precedenza organizzate presso l’Istituto Portoghese di Sant’Antonio e l’Anfiteatro della quercia del tasso (Gianicolo) rispettivamente nei mesi di maggio e luglio.

Una coloratissima tradizione portoghese è quella degli azulejos, le mattonelle di terracotta dipinte a mano. Camilù (http://www.camilu.com – 06.61697641) si trova a Torrimpietra in via della Stazione di Palidoro 20/BT, e sul sito offre la possibilità di vedere le sue produzioni artigianali, tutte dipinte in maniera artigianalmente.

La presenza portoghese nella capitale non è diffusa come quella di altre etnie, ma le poche concentrazioni ritraggono una cultura dai connotati fieri e decisi.

 

 

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