È strano considerare etnia diversa quella di un popolo così simile al nostro. Quella rassicurante sensazione di non sentirsi in terra straniera, la stessa che ogni italiano prova quando si trova in Spagna e che ogni spagnolo prova quando si trova in Italia, ci porta a considerare gli iberici come una naturale estensione dell’etnia italica, così vicina a quella spagnola per lingua, colori e quell’approccio alla vita così simpaticamente gioioso e rumoroso.
Si tratta in realtà di un popolo con caratteristiche peculiari uniche ed inconfondibili, che spiccano ed attirano l’attenzione anche all’interno di una società così simile, almeno apparentemente, alla loro. La capitale ha consacrato alla Spagna una delle sue piazze più famose, un nome dovuto alla presenza del “Palazzo di Spagna”, residenza dell’ambasciata iberica presso la Santa Sede. Attualmente, Roma ospita una comunità spagnola piuttosto numerosa e diverse nicchie culturali che ne rappresentano le tradizioni ed i costumi.
Come noto, una delle caratteristiche principali della cultura spagnola riguarda la cucina, un aspetto sul quale è fin troppo scontato l’accostamento con quella italiana. Le varie tipologie di paella, i pregiati prosciutti pata negra e serrano, la delicata crema catalana, le stupende emozioni sensoriali che una bevanda come la sangria riescono a trasferire rappresentano l’emblema dell’enogastronomia spagnola; o perlomeno, questo è ciò che si potrebbe pensare. Ma in realtà non basta. Sarebbe come voler identificare la cucina italiana con una varietà, seppur diversificata, di pizza e pasta. Molti sono i ristoranti spagnoli nella capitale, ma purtroppo non tutti all’altezza delle attese. Soprattutto quelli situati nelle zone più turistiche, offrono pietanze che disattendono totalmente le attese del cliente, dal punto di vista sia culinario che economico. Si tratta di una situazione frequente in città turistiche come Roma e per evitare la “fregatura” è opportuno uscire dai circuiti più frequentati. Tra i ristoranti migliori ci sono Toros y Tapas (http://www.torosytapas.info, via Nomentana n.79, 06.44290351), che ad una variegata scelta di ottimi piatti tipici unisce la squisita cortesia del personale ed una calda atmosfera del locale, el Duende (dal nome di un’opera di Garcia Lorca – “Il duende. Teoria e gioco”) (http://www.elduenderistorante.it/home.htm, via di Val Melaina n.68, 06.87194923), dove le serate sono frequentemente accompagnate da spettacoli dal vivo di danza flamenco e musica. Tra quelli situati in periferia., meritano una visita il Don Pepe di Ostia Lido (http://www.donpepeostia.it, Lungomare Paolo Toscanelli n.125, 06.5672408), El Patio (http://www.elpatio.it/home_new.php, via Casilina n.1108, 06.263181), anch’esso caratterizzato da spettacoli di danza e poesia flamenca durante la cena, ed il Paella y Sangria di Tor Lupara a Mentana (http://www.paellaysangria.it/index.html, via Brennero n.35, 06.90997855). Infine il Tapa Loca (via di Tor Millina n.5, 06.6832266), che tra i ristoranti del centro è sicuramente il meno “turistico”.
Tra le forme d’arte, universalmente riconosciuto come simbolo della cultura e delle tradizioni spagnole spicca il flamenco (el baile). Diverse scuole propongono corsi per insegnare la suggestiva arte gitana che tanto interesse suscita in ogni sua rappresentazione. Una delle più note è “El Mirabràs” (http://www.elmirabras.it), un atelier di flamenco e di teatro ospitato nel quartiere di Trastevere presso la Casa Internazionale delle Donne (via S. Francesco di Sales 1/B). Fondato dall’attrice e coreografa italo-andalusa Clara Berna con l’intento di diffondere la cultura spagnola, nell’atelier si tengono lezioni di flamenco di vari livelli. I corsi si tengono nel periodo ottobre-giugno e sono aperti ad allievi di tutte le età (333.7315676 – 338.2754466).
La “Eight Academy” (http://www.romasalsaschool.it) si pregia di proporre corsi completi, con l’intento di trasferire agli allievi sia le tipiche capacità di movimento, sia le nozioni riguardanti la storia ed i sentimenti del flamenco. si trova in zona Tuscolana (via Quinto Novio n.42). Dopo una fase introduttiva iniziale, tutte le lezioni vengono accompagnate dal cante e dal toque della chitarra e del cajon (percussione tipica). Completano l’insegnamento nozioni relative alla ritmica (compas), al battito delle mani (palmas) ed alle esortazioni vocali (jaleo).
Tra le figure più note dell’ambiente di danza flamenca a Roma e provincia c’è Lisa Flores, ballerina formata con i più grandi maestri ed ora insegnante nella scuola “Estudio Lisa Flores” (http://www.flamencoflores.it/default2.asp, 06 39388853 – 333.7355861), che offre vari livelli di corsi di flamenco, spesso con la collaborazione di noti bailaores spagnoli.
Molto interessante inoltre l’attività culturale dell’associazione “L’Officina” (http://www.lofficina.tv, via Manfredo Camperio n.27, 06.57301675 – 347.3536773), che propone corsi di vari tipi di danza, musica e teatro, tra cui il flamenco con Loredana Ruggieri e la Chitarra flamenco con Alessandro Floridia.
La lingua spagnola è la più utilizzata nel mondo. L’interesse per questo idioma sensuale e poetico è cresciuto molto negli ultimi anni, primariamente in virtù dello sviluppo culturale ed economico della Spagna, ma anche delle occasioni professionali che questo paese offre. Nella capitale ci sono molte possibilità di apprendimento, che consentono di raggiungere livelli di professionalità che variano a seconda dell’obiettivo. Moltissimi ragazzi scelgono una città della Spagna per trascorrere il periodo di scambio interculturale (per esempio con il programma Erasmus) e sempre più spesso l’opportunità di un lavoro all’estero vede Madrid o Barcellona tra le opzioni preferite.
L’Istituto Italo-Latino Americano (IILA – http://www.iila.org/IILA/36/13/Istituto.html) offre corsi di ogni livello in collaborazione con l’Instituto Cervantes (http://roma.cervantes.es/it/default.shtm, via di Villa Albani n.16 – 06.8537361). L’iscrizione ad ogni corso viene preceduto da un test gratuito volto ad inserire l’allievo nel livello più adatto. L’attività didattica del Cervantes è accompagnata da diverse iniziative, che hanno l’obiettivo di trasmettere un’immagine completa della cultura spagnola e latino-americana in generale, sfruttando anche le risorse librarie messe a disposizione dalla fornitissima biblioteca dell’Istituto. Nella centralissima sala mostre (piazza Navona n.91) vengono proposti di volta in volta appuntamenti culturali di grande interesse che vanno da rappresentazioni musicali a rassegne cinematografiche, da mostre di pittura ad incontri con esponenti della cultura latinoamericana.
Altro indirizzo di ottimo livello è quello dell’Accademia Latina (http://www.accademialatina.it/ita.htm, via Otranto n.18, 06.37519945), Centro Studi specializzato per l’insegnamento di lingue neolatine, che organizza corsi per tutti i livelli, rivolti anche ad aziende e adattati sulle variegate esigenze degli allievi.
Ed infine, probabilmente la presenza culturale più prestigiosa della capitale, la “Reale Accademia di Spagna” (RAER). Culla di apprendimento per moltissimi artisti spagnoli fin dal XIX secolo, la sede dell’Accademia è la prestigiosa ed antica residenza del convento di S. Pietro in Montorio al Gianicolo. Attualmente la RAER, oltre a “contribuire alla formazione artistica e umanistica di creatori, restauratori e ricercatori” rappresenta una realtà culturale con forte presenza, impegnata nella frequente organizzazione di mostre, seminari, concerti e rassegne, tutti eventi volti alla promozione e diffusione in Italia della cultura e delle tradizioni spagnole. Le borse di studio sono elargite dal Ministero degli Affari Esteri ma anche da enti pubblici e privati, sia a cittadini spagnoli sia provenienti da altri paesi UE e latino-americani.
Non è un caso che lo scorso 11 luglio Roma sia esplosa di gioia, quando la Spagna ha vinto il suo primo mondiale di calcio. Dopo aver perso gli azzurri nel girone eliminatorio, la maggior parte dei romani ha trasferito il proprio tifo sulle furie rosse. Un moto spontaneo e istintivo che suggella la simpatia e la vicinanza culturale che la comunità capitolina condivide con quella spagnola.