Cina

La comunità cinese a Roma, non più solo ristoranti

CinaSembra essere arrivato il momento di guardare in faccia la realtà. La nostra città va via via assomigliando sempre di più a grandi metropoli europee come Parigi, Londra, Berlino. La multi etnicità è infatti ormai un dato di fatto della capitale, sempre più “colorata” ed arricchita dalle culture mitteleuropee e soprattutto da quelle asiatiche e mediorientali.
Alla fine del 2007, l’Ufficio Statistiche del Comune di Roma prevedeva che nei decenni a venire quella cinese sarebbe stata la comunità immigrata più estesa nel mondo. Già nei primi anni del XX secolo i cinesi iniziarono ad arrivare in Europa, ma solo dopo la Prima Guerra Mondiale il fenomeno raggiunse una rilevante dimensione e condusse alla creazione di grandi e stabili comunità in molte città del vecchio continente. A Roma ed in Italia il fenomeno fu inizialmente molto meno visibile e divenne degno di nota solamente durante gli anni ’80, quando la politica progressista di Deng Xiaoping aprì le porte della Cina verso l’Occidente.

cina_libroLe caratteristiche che più hanno contribuito a far crescere e proliferare la comunità cinese sono state soprattutto le spiccate doti commerciali, la diversificazione della produzione ed una organizzazione del lavoro basata sulla famiglia, con conseguenti costi di manodopera ridotti e prezzi al pubblico competitivi. Ma probabilmente, tra tutti i meccanismi che più o meno tutti gli immigrati in genere cercano di utilizzare, quello sfruttato più efficacemente dai cinesi è la “strategia della relazione”, secondo cui l’immigrato sa di potersi appoggiare su una “famiglia allargata”, costituita da familiari, parenti, amici e conoscenti, che ha già avviato un qualche tipo di attività commerciale. Questa famiglia costituisce un punto fermo indispensabile per il nuovo arrivato, ai fini della sua protezione ed assistenza nella nuova società, soprattutto ai fini di un primo inserimento nel mercato del lavoro.
Le prime attività a proliferare sono state la ristorazione, negli ultimi tempi meno apprezzata dagli italiani rispetto al boom dei primi anni, ed attività legate ai bisogni primari della popolazione cinese residente, per esempio i negozi alimentari e le agenzie di viaggio.
Stando ai dati ancora una volta dell’Ufficio Statistiche del Comune di Roma, i municipi dove è più alta la concentrazione di cinesi sono l’Esquilino (I), il Pigneto (VI), Casilina e Prenestina (VIII).

cina_lampadaLe attività dei cinesi a Roma sono differenziate e diffuse su svariati settori, per esempio artigianato, arredamento, biblioteche, ristorazione. Tralasciando volutamente l’argomento ristorazione, già affrontato in precedenza dal nostro giornale (http://ezrome.it/multietnico-romano/cultura-e-cucina-cinese-0167.html), in questo articolo puntiamo l’attenzione su aspetti meno noti della e delle attività cinesi.
Nel campo dell’antiquariato e dell’arredamento si colloca China Art (www.chinaart.it, via Candia n.138-140), che offre una vasta scelta di pezzi originali provenienti da villaggi della Cina o dai monasteri tibetani. Dinasty emporium (www.dinastyemporium.com, lungotevere dei Vallati n.3-6) è invece l’ideale per trovare porcellane antiche e moderne, paraventi e mobili cinesi tappeti orientali e gioielli.
Cambiando genere, sono presenti diverse biblioteche con sezioni dedicate alla cultura cinese. Tra queste, la Biblioteca Nazionale Centrale (www.bncrm.librari.beniculturali.it/index.htm, viale Castro Pretorio n.105), nella quale si trova una pregevole raccolta  risalente alle missioni gesuite in Cina tra i secoli XVI e XVIII. Oppure, nell’ambito del circuito delle Biblioteche del Comune di Roma (www.bibliotechediroma.it, www2.comune.roma.it/cultura/biblioteche), una parte dedicata alla bibliografia ed al cinema cinese è offerta da quelle del Pigneto, di Villa Mercede e di via Appia. Ed infine, la biblioteca dell’Istituto Italiano per Africa e Oriente (IsIAO – Via Aldrovandi n.16/A, www.isiao.it), con più di 120.000 volumi e 2.500 testate di periodici.
Tra le librerie, rappresenta un punto di riferimento Orientalia (www.orientalialibri.it, via Cairoli n.63), non solo per la Cina, ma anche per tutte le civiltà e le lingue di Medio ed estremo Oriente.

Molto variegata la presenza di sale da tè e negozi che vendono articoli in tema. Green T. (www.green-tea.it, via Piè di Marmo n.28) offre svariati tipi di tè cinesi pregiati, mentre per pranzo e cena il locale diventa un ristorante cinese di ottimo livello. Al suo interno è possibile acquistare calzature artigianali, capi di abbigliamento, tazze e teiere, componenti di arredo ed antiquariato. Il giardino del tè (www.ilgiardinodelte.it, via del Boschetto n.107 e n.112/A) è negozio, ristorante e sala da tè. Con l’accompagnamento di musica rilassante, è possibile sorseggiare tè ed infusi o assaggiare piatti preparati a base di tè. NamasTèy (www.namastey.it, via della Palombella n.26) è un minuscolo negozio, dove si trovano moltissimi tipi di tè oltre che articoli per la cerimonia del tè, per esempio teiere e tazze orientali. L’accogliente Zen.O (www.fishboystudio.com/zen-0, via Santamaura n.60) è il locale ideale per degustare tè in foglia provenienti da Cina, Giappone, Kenya, India e Ceylon accompagnati con dolci di produzione artigianale oppure cenare a base di piatti originali orientali. Infine Tè e Teiere (www.teeteiere.it, via del Pellegrino, 85), che oltre ad offrire parecchie tipologie di tè provenienti dall’Oriente, ha in vendita teiere, colini, tazze, scatole, bollitori e vassoi, tutto appositamente pensato per valorizzare al meglio il momento del rito del tè.

 

cina_servizio_tDiverse sono le attività commerciali legate al mercato alimentare. Nuovo Oriente (via Ricasoli n.20) offre specialità cinesi, mentre Pacific Trading (via Principe Eugenio n.17/19/21) è il maggior supermercato cinese della capitale. Al suo interno è possibile trovare generi alimentari da Cina, Giappone, Filippine, Corea ed Indonesia.

Per quanto riguarda i luoghi di culto, la Chiesa cristiana evangelica cinese è presente in via Principe Eugenio n.59 e in via Assisi n.105. È poi presente la Chiesa pentecostale cinese in via della Lungaretta n.124 ed infine quello che nel 2005 fu il primo tempio buddista cinese in Europa, situato in via Ferruccio n.8. Infine, presso la chiesa di San Bernardino da Siena in Panisperna è situato il Centro Agostino Chao, luogo di raccolta per i cattolici cinesi che effettua anche servizio di accoglienza immigrati ed assistenza medico-sanitaria e burocratica.

Molto interessante il “Museo nazionale d’arte orientale” (www.museorientale.it, via Merulana n.248), intitolato a Giuseppe Tucci, uno dei massimi orientalisti del ‘900. Il Museo è situato all’interno del Palazzo Brancaccio e raccoglie reperti provenienti da missioni archeologiche italiane effettuate in Iran, Pakistan ed Afghanistan.

È evidente come la Cina abbia ormai pervaso la nostra città e ci offra molte possibilità per entrare in contatto con il suo mondo. La realtà è che il popolo cinese è uscito dal suo millenario isolamento e sta ormai cospargendo il mondo e la nostra città con le sue perle di cultura. Come sempre, l’aperto confronto ed il graduale avvicinamento tra civiltà e tradizioni estremamente diverse come la nostra e quella cinese può portare entrambi i popoli a beneficiare l’uno della presenza dell’altro.

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