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Istituto Giapponese di Cultura, un meraviglioso angolo di estremo oriente

istituto_giapponese_giardino_5Quando penso al Giappone, che prima o poi dovrò decidermi a visitare, faccio uso delle immagini che mi hanno trasferito i media, alcune mode contemporanee e la mia passione per la geografia: il vulcano Fujiyama, con la vetta innevata ed il pennacchio di ceneri sovrastante, la metropolitana gremita e un addetto che spinge dentro le persone, i giardini zen in miniatura (Bonseki), ormai diventati un "must" negli arredamenti moderni e la cui cura sembra avere poteri antistress, ed il sushi, che non ho potuto mai sopportare per via della mia inguaribile avversione per le crudità di ogni genere. Ovviamente, questi pochi esempi non rendono giustizia ad un paese mitico, con un enorme bagaglio di storia, arti e tradizioni millenarie. D'altra parte, per chi vive a Roma non ci sono molte occasioni per avvicinarsi al mondo giapponese, ad una così diversa e distante dalla nostra. Per questo è sorprendente, e al contempo immensamente piacevole, scoprire un meraviglioso angolo di estremo oriente a pochi passi da Villa Borghese.

istituto_giapponeseL'Istituto Giapponese di Cultura è in via Gramsci 74, nascosto in una delle zone più prestigiose della capitale, nota anche come Parco dei Musei, situata a poca distanza dalla GNAM (Galleria Nazionale d'Arte Moderna), dalla Facoltà di Architettura, dal Museo Etrusco di Villa Giulia e dalla Galleria Borghese. Una zona nella quale sorgono tuttora, a breve distanza tra loro, numerosi Istituti Culturali e Accademie Straniere. Probabilmente, questa elevata concentrazione è frutto soprattutto del successo riportato da un evento artistico che si tenne nel 1911, l'Esposizione Internazionale di Belle Arti, per il quale venne realizzata la prima mostra artistica giapponese in Italia.
Sono passati ormai più di 50 anni da quando, nel 1954, fu sancito un vero e proprio "accordo culturale" tra le due nazioni. A partire da quel momento, la realizzazione dell'Istituto è stata una priorità per tutti gli ambasciatori giapponesi a Roma. Il primo progetto di costruzione, in verità, risale agli anni '30. Ma l'Istituto fu inaugurato ufficialmente solo il 12 dicembre 1962, con uno spettacolo di danza tratto dal kabuki, e venne in tal modo a rappresentare il primo esemplare di questo tipo fuori dal Giappone.
Inizialmente gestito e sovvenzionato dal Ministero degli Affari Esteri per il tramite di un ente privato denominato "Società per la Promozione delle Relazioni Culturali Internazionali" (Kokusai Bunka Shinkôkai), la cura dell'Istituto fu poi assegnata ad una fondazione giapponese indipendente, nata nel 1972 e chiamata "The Japan Foundation" (Kokusai Kôryû Kikin), di cui l'Istituto rappresenta la sede italiana. Questa fondazione, che dall'ottobre 2003 è un ente ad amministrazione indipendente, ha attualmente sedi in circa venti nazioni, favorendo e sostenendo studi, ricerche, pubblicazioni e programmi di studio sul Giappone mediante sovvenzioni e donazioni. Racconta la Dott.ssa Procacci, che mi guida cortesemente a visitare la struttura, "le uniche città dove sono presenti Istituti di Cultura Giapponesi sono in Europa, a Roma, Colonia e Parigi. Ma solo nelle prime due, gli edifici sono realizzati ricalcando fedelmente lo stile giapponese classico, sebbene contaminato con motivi moderni". A Roma, l'area dedicata alla fondazione è un terreno di circa 2.900 metri quadri concesso dal Comune di Roma. Sulla sua superficie sorgono un edificio di 3 piani, splendido esempio di architettura giapponese moderna nello stile del periodo Heian, ed il giardino, che rappresenta un prezioso e mirabile esercizio in stile tradizionale giapponese, il Sen-en.
Aggiunge la Dott.ssa Procacci, "il governo giapponese ha finanziato l'intera opera, trasformando l'Istituto in una sorta di enclave giapponese in terra italiana". All'interno dell'Istituto, è il governo nipponico che valuta i progetti da portare avanti gestendone i finanziamenti, ma anche che paga gli stipendi dei dipendenti, sia giapponesi che italiani.
Le costruzioni tradizionali erano realizzate tipicamente in legno. Nonostante il progettista dell'edificio, l'architetto Yoshida Isoya, abbia utilizzato in questo caso cemento armato, vengono preservate tutte le caratteristiche del periodo Heian, compresi i caratteristici shôji, le porte scorrevoli in carta di riso, che forniscono agli ambienti una luminosità omogenea, tenue e soffusa. Gli interni dell'edificio meritano una visita per la tipica sala di rappresentanza, la raffinata sala d'ingresso, ma soprattutto il takenoma, il salotto in bambù situato al primo piano davanti all'Auditorium, quest'ultimo utilizzato per concerti, proiezioni, spettacoli di danza e teatro, conferenze.
istituto_giapponese_lampadaLa perla dell'Istituto è senza dubbio il giardino Sen-en (letteralmente "giardino con laghetto"), primo in Italia realizzato da un architetto giapponese, Ken Nakajima, lo stesso che ha progettato il giardino giapponese dell'Orto Botanico. Secondo la tradizione, la realizzazione di questo tipo di giardini prevede la presenza di un laghetto, rocce, isolette, ponticello, cascata, in tal caso realizzata con pietre prelevate dalla campagna Toscana, e tipica lampada in pietra, il tôrô. La veranda, tsuridono (letteralmente "svago della pesca"), è il migliore punto di osservazione del giardino. Completano lo stupendo scenario una serie di curatissime piante, tra cui esemplari di ciliegio, simbolo del Giappone, glicine, iris, pino nano ed ulivo, quest'ultimo in rappresentanza del forte legame esistente con la cultura mediterranea. Per gustare appieno odori e colori, è d'obbligo visitare il giardino durante i periodi di apertura al pubblico. In questo periodo autunnale, l'apertura è prevista fino al prossimo 31 ottobre ed è possibile prenotare la visita chiamando il numero 06.3224794.
Le attività dell'Istituto, a Roma come all'estero, sono volte alla divulgazione della cultura, delle arti e delle tradizioni giapponesi, tenendo conto delle derivazioni di cui queste si sono arricchite nel corso dell'ultimo secolo, avvicinandole enormemente al mondo occidentale, mediterraneo e mitteleuropeo.
La dinamicità dell'Istituto si concretizza nell'organizzazione di vari generi di mostre, sempre incentrate sull'arte e le tradizioni giapponesi, con temi che spaziano dall'arte antica a quella contemporanea, costumi, folklore, stampe, fotografie o semplicemente oggettistica. Sono inoltre presentati balletti, concerti tradizionali e rappresentazioni teatrali, ma anche conferenze tenute da competenti esponenti e conoscitori di cultura giapponesi, con lo scopo di confrontare ed avvicinare il mondo del Giappone con quello dell'Italia ed Occidentale in genere (http://www.jfroma.it/attivita/attivita.htm).
Il programma viene diffuso mediante comunicati stampa, brochure online sul sito dell'Istituto e stampate, la pubblicazione trimestrale di una newsletter chiamata Caleidoscopio ed un notiziario annuale, che riporta un sommario descrittivo e fotografico delle attività svolte.
istituto_giapponese_giardino_6Nella biblioteca è custodita la più completa e ricca raccolta di materiali sul Giappone presente in Italia, quasi equamente divisi in giapponese e lingue europee (soprattutto inglese). Il vasto patrimonio è costituito da oltre 30.000 volumi (di cui circa la metà in giapponese), quasi 200 riviste, i maggiori quotidiani giapponesi ed audiocassette per studiare la lingua. La consultazione dei testi è libera ed è prevista a breve la pubblicazione in rete del catalogo. Il prestito è possibile anche per corrispondenza.
L'Istituto presenta inoltre interessanti rassegne cinematografiche, portando in visione pellicole fuori commercio. La cineteca comprende circa 140 film a soggetto in versione originale sottotitolata e circa 80 documentari su cultura ed arte giapponesi. Per informazioni più dettagliate sulla cineteca e sulla disponibilità dei suoi contenuti, è possibile richiederle tramite e-mail (procacci@jfroma.it) oppure telefono (06.3224794) o fax (06.3222165).
Associazioni, Accademie ed Enti che intendano promuovere, senza fini di lucro, la divulgazione di arte, cultura e tradizioni giapponesi, possono fare richiesta di prestito del materiale di cineteca e di alcune mostre fotografiche. L'elenco delle mostre e la procedura necessaria per richiederle sono disponibili sulla pagina http://www.jfroma.it/attivita/servizi.htm. Tra i soggetti disponibili, Architettura, Giardini, Festival, Statue buddiste.
I corsi di lingua si svolgono da ottobre a giugno (iscrizioni entro settembre), sono quadriennali a frequenza obbligatoria e vengono tenuti da insegnanti madrelingua. L'accesso è subordinato ad un test attitudinale o ad un esame per l'accesso al livello previsto. Finalizzati ad un apprendimento graduale della lingua, i corsi sono coadiuvati anche da mezzi audio-video ed un laboratorio linguistico. La sede di Roma (insieme a Milano in Italia) è inoltre inserita dal 1987 in un evento di rilevanza internazionale, ovvero l'esame che certifica la conoscenza della lingua (Japanese Language Proficiency TestNihongo Nôryoku Shiken), che si svolge ogni anno la prima domenica di dicembre, contemporaneamente in varie città del mondo. A partire dal mese di settembre, sono disponibili presso l'Istituto i moduli per richiedere la partecipazione.

Mi avvicino all'epilogo. Durante questo breve viaggio nel mondo nipponico a Roma, ho capito che il Giappone, con le sue tradizioni e le sue chiusure, non è più così lontano come qualche decennio fa. I giapponesi hanno scoperto interesse nel mondo che li circonda, hanno iniziato a volersi far conoscere, hanno capito che è ora di uscire da un isolamento millenario, di riconsiderare il modo di concepire e coltivare le tradizioni e le arti. E lo hanno fatto con risultati stupefacenti, concretizzati nel magistrale adattamento della propria cultura a quella occidentale, nella pregevole fusione del proprio classicismo con quello che può essere definito "mondo moderno".

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