In Tre notti (Rizzoli), l’attore romano Vinicio Marchioni – alla sua prima esperienza letteraria – descrive il solco esistenziale che divide il passato dal futuro, le esperienze vissute da quelle che la vita ha in serbo.
Basta un fine settimana a segnare la fine dell’adolescenza di Andrea, che vive la propria ribellione fuggendo tra le strade di Roma. Sconvolto dalla perdita imminente di un padre che non c’è mai stato, per trovare sé stesso dovrà riabilitare la figura genitoriale.
Nocchieri di questo sofferto passaggio saranno, tra gli altri, Martina, Vermuttino, Nerone, personaggi coloriti e a volte brutali, che hanno imparato le lezioni di vita impartite dalla borgata in cui sono cresciuti.
Con alle spalle una lunga carriera di successo – indimenticabile la sua interpretazione in Romanzo Criminale – Marchioni è l’autore di un romanzo di formazione duro e schietto, dove il disincanto sa essere poetico e niente è mai definitivamente perduto. Sullo sfondo scorre l’anno 1991, che con i suoi grandi cambiamenti storici, dalla caduta dell’Unione Sovietica all’indagine Mani Pulite, fa da contraltare alle svolte delle vite dei singoli.
“Vaffanculo. A tutti. Vi odio. Vaffanculo. Vado via”, urla Andrea con tutta la sua rabbia di quindicenne. Poi si getta nella 127 blu parcheggiata nel vialetto, e ingrana la retromarcia sotto gli occhi attoniti della madre e dello zio.
Ha appena visto gli occhi della morte riflessi in quelli di suo padre, ormai un manichino giallo con gli zigomi scavati. E ha percepito che la vita, scivolando via, sta portando con sé la sua innocenza e la sua adolescenza.
Tra lacrime e fitte di dolore, Andrea si mette alla guida e fugge dalla fattoria dei nonni. Detesta tutto di quel posto: l’odore degli animali, il fango, gli insetti.
“Papà? Sono io, mi senti? Mi vedi?”, aveva implorato poco prima. Ma era seguito solo un lungo silenzio. Quando chi ti ha messo al mondo se ne va, viene a mancare una grande parte di te, specialmente a 15 anni. Il pensiero successivo, era stato che di suo padre in fondo sapeva poco. Quando aveva abbandonato la famiglia, la sensazione di Andrea – appena un bambino – era stata quella di vedere crollare la casa del Mulino Bianco, all’improvviso.
“Chi sei tu se tuo padre non ti vede?”, si domanda Andrea. Ma il silenzio continua a rimbombare nella sua testa, mentre una 127 blu guidata da un ragazzino sfreccia nella notte delle borgate romane.
Il suo sarà un viaggio alla ricerca di sé stesso. E di una figura paterna che – forte e invincibile ai suoi occhi di figlio – è caduta sotto i colpi della vita. Si diventa grandi – riflette Andrea – “iniziando a preoccuparsi del domani e rimpiangendo di non essere più bambini”.
Saranno tanti i personaggi che, strada facendo, lo aiuteranno ad attraversare il guado dell’età dell’inconsapevolezza. Prima fra tutti Martina, bellissima e cresciuta troppo in fretta. Con lei Andrea legge Kerouac, guarda La mia Africa, ascolta i Guns N’ Roses. E soprattutto, fa l’amore respirando la solitudine comune a entrambi. Alla ragazza si aggiungono gli abitanti della borgata dove Andrea vive, Montesecco. Grezzi e animosi, celano grandi doti di umanità. Tra questi Vermuttino – che alza spesso il gomito -, Brugoletta – meccanico -, Smeriglia – carrozziere -, Dindolò – dalla camminata incerta.
Sarà in Nerone però – studi di filosofia e il carcere alle spalle – che Andrea troverà un nuovo punto di riferimento. Tra una bevuta e un discorso sull’Odissea, i due, seduti su una panchina della loro borgata, una notte insieme alle stelle riusciranno a intravedere un nuovo inizio. Perché, da Telemaco in poi, sono tremila anni che l’umanità è alla ricerca del padre, l’eroe che se ne va. Mentre l’eroina vera, la madre, quella in carne e ossa, rimane.
Vinicio Marchioni è nato a Roma nel 1975. Attore di formazione classica, in venticinque anni di carriera teatrale è stato diretto, tra gli altri, da Antonio Latella, Luca Ronconi e Leo Muscato.
Il primo grande successo per la televisione arriva con la serie Romanzo Criminale (2008-2010), dove interpreta il personaggio del Freddo. Nel 2011, per il film 20 sigarette, ottiene la candidatura come miglior attore protagonista ai David di Donatello. Da allora ha recitato in oltre quaranta film sotto la guida dei maggiori registi italiani, mentre in campo internazionale ha lavorato con registi del calibro di David Evans, Woody Allen e Paul Haggis. Nel 2018 Marchioni ha fondato assieme a Milena Mancini la Anton Art House, società con cui ha prodotto, scritto e diretto il docufilm Il terremoto di Vanja (2019) e vari spettacoli teatrali. Tra i suoi ultimi lavori, la serie I leoni di Sicilia, il film di Paola Cortellesi C’è ancora domani e quello di Paolo Virzì Un altro Ferragosto.
Tre notti è il suo primo romanzo.