Io sono Nannarella

Io sono Nannarella
di Carla Cucchiarelli
Viola Editrice

In un ospedale di Firenze viene ricoverata una paziente molto particolare: romana, mora, capelli scarmigliati e sguardo profondo. Con voce roca dice di chiamarsi Nannarella. Tra lo stupore generale, la donna sostiene di essere Anna Magnani, peccato che l’icona del cinema neorealista sia morta nel 1973. Tra ipotesi di un caso di delirio o di reincarnazione, nel nosocomio toscano non si parla d’altro.
“Guardami bene, io sono Anna Magnani, la prima attrice italiana che ha conquistato l’Oscar. An-na Ma-gna-ni, capisci?” Nannarella cita impeccabilmente ogni dettaglio biografico della grande artista: gli inizi all’Accademia di Roma, appena diciassettenne, le recite con Totò al Valle, le vacanze al Circeo con il figlio Luca. L’intrigante vicenda scuote la città toscana e riempie le prime pagine della cronaca locale: “Giallo a Firenze…una donna si crede Anna Magnani…è senza documenti e senza memoria”. La somiglianza fisica con l’attrice premio Oscar è impressionante – “Io nun me so’ trucca, nun me n’è mai fregato nulla, so’ bella de mio’! – e anche quella caratteriale, che le ha valso la fama di “capricciosissima e prepotente”.
La misteriosa storia di Nannarella, che nessuno cerca e di cui non è mai stata denunciata la scomparsa, cela tuttavia un vissuto drammatico, capace di rievocare i fantasmi del passato di chi la incontra tra le corsie d’ospedale. È così per il dottor Porta, in cui il caso della paziente romana – unico nella sua carriera di psichiatra – risveglia ricordi dolorosi, ma anche per l’infermiera Anka, le cui vicissitudini familiari riflettono per certi versi quelle di Nannarella.
È a questo punto che la penna sapiente di Carla Cucchiarelli – autrice da sempre molto attenta alle tematiche di genere – interviene a unire i fili di esistenze distanti nel tempo e nei luoghi. La scrittrice sa cogliere dolori, sfumature e desideri dei personaggi, accompagnandoli in quel difficile lavoro che è la ricerca di sé stessi. Il risultato è un racconto corale, dove narrare significa costruire la propria identità, sopravvivendo a sé stessi e agli scherzi del destino. Particolarmente significative sono le voci femminili, che trovano nella sorellanza una forma di salvezza, tra risa, pianti e passioni.
Alla fine Io sono Nannarella, romanzo delicato, incastro perfetto di trama e sensibilità, è la storia di molte di noi, anche di quelle – come si legge in esergo – “ che non ce l’hanno fatta”.

Carla Cucchiarelli, giornalista e scrittrice, è laureata in Scienze Politiche. Diplomata Counselor, vive e lavora a Roma. Ricopre il ruolo di vicecaporedattrice del Tgr Lazio, e si occupa in particolare di tematiche sociali e culturali.
Tra le sue pubblicazioni ricordiamo:

  • Perché le soffrono. Storie vissute nell’universo Salvamamme scritto con Vincenzo Mastronardi e Grazia Passeri, ed. Armando, 2009
  • Ho ucciso Bambi – romanzo, 0111 Edizioni, 2012
  • Quella notte a Roma. Biografia di Luigi Di Sarro, Iacobelli editore, 2013
  • Quello che i muri dicono – Guida ragionata alla street art della Capitale,Iacobelli editore, 2017
  • Il Telefono rosa – Una storia lunga trent’anni, Castelvecchi, 2019
  • Così parlò la Gioconda, Iacobelli editore, 2019
  • Prima e dopo. La street art romana e il Coronavirus, Iacobelli editore, 2020

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