Attesissimo, esce in questi giorni in libreria A luglio non succede mai niente di Cristina Stillitano (Piemme), la quinta inchiesta del commissario Clodoveo.
È un intenso e ormai lungo rapporto quello dell’autrice con i suoi numerosi lettori, cominciato con Cuore di passero ha la morte (2018) – giunto al primo posto tra i noir – e proseguito con La donna a metà (2020) e Andrai Tornerai non Morirai, vincitore del premio letterario Amazon Storyteller 2021.
Nel bel mezzo dell’estate del ’57, questa volta Clodoveo si trova ad investigare su una strage efferata e inquietante. All’ora di cena, durante il Carosello in un elegante palazzo dei Parioli una famiglia è stata trucidata: l’avvocato Braschi, la moglie Floriana e il piccolo Benedetto. Ardenia, la figlia maggiore, è l’unica a essersi salvata, ma ha perso completamente la memoria. A complicare il caso, si aggiunge un furto avvenuto la stessa sera al piano superiore.
Il racconto, avvincente sin dalle prime pagine, costituisce un accurato affresco storico della Roma degli anni ’50. “Ho un’anima un po’ retrò”, spiega Stillitano. “Quando ero bambina facevo visita a mio zio in via Barzellotti, dove c’era la casa d’infanzia di mio padre. È proprio lì che abita il commissario Clodoveo. Passeggiando, mio padre mi raccontava i suoi ricordi di bambino del dopoguerra, cosa faceva, come giocava. Erano ricordi potenti e struggenti, di un mondo che già negli anni ‘80 non c’era più. Probabilmente quel mondo mi è rimasto dentro, e quando mi sono cimentata nella scrittura di un giallo, quasi automaticamente l’ho ambientato in quegli anni. Non a caso il commissario Clodoveo abita in via Barzellotti, luogo legato a tanti ricordi della mia famiglia, che appartengono un po’ anche ai lettori. Man mano che i miei cinque romanzi prendevano forma, i lettori stessi hanno dato un contributo tramite le loro reminiscenze.”
Chi si immerge nella lettura di A luglio non succede mai niente, non può infatti non apprezzarne la ricostruzione storica, oltremodo accurata, impreziosita da dettagli di storia minima. “Mi servo di fonti primarie – sottolinea l’autrice – come i ricordi di chi ha vissuto quell’epoca in prima persona, anche se era bambino. Mio padre ha ancora oggi vivido il ricordo di quando da piccolo, mentre Roma veniva bombardata, veniva portato negli scantinati. Alcuni lettori mi hanno invece raccontato nel dettaglio le loro esperienze nei bordelli, perfettamente legali al tempo.
Oltre alle fonti dirette, nei miei romanzi c’è però anche una ricerca storica approfondita, cui dedico molto tempo e impegno. Guardo filmati, consulto documenti e riviste dell’epoca. Nel quarto romanzo avevo un dubbio riguardo al colore delle divise delle forze di Polizia, così ho contattato l’ufficio storico competente. Il risultato è stato che ho dovuto cambiare la divisa a tutti i miei personaggi, perché la divisa non era azzurrina, come pensavo inizialmente, ma grigio-verde.
Insomma, la documentazione per me è fondamentale. In questo romanzo si parla ad esempio del Carosello, e gli spot citati sono esattamente quelli trasmessi in un dato giorno. Ovviamente ci possono essere alcuni scollamenti per esigenze narrative, ma chi ha vissuto quell’epoca dice di ritrovarsi in quanto ad atmosfere, descrizioni, costumi e abitudini, e questo per me è importante.”
Atmosfere, che insieme ai personaggi, costituiscono la spina dorsale della storia, tanto che ci si chiede se nascano prima le une oppure gli altri. “Trattandosi di una serie – precisa la scrittrice – vengono prima i personaggi. Clodoveo e la sora Pina ormai vivono con me, so cosa farebbero in qualsiasi situazione, anche al luna park. Per me i personaggi vivono a prescindere dalle atmosfere, che rappresentano il contesto in cui sono calati gli stessi, ormai parte della mia famiglia immaginaria.
L’atmosfera è decisamente romana, senza la quale le inchieste di Clodoveo non avrebbero lo stesso sapore. “Per me Roma è quasi un altro protagonista – commenta la scrittrice – al pari di Clodoveo. I miei personaggi sono nati lì e vivono lì, sono compenetrati nell’atmosfera di Roma.”
Tra le pagine traspare un raffinato gusto per la scrittura, una ricerca linguistica grazie alla quale i termini usati sono proprio quelli del periodo storico descritto. “La lingua per me è fondamentale – prosegue Stillitano- cerco di rendere lo stile asciutto ed esatto, di dargli una profondità. La mia attenzione verso il linguaggio è maniacale, anche nel merito, nel senso che i personaggi per me devono parlare come si parlava negli anni ’50. Tra di loro si danno spesso del voi, non del lei. Tra i personaggi c’è uno psichiatra intervenuto ad aiutare Ardenia, affetta da quello che oggi definiremmo ‘disturbo da stress post-traumatico’, ma all’epoca non ci si esprimeva così, quindi ho dovuto ricercare dei termini più adeguati.”
Protagonista indiscusso è il commissario Clodoveo, un antieroe di razza che si destreggia tra il male, con il suo carico di dolore, e il tempo coi ricordi che porta con sé. “Il male nei miei romanzi è un po’ il mio pallino”, sottolinea Stillitano. “Non ci sono buoni contro cattivi, come succede nei thriller, dove l’investigatore lotta contro quest’ultimi. C’è piuttosto l’idea del male come ombra che gira tra noi e potrebbe colpire chiunque. Anche perché i moventi dei delitti sono dentro di noi, pensiamo all’amore, all’invidia, alla rabbia. I colpevoli dei miei romanzi non sono i cattivi, sono uomini che hanno sbagliato, come se fossero stati travolti da un’onda che ha cancellato la linea che separa il male dal bene, travolgendoli. Il colpevole per me è un personaggio a tutto tondo, ha anche lati buoni, profondi, umani. Questa mia visione appartiene anche al commissario Clodoveo, che riesce ad acciuffare un criminale perché vi intravede dietro l’uomo, ne comprende le ragioni profonde dell’agire.
Inarrestabile, Clodoveo procede verso la ricerca della verità. “La verità è un pallino di Clodoveo – aggiunge l’autrice -, un commissario imperfetto, che sbaglia, ma caparbio. Non si ferma davanti a verità di comodo, grazie anche a un fine istinto personale, perché è umano, e vuole risolvere i casi. E chi vuole veramente cercare la verità spesso la trova.”
Tra i tanti personaggi appassionanti di A luglio non succede mai niente spiccano le figure femminili, custodi di un mondo che non esiste più. “Per me non è stato difficile calarmi nei loro panni”, commenta Stillitano. “Talvolta ci si rende conto che un personaggio ha qualcosa di un proprio conoscente o di un familiare. Come quando di un figlio ci si chiede a chi assomigli. La sora Pina ha ad esempio tanto di mie anziane parenti. Fiorella invece, (la promessa sposa del commissario, n.d.r.), è un personaggio complesso, perché è giovane ma all’avanguardia, lavora da sola in una farmacia, cosa rara negli anni ’50. Con lei ho voluto dare l’idea di una donna un po’ rivoluzionaria, almeno per quei tempi. Isabella, invece, la figlia adottiva di Clodoveo, è il primo personaggio che mi è venuto in mente vicino a lui. Ho pensato da subito a un commissario e a una bambina. Non so, forse pensavo a me e mio padre. Isabella ha una vita sfortunata, rimane orfana, va in collegio, poi si confronta con le difficoltà dell’adolescenza. Tutti i personaggi comunque, riflettono qualcosa di me.
Catturati dalla trama accattivante che lega le avventure di Clodoveo, molti lettori si chiedono se sia già in cantiere la sua sesta inchiesta, e se, seguendo la linea cronologica, sarà ambientata verso la fine degli anni ’50. “Il mio progetto iniziale era di arrivare fino al 1960 – conclude l’autrice – l’anno delle Olimpiadi a Roma, quindi mi mancherebbero altri tre libri. Spero di avere la forza di scriverli. Mi piacerebbe scrivere anche altro, ma per me la scrittura è un esercizio faticoso, e non riesco a scrivere molte cose insieme.”
A pochi giorni dalla pubblicazione, A luglio non succede mai niente sta scalando la classifica Amazon dei gialli best-seller, distinguendosi come caso editoriale. La penna di Stillitano ne fa una lettura avvincente, che possiede la rara virtù di confezionare un’epoca passata in uno stile impeccabile. “Non è un semplice giallo, è letteratura”, si legge tra i commenti delle vendite online. Intanto i diritti del romanzo sono già stati opzionati, in vista di una futura serie televisiva dedicata a uno dei commissari romani più amati.
A luglio non succede mai niente
di Cristina Stillitano
Piemme
Cristina Stillitano è giornalista professionista e scrittrice. Vive e lavora a Roma. Nel 2018 ha autopubblicato il primo episodio della serie Le inchieste di Clodoveo. Il giallo, intitolato Cuore di passero ha la morte, è stato premiato dai lettori di Amazon, piazzandosi primo in classifica tra i bestseller della categoria noir. Altri due successi sono seguiti al primo: La donna a metà e Andrai Tornerai Non Morirai, vincitore del premio letterario Amazon Storyteller 2021. I romanzi sono in successione cronologica: il primo è ambientato nella Roma del 1953, il quarto nella capitale del 1956, resa con la straordinaria precisione e l’intramontabile fascino che si ritrova solo nei film girati in quegli anni.