Lovebook, l’amore ai tempi di Facebook, è un libro da leggere tutto d’un fiato, con la sua prosa leggera ed elegante. Il ritmo incalzante dei dialoghi secondo una sceneggiatura da fiction di prima serata, l’intrecciarsi di punti di vista e di cambi di registro. E così il lettore viene preso per mano dal racconto in soggettiva di Solidea, la protagonista, e portato in un mondo vivace di giovani e meno giovani, in cui tutto ciò che nella vita conta, come l’amore, la morte, la sofferenza, l’amicizia, il lavoro, l’autostima, la filosofia di vita, viene visto con la giusta dose di ironia. Proprio l’ironia che porta a vedersi da fuori è una chiave di lettura di questo romanzo: sia Solidea che Edoardo, l’altro protagonista, si raccontano pagina dopo pagina e raccontarsi, si sa, è un modo per analizzarsi, per vedersi da fuori.
Ritmo e sensibilità portano Simona Sparaco, frizzante autrice romana poco più che trentenne (“sette anni fa aveva 23 anni” come recita la sua biografia), a scrivere un romanzo che avrebbe una trama lineare, classica, se non fosse per lo spessore degli intrecci e le pennellate che sa dare nel descrivere i personaggi, accennandone ansie, insicurezze ed eccentricità che subito risuonano nel lettore. E Facebook? Beh Facebook è usato per intessere i classici equivoci della commedia plautina, quelli che complicano enormemente le cose per poi improvvisamente portare ad un lieto fine con scena madre annessa. Comunque un libro da leggere e da far leggere a quella generazione di persone ferme al web 1.0 o precedente.
Volevo intervistare Simona Sparaco e confesso che il primo impulso è stato quello di usare Facebook. Ho poi optato per mezzi più tradizionali per maggiore praticità e perché già mi immaginavo con le dita incrociate a chattare a 3000… sono troppo vecchio per queste cose.
Inizio a bersagliare Simona con quelle domande che solo i giornalisti sanno partorire: “Tu come definiresti la Roma di Solidea?“. Ci pensa un secondo e poi “La Roma di Solidea è agli antipodi di quella di Edoardo, pur avendo frequentato la stessa scuola, quindi un ambiente simile. Lei è più tipa da pizzeria, lui è più tipo da locali di livello, suo malgrado, da “Roma bene”. A Solidea piace comunque un mondo da scoprire, più underground come una certa Roma sa essere. La festa sulla barca sul Tevere ne è un esempio, particolare ed intrigante nella location e nelle persone che la frequentano. E’ questa la città più difficile da scovare, ma molto interessante e piena di sorprese. Edoardo invece di sorprese ne ha poche, frequenta una Roma più facile da trovare, più convenzionale”.
“E tu invece come vivi la tua città, in quale dei due personaggi ti immedesimi?“, solita domanda difficile su due piedi, ma… “Un sano mix di tutte e due. Cerco di non fossilizzarmi mai e avendo vissuto anche in altre città, cerco sempre di seguire la mia curiosità e scoprire nuovi mondi. Mi piace girare e scovare locali sconosciuti, con ambienti spesso sorprendenti. Scoprire ristorantini e provare ad assaggiare nuove cucine è una cosa che mi piace molto.” Visto che si parla di curiosità e di scoperta, la domanda è d’obbligo: “Secondo te qual è il posto più romantico di Roma, magari poco noto?“. “Aspetta, non è facile rispondere vista la città, piena di posti di questo tipo, ma forse quello che mi piace di più è quel portone dal cui buco della serratura si vede la cupola di San Pietro, sull’Aventino vicino al giardino degli aranci”. Sì lo conosco e EZ Rome ha scritto qualcosa a riguardo. “Quando ci porti una persona che non lo conosce e le dici di guardare attraverso il buco è uno spettacolo incredibile vedere la sua sorpresa. Dopo tutto il romanticismo è anche e soprattutto sorprendere…”.
Parlando di romanticismo non posso dimenticare che Solidea è fissata con Parigi, sogna il bacio della sua vita nella Ville Lumiere ed ha casa arredata alla francese. “Insomma cosa trovi in comune tra Roma e Parigi?“. “Intanto ho vissuto in entrambe le città ed ho potuto assaporarne il romanticismo, quel tipo particolare che sa di storia e dell’eleganza del passato, anche se Parigi è più nuova e più ordinata, mentre Roma cambia così tanto da quartiere a quartiere. Altra cosa che accomuna i cittadini di entrambe le capitali è il gusto del bello e del buono: vestirsi bene, mangiar bene, avere belle frequentazioni.”
A questo punto un po’ di domande su Facebook, chissà che l’autrice di un tale libro non possa chiarirmi alcuni punti oscuri su questo fenomeno.
“Ho visto che hai più di 1500 amici su Facebook…” , “Sì, si chiamano impropriamente amici, anche se spesso sono solo conoscenti o anche solo persone conosciute tramite Facebook. Se ci pensi è un po’ una cosa ottocentesca ‘chiedere l’amicizia’. Se solo qualche anno fa qualcuno mi avesse chiesto l’amicizia in rete lo avrei preso per matto o per un personaggio di un film d’epoca. In realtà io non riesco a rifiutare un’amicizia a nessuno e quindi mi sono ritrovata l’account pieno di amici. E’ vero ho una grande quantità di “amici” e mi fa molto piacere ricevere i loro commenti sul libro o su altri argomenti però mi manca un po’ il mio vecchio account, dove avevo caricato le mie foto e che era più privato più ristretto. Ho iniziato ad usare Facebook quando sono andata in Sudafrica, per condividere le mie foto e le mie esperienze con gli amici rimasti a casa. “
“Ecco perché quel ringraziamento alla cameretta dell’Eden Wilds in Sudafrica…“
“Sì, perché è lì che tutto è cominciato e lì mi è venuta l’idea di scrivere questo romanzo. Adesso uso Facebook come una specie di email o come una chat, ma ho troppi amici per poterlo utilizzare normalmente con le foto, la bacheca ed altro. “
“C’è anche un gruppo Facebook sul tuo Lovebook“
“Sì, e devo dire che mi ha davvero sorpreso l’entusiasmo e l’affetto che mi dimostrano tutti i giorni tramite questo gruppo. Ti confesso che anche le voci fuori dal coro mi interessano molto perché visto che sto continuando a scrivere ogni suggerimento può essere uno spunto di crescita.”
“So che questo libro ne ha scalzato un’altro che sarebbe dovuto uscire, ma l’editore ha preferito la forza dirompente di Lovebook…“
“E’ vero, doveva uscire un altro libro, che ho scritto lo scorso anno, ed uscirà in futuro.”
“Qualche altra notizia, visto che ormai DEVO leggere tutti i tuoi libri?“
“E’ una storia ambientata a Roma, nell’ambiente di Edoardo, sarò un po’ cattiva e ci sarà la critica di certi giovani di oggi che hanno un po’ troppo e sperperano le loro energie in cose di cui non vale la pena”.
Speriamo allora di poter leggere presto il nuovo romanzo, magari trovando quel po’ di cattiveria che appena si intravvede in alcune pagine di Lovebook.