Aldo Marinelli è uno tra i narratori più attenti del litorale ostiense. Da giornalista, nel periodico La mia Ostia osserva la realtà territoriale, da fotografo ne illustra gli aspetti naturalistici, da scrittore riesce a coglierne i lati più autentici. La sua scrittura è corale, come nel precedente romanzo Er gruppo, storia di quattro ragazzi di borgata che cercano il riscatto da una vita che ha più tolto che dato.
Nella sua ultima fatica letteraria La bambina magica (Edizioni Simple), lo scrittore affida ad Anna, la protagonista, la narrazione di una vita cominciata a Ostia durante la tragica occupazione fascista. La voce della piccola – dotata di una forte empatia – diventa così quella di una città e di un intero Paese alle prese con la guerra, gli sfollamenti e le leggi razziali. Dopo il dolore della distruzione, arriverà però il tempo della ricostruzione, ben rappresentata dalla forza interiore dei personaggi.
Con delicatezza e sensibilità, Marinelli colma il vuoto della storia di un territorio, ricondotta spesso solamente all’epoca romana o alla cronaca contemporanea. Il risultato è una costruzione narrativa che, seppur di fantasia, ha solidi fondamenti storici, anche grazie a quel prezioso materiale legante detto memoria.
Aldo Marinelli, perché Anna, la protagonista, è una “bambina magica”?
AM: La magia di Anna, la bambina di 5 anni protagonista del libro, non consiste in poteri paranormali da supereroe, bensì nella capacità di comunicare con gli altri, di mostrare empatia. A lei basta uno sguardo per farsi capire, ascolta molto e soprattutto riesce a percepire il non detto. Una capacità che è sempre più rara da trovare e che percepisco come un vero e proprio potere magico.
Come mai la scelta di ambientare parte del romanzo nella seconda guerra mondiale? E come si è documentato a riguardo?
AM: Questo libro ho voluto fosse un omaggio a tutte le persone di Ostia che ho intervistato in questi dieci anni di giornalista sul territorio, attraverso la mia pagina “La mia Ostia”. Persone che mi hanno raccontato se stesse attraverso i ricordi e le loro vicissitudini della vita, alcune delle quali purtroppo non ci sono più. Penso a Dina, Adelina, Carlo Alberto, Luigi, Gioia e tanti altri che hanno vissuto l’Ostia prima della guerra, durante e per fortuna anche dopo. Quella storia di persone semplici che, attraverso i loro occhi, diventa una storia nazionale e mondiale. La nostra storia locale è così poco conosciuta e frammentaria che è stato una vera emozione cercare di raccontarla, tra realtà e fantasia, attraverso gli occhi di Anna e di suo “fratello” Ennio.
Ci parla di Ostia durante il secondo conflitto mondiale?
AM: La storia di Ostia può essere suddivisa in prima e dopo la seconda guerra mondiale. Come cittadina giardino voluta dal regime fascista ha vissuto un periodo di splendore e ricchezza. Basti pensare allo stabilimento Roma e alla sua magnificenza, che attirava la borghesia da tutta Roma e non solo. Poi con l’armistizio cambia tutto. Ostia viene svuotata completamente dalle persone da un giorno all’altro, tranne per il capostazione Giovanni e la sua famiglia. I tedeschi ne prendono possesso e diventa terra di nessuno di cui si conosce poco o nulla. Ma alle porte dello sbarco di Anzio, che si credeva dovesse avvenire proprio qui, la ritirata tedesca determina il bombardamento da terra delle più belle e imponenti strutture della Ostia di allora. Lo stabilimento Roma, il pontile, la torre della Caserma 4 novembre e soprattutto della stazione. Alla fine della guerra, dopo la liberazione di Roma, gli ostiensi possono tornare nelle proprie case, ma molti le ritrovano distrutte o completamente saccheggiate. Il libro racconta anche di questa sorta di diaspora dei nostri cittadini, che si rifugiarono chi da parenti, chi in luoghi appositamente scelti o chi in altre città.
La bambina magica, assieme alla storia della ricostruzione del nostro Paese, descrive anche quella degli stessi personaggi. Quali sentimenti li animano e li fanno andare avanti?
AM: La storia racconta le vite di molte persone, da prima della guerra ai giorni nostri. Una sorta di saga familiare che si muove in parallelo con la storia di Ostia e dell’Italia. I due personaggi principali vivono la loro condizione “privilegiata” di eredi quasi per caso di una grande fortuna dedicandosi completamente al prossimo, sacrificando le loro vite per quelle degli altri. D’altronde l’empatia di Anna e il vissuto di Ennio non possono che condurre le loro vite nella strada del sociale, in una Ostia tra gli anni ‘70 e ‘80 dove l’eroina imperversava. Rappresentano due personaggi positivi che però non riescono a distinguere tra la propria vita personale e quella lavorativa, soccombendo in alcuni casi nel vero senso della parola.
A 85 anni, da “nonna magica”, Anna che donna è diventata?
AM: Sin dall’inizio del libro, Anna è una donna adulta che attraverso i suoi flashback continui, ripercorre la sua vita, da quando bambina scendeva i tre scalini della casa in cui la mamma era la portiera. E’ una donna che, nonostante ormai sola, continua a perseguire il suo obiettivo di vita, in ricordo di chi ormai non c’è più. E per questo mette a disposizione ancora i suoi “poteri” nei due centri di accoglienza per famiglie e per minori da lei creati col fratello. Da bambina magica diventa quindi nonna magica, senza mai pentirsi delle sue scelte.
Aldo Marinelli vive a Ostia. É scrittore, giornalista e fotografo. Dal 2013 gestisce il periodico online La mia Ostia. È professore di scienze al liceo e per dieci anni è stato il direttore dell’oasi del WWF “Bosco di Palo”. Dopo Il dolore sordo e Er gruppo, La bambina magica è il suo terzo romanzo.