Il settore della ristorazione romana e laziale è particolarmente variegata. Ecco allora la necessità di una guida specifica capace di descrivere le diverse realtà e, in particolare, i piatti proposti.
E’ stata da poco presentata la nona edizione della “Guida Ristoranti di Roma e del Lazio 2012/2013” de la Repubblica. Sua particolarità è l’assenza voluta di giudizi di valore, per lasciare spazio, invece, ai racconti delle tante pietanze e dei vini, che rappresentano la vera forza della ristorazione laziale. In particolare, più di 60 ricette dei migliori chef, 100 cantine in evidenza, un glossario con i termini legati alla tradizione gastronomica romana e oltre 100 pagine di mappe per orientarsi nella città e nel Lazio. Numeri abbastanza impressionanti: 980 pagine, 2657 recensioni, 460 novità fra ristoranti, pizzerie, botteghe del gusto, enoteche, locali notturni, pub, negozi gourmet e ristoranti etnici.
Diverse le novità dell’edizione 2012/2013, ad esempio la “Sezione Tradizione nel piatto”, un viaggio tra le specialità della cucina romana e i migliori indirizzi in cui gustarle; un mini dizionario, “Aromi e spezie”, degli ingredienti più usati dai cuochi per rendere i propri piatti originali; la sezione “Ristorante del cuore”, una mappa degli indirizzi gastronomici più apprezzati dai proprietari dei ristoranti recensiti dalla guida; una sezione dedicata agli aperitivi e al dopocena “Segreti dei Cocktail”, dove i barman di Roma svelano tutti i loro segreti, che contribuiscono a rendere unico il loro locale dove lavorano.
Queste, invece, le parole del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, riguardo proprio alla nuova edizione della guida: «Si tratta di uno strumento molto importante e significativo, che mette in risalto la cultura agroalimentare della città. La qualità non basta cercarla, ma anche saperla comunicare».
Gli fa eco poi l’assessore alle Attività Produttive di Roma Capitale, Davide Bordoni: «A Roma non c’è solo il settore storico-archeologico, ma anche una grande ed eccellente offerta enogastronomica. La Guida è uno strumento che serve alla nostra città e al turismo, perché l’alimentazione fa parte dell’identità italiana.»