Non è mai facile definire un libro, soprattutto, se come Tutto torna di Giulia Carcasi, edizioni Feltrinelli, affronta l’indefinito. Parla con grazia e misura, l’autrice, di due vite che si ritrovano sul treno Roma-Pisa, vicine ma con dello spazio tra loro, come i binari su cui viaggiano.
Lui è Diego Rocci, e sta lavorando a un vocabolario: “ Vorrei aprire i barattoli di parole, vorrei che la realtà si riversasse nelle strade, randagia, e non si facesse prendere.”
Lei è Antonia, solo Antonia: “Si chiama fiducia, tenerezza, irriverenza, abracadabra, orgoglio, vino rosso, fascino, sogno, disarmo, pioggia, sete, rifugio, canzone, ti basta?”
“Il mio bambino, non trovo il mio bambino.
Su, andiamo, mamma.
Non mi sono perso e non mi hanno rapito.
Sono cresciuto e lei lo dimentica.”
E’ con questo rimescolarsi di identità e di età che Giulia Carcasi introduce il lettore in un mondo ormai difficile da definire. Eppure Diego Rocci, il protagonista, di definizioni se ne intende. Sin da piccolo sapeva cosa voleva fare da grande: “inscatolare la realtà nei barattoli delle parole.” Così Diego sta lavorando alla revisione di un vocabolario, cosicchè si possa trovare in un momento la definizione che sfugge.
Ma in un tempo che sembra estraneo a sé stesso, nemmeno la madre lo riconosce più. Lui ha dieci anni e trentotto. Il suo orologio segna le sedici e un quarto, quello alla parete le sedici in punto.
“Buona notte, Roberto.” “Sono Diego, mamma.”
“Cosa ci vieni a fare a Pisa tutte le settimane? “ Le chiedo per evitare di guardare fuori dal finestrino.
“Cosa ci vengo a fare a Roma,” risponde e non l’avevo messo in conto.
Si incontrano su un treno che sfreccia, Diego e Antonia, dove il punto di partenza per l’uno, è il punto di arrivo per l’altra.
Il treno rallenta e si ferma, in galleria, al buio. Guido ha le orecchie ovattate. Tra le voci indistinte intorno a lui, una gli sussurra: “Pensa al mare. Respira col mare.”
Il treno riparte, torna la luce e Diego riprende coscienza, una donna gli sta prendendo il polso. E’ Antonia, solo Antonia, senza cognome.
Diego si alza e si siede di fronte a lei, mentre fuori dal finestrino corre il mare.
“Antonia è squarcio nella tela.”
Il loro incontro è avvenuto al buio, lungo binari dove si parte ma anche si arriva. Lo ha aiutato a riprendersi lei, che lavora a Roma in un centro contro le dipendenze.
Diego a Antonia saranno due orologi che segnano ore diverse, un treno che viaggia non si sa verso quale direzione.
Il loro rapporto non troverà una definizione adeguata in nessun vocabolario, ma incarna più che mai il senso di smarrimento che si prova davanti alla bussola impazzita della propria esistenza.
“Ho strappato il vocabolario, Antonia, pagina dopo pagina, e finalmente il conto torna.
Tutto torna. E tu?”
Tutto torna
di Giulia Carcasi
Edizioni Feltrinelli
Immagini per gentile concessione della casa editrice Feltrinelli