E’ attraverso l’indagine che Gianrico Carofiglio si addentra nel territorio della propria produzione letteraria. Dalle vicende avvincenti e sofferte de “I casi dell’avvocato Guerrieri” all’analisi acuta e preziosa sul linguaggio del saggio “La manutenzione delle parole”, lo sguardo dell’autore ha sempre saputo cogliere situazioni e personaggi da angolazioni inaspettate e inconsuete.
Nel suo ultimo romanzo, Il silenzio dell’onda, edito da Rizzoli, Gianrico Carofiglio tesse temi a lui cari come il vissuto e il dettaglio investigativo, delineando la complessa trama dell’esistenza. E’ così che Roberto Marias, dopo una vita di attività segrete come agente sotto copertura, si ritrova due volte a settimana nello studio di uno psichiatra a investigare sulla propria, di vita. Tornerà a galla il suo passato, sulla spinta di una colpa tremenda e inconfessabile, ma Roberto cercherà di ritrovarsi, e anche grazie all’inaspettato incontro con Emma, di avere una possibilità di riscatto.
“Il silenzio dell’onda” è il volto del singolo che si riflette in ciò che vi è di più complesso e indefinito, la vita. Raccontarla è un romanzo psicologico, d’amore e noir.
Dottor Carofiglio, Roberto Marias è un ex-agente sotto copertura. Ha trascorso gran parte della sua vita senza poter mai rivelare a nessuno chi è veramente. Ad un certo punto si ritrova due volte alla settimana nello studio di uno psichiatra a parlare di sé in ogni dettaglio più intimo. Che cosa è successo nel frattempo?
È successo che tutto l’instabile equilibrio della sua vita è venuto meno, come era probabilmente inevitabile. Roberto si trova a fronteggiare la macerie della sua esistenza passata senza riuscire nemmeno a immaginare se e quando una ricostruzione – e dunque una nuova vita – sarà possibile. Il romanzo è essenzialmente una storia di caduta e riscatto.
Da ragazzo Roberto cavalcava le onde dell’Oceano Pacifico assieme al padre, col quale viveva in California. Arriva però un momento in cui le acque della sua vita si fanno così agitate, da non riuscire più a galleggiare. Che cos’è “il silenzio dell’onda”?
Il silenzio è in primo luogo il carattere doloroso dei ricordi di Roberto, quelli della stagione felice, irripetibile e perduta dell’adolescenza. L’onda del titolo è però anche e soprattutto una metafora del tempo e, in definitiva, della vita.
Anche Emma sta intraprendendo un percorso psicoanalitico. Nel passato, a causa del suo lavoro di attrice, lei stessa ha dovuto recitare un ruolo. Suo figlio, Giacomo, è un ragazzino orfano di padre a cui sembra mancare un faro per orientarsi. Che cosa avvicina le esistenze di Roberto, Emma e Giacomo?
Prima di tutto il caso, che è uno dei fattori più potenti di quello che ci succede, delle svolte nelle nostre esistenze e, per conseguenza, delle buone storie. Il racconto dell’incontro fra Roberto ed Emma è il racconto dell’incontro fra due solitudini, fra due vite in pezzi, tanto diverse eppure stranamente simili fra loro.
Lei sostiene di non cominciare a scrivere un libro avendo in mente un preciso genere letterario. I suoi romanzi ritraggono infatti la vita in tutti i suoi aspetti, psicologici, misteriosi, avventurosi, insondabili. E’ stato così anche per l’ambientazione de “Il silenzio dell’onda”, che è per la prima volta a Roma e non a Bari, sua città natale?
Direi per questo romanzo più ancora che per gli altri. Credo di essermi avventurato in un territorio veramente ignoto per me, dal punto di vista narrativo in generale – la storia è molto diversa dalle altre – e anche per quanto riguarda l’ambientazione perché, appunto, questo romanzo è tutto ambientato a Roma, che – come accade – ho veramente scoperto solo raccontandola.
Dottor Carofiglio, alcuni ritengono che il lettore di un romanzo sia un interprete che incorre inevitabilmente in errori di traduzione. Solo lo scrittore conosce per certo la voce dei personaggi. C’è un aspetto de “Il silenzio dell’onda” che di solito non viene colto e che sente particolarmente suo?
Io credo che il lettore abbia il diritto di leggere liberamente, senza essere vincolato al punto di vista dell’autore. Dopo aver scritto il romanzo l’autore deve accettare l’idea che il lettori reinterpretino liberamente, in qualche modo compiendo – con la lettura – un atto creativo. Detto questo son contento di constatare che i lettori con in quali entro in contatto mi parlano di un’esperienza di lettura che coglie tutti i temi di cui, più o meno consapevolmente, volevo parlare.
Il silenzio dell’onda
di Gianrico Carofiglio
Edizioni Rizzoli
La foto di Gianrico Carofiglio è di Fabio Lovino