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L’odio. Una storia d’amore

Lodio_art‘Le storie non capitano per caso, ma per saperle vivere bisogna darsi totalmente, altrimenti si perdono e per sempre’. Esistono però storie che si abbattono sulle persone come cicloni. Il vortice ha origine da una storia precedente, e nella sua corsa acquisisce sempre maggiore forza, fino a travolgere tutto quello che trova sulla sua strada. Come la storia di Stefano e Monica, raccontata in modo struggente e vero da Emanuele Ponturo nel suo libro L’odio. Una storia d’amore, edito da Fermento.
L’autore, avvocato penalista esperto di criminalità minorile, ispirandosi a una vicenda realmente accaduta, dipinge un ritratto della passione a tinte forti. Il quadro ha la poesia straziante di un amore giovanile, i tratti inquietanti dell’ossessione, e sullo sfondo, una Roma pasoliniana.
‘E’ l’inizio di qualcosa di bello, forse la storia che ho sempre cercato’.
‘Lo so, sei tu Shahrazàd, raccontami pure le tue storie. Ma non ti puoi salvare dall’imprevisto delle favole’.

Emanuele_Ponturo_artAvvocato Ponturo, lei è un penalista che si occupa di criminalità giovanile. Tra i tanti casi di cui è venuto a conoscenza, perchè ha scelto di raccontare proprio quello di Stefano e Monica?
Quello che più mi interessava è il loro aspetto romantico legato alla visione dell’amore. Stefano porta con sé  ancora l’immagine del  “primo amore”, di quella età adolescenziale fatta di sentimenti  difficili da contenere, e quell’ aspetto emotivo anche nella scoperta del corpo dell’altro che è sempre “una prima scoperta”. Monica, alla ricerca del “principe azzurro”, in fondo cerca la stessa cosa, seppure da un’altra prospettiva, cerca quell’amore che viene da lontano e che tutto cambia. Entrambi non mentono: ogni loro intenzione è rivolta all’altro, è proclamata squillante, solenne, senza censure la reciproca attrazione, e così il loro amore.

Il suo romanzo ‘L’odio. Una storia d’amore’, racconta un’ossessione che sfocia nella violenza. Lei pensa che nei rapporti dove la coppia diventa un campo di battaglia, esista comunque una forma d’amore?
L’amore è privo di regole.  Un ingranaggio misterioso dato dall’incontro di due “anime” con tutta la storia che si portano dietro.  Stima, fiducia, appagamento nell’altro non necessariamente appartengono a questo sentimento. Si può amare chi ti sfrutta, chi è incompatibile con la tua visione della vita, chi ti tradisce, chi ti fa del male. La razionalità e il buon senso non appartengono sempre all’amore. Per me c’è da domandarsi  cosa ci sia dietro quel “campo di battaglia”, il perché di tanto dolore e rancore quando un amore finisce o un amore è impossibile. C’è da chiedersi da dove nasca quel legame di dipendenza psicologica che toglie libertà e che di certo nelle modalità non è una forma d’amore, ma semmai la sua parte malata.

Stefano è un ragazzo la cui vita è come un palco su cui recitano personaggi diversi, ma va sempre in scena la stessa ossessione. ‘La mia infanzia, un marchio su di me’, dice. Bastano la sua storia e il suo passato a farne un carnefice?
Nel romanzo  viene affrontato il percorso interiore di Stefano  attraverso i suoi  fantasmi e le sue ossessioni, dall’adolescenza fino all’età adulta, il romanzo cerca di portare un po’ di luce proprio sulla malattia mentale.

Sia Monica che Stefano sognano l’amore. Lei pensa di riconoscerlo nelle attenzioni assillanti di lui, lui nella figura di lei, che è però in realtà la proiezione della propria rabbia e del proprio dolore. Le conseguenze saranno devastanti. Sono questi i primi sintomi di un amore malato?
Tutto dipende dall’intensità, da come le proiezioni si evolvono e si trasformano. Nel romanzo, il bisogno d’amore è un fiume in piena, trascinerà i personaggi dove neanche loro stessi vogliono andare. Ma è importante sapere che possiamo in ogni momento cambiare direzione, fare una scelta piuttosto che un’altra.

In Italia ogni tre giorni una donna viene uccisa da un uomo. Da dove nasce quest’odio feroce che si scatena anche fra i giovani? E come si potrebbe intervenire?
La questione è molto complessa, ci sono episodi di violenza sulle che scaturiscono da una visione della donna come oggetto , malgrado le tante battaglie, abusi dovuti a una di sopraffazione, altri episodi dovuti a disagio psicologico o a malattie mentali, altri casi ancora nascono dal degrado…

Avvocato Ponturo, la legge può stabilire se un comportamento costituisce reato, e in quel caso, condannarlo, punirlo. Quando però si cerca di ripercorrere la strada che ha condotto all’abisso, ci si imbatte nelle leggi spesso insondabili dell’animo umano. E’ allora che si decide di scrivere un libro?
Sì, la strada che conduce all’abisso, per me, come scrittore, è molto interessante. Mi permette di indagare l’animo umano, di scoprire cosa c’è dietro a certi gesti definitivi.

L’odio. Una storia d’amore
di Emanuele Ponturo
Edizioni Fermento

Foto dell’autore: © Mario D’Angelo

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