Le indagini dell’ispettore Sangermano diventano trilogia grazie al nuovo giallo di Marco Di Tillo, Il palazzo del freddo, pubblicato da Arkadia Editore.
Una ragazza cinese di nome Liu viene trovata morta nei giardini di piazza Vittorio. E’ bellissima e tra le dita della mano destra stringe un’orchidea rossa. Qualcuno le ha sparato da un palazzo vicino con un fucile di precisione, e il proiettile le ha trapassato la testa. Il caso viene affidato all’Uocs (Unità Operativa per i Crimini Seriali), dove opera Sangermano, ma le indagini si rivelano da subito molto complicate. L’omicidio è maturato all’interno della comunità cinese, di fatto impenetrabile e regolata da tradizioni antiche e misteriose.
Si muove in stile Maigret, Sangermano. I lettori l’hanno conosciuto attraverso la scrittura intrigante di Di Tillo nei due romanzi precedenti Destini di sangue (2013) e Dodici giugno (2015). Scanzonato e acuto, l’ispettore ha un passato difficile da dimenticare e un presente da laico consacrato che ne fanno un personaggio sui generis. Osserva, fa domande e riflette, mentre si aggira per le vie di un quartiere Esquilino dai tratti sempre più multi-etnici, in una Roma che sta cambiando volto.
Chi ha ucciso la giovane Liu? Mafia cinese, razzismo o movente passionale? Le indagini si concentrano in un primo momento su Roma, intorno alla cosiddetta Porta Alchemica, e al Palazzo del Freddo, una delle più antiche gelaterie della capitale. Ma sarà solo il fine intuito dell’ispettore Sangermano a dare una svolta decisiva al caso, che in un crescendo di svolte inattese e colpi di scena, trascinerà il lettore tra le strade di Milano e di Shangai. La verità emergerà nella sua incredibile crudezza, lasciando tutti a bocca aperta, in attesa della prossima indagine dell’ispettore Sangermano, che prossimamente vedremo protagonista di una serie televisiva.
Signor Di Tillo, a tre anni di distanza dalla sua ultima indagine, l’ispettore Sangermano è alle prese con il misterioso omicidio di una ragazza cinese a piazza Vittorio. In quale Roma si muove?
MDT: L’indagine si svolge nella Roma multietnica, quella che i nostri nonni non hanno mai visto e a cui i nostri padri sono riusciti a dare soltanto una sbirciatina, una soltanto però. Noi invece ci siamo dentro ormai fino al collo a questa nuova Roma, invasi come siamo oggigiorno dalla moltitudine di popoli stranieri che sono giunti a noi da ogni parte del mondo. Non so se noi romani siamo davvero felici di tutto questo ma, anche se non lo fossimo, non possiamo farci niente ormai, è la realtà. L’unico modo è quello di conviverci e, visto che dobbiamo farlo, la cosa migliore è quella di prenderne il meglio e cioè comprenderne le radici, gli usi, i costumi, il modo di pensare e di vivere. Sono certo che, se lo facessimo tutti senza alcuna ritrosia, potremmo davvero stupirci e, soprattutto, arricchirci di un nuovo emozionante bagaglio.
C’è un motivo particolare per cui ha ambientato il suo ultimo libro nel quartiere Esquilino e l’ha intitolato “Il palazzo del freddo”?
MDT: Ho fatto un po’ di volontariato presso la Casa dei diritti sociali che ha sede a Piazza Vittorio. Loro si occupano da più di 30 anni ormai di insegnare l’italiano agli stranieri e hanno numerosi altri progetti sempre rivolti al mondo del sociale, nei quali si impegnano volontari come me e numerosi giovani che prestano il servizio civile ogni anno. Andando a piazza Vittorio, regolarmente, ho conosciuto meglio quella zona, popolata al settanta per cento da cinesi, e mi è venuta in mente questa storia, Il palazzo del freddo. E’ un giallo, naturalmente, ma anche una storia d’amore tra un romano che insegna italiano agli stranieri e una bellissima ragazza cinese che si chiama Liu. Come tutti gli innamorati anche loro hanno un posto speciale dove si rifugiano a chiacchierare. Il loro posto preferito è appunto una saletta interna del Palazzo del freddo, la famosa e antica gelateria Fassi di via Principe Eugenio. E’ lì che si ambientano molte delle azioni del romanzo oltre, naturalmente, ai giardini della piazza dove avviene l’omicidio e anche ad un misterioso ed enorme palazzo al civico 59 dove abitano numerosi protagonisti della storia.
La sua è una storia di amore e di morte. Da laico consacrato, l’ispettore Sangermano come affronta questi due aspetti estremi della vita?
MDT: Chi ha letto gli altri due libri già usciti per Arkadia Editore, Destini di sangue (2013) e Dodici giugno (2015), sa che il protagonista di queste storie, l’ispettore romano della squadra per i crimini seriali Marcello Sangermano ha scelto di prendere i voti da laico-consacrato e che oggi vive in un minuscolo appartamento sopra ad una parrocchia, si impegna nel centro d’ascolto del quartiere e nel recupero di giovani ex tossicodipendenti. Però i lettori sanno anche che lui non è sempre stato così nella sua vita. Un tempo, infatti, era un convinto ateo, lontano anni luce da Dio e dalla chiesa. Non è, cioè, un “pretino” nato e pasciuto, ma un uomo di quasi cinquant’anni che ha avuto modo di comprendere e sperimentare appieno le due realtà che fanno scorrere il mondo, e cioè il Bene e il Male. Anche lui ha amato una donna in passato, una giovane compagna di liceo uccisa a soli 19 anni da una prima e unica dose di eroina. Dopo questa tragedia, lui avrebbe voluto farla finita. Invece ha scelto di combattere il male come poliziotto e, in seguito, anche di consacrare la sua esistenza ad un altro capo, Dio.
Lei è conosciuto come un autore prolifico. Sta già lavorando a nuovi progetti?
MDT: Sono stato molto tempo della mia vita lontano dalla scrittura, dedicandomi ad altri progetti di vita e di lavoro. Da quando ho ripreso a scrivere però, cerco un po’ di recuperare il tempo perduto.
Nel 2018, dopo questo giallo dell’ispettore Sangermano, escono infatti altri due libri.
Il primo è appena stato presentato alla fiera “Più libri più liberi”. E’ un buffo giallo per ragazzi che si intitola Il ladro di Picasso (Edizioni Corsare). E’ ambientato sulla Costa Azzurra, nel 1955, quando il grande pittore spagnolo si era trasferito a vivere lì, in una grande villa vicino Cannes. Ho pensato che il famoso ladro Henry Bobot, detto La Spremuta, avesse intenzione di rubargli tutti i quadri e, in effetti, avrebbe anche potuto riuscirci, visto che a contrastarlo c’era l’ispettore Fusè, ovvero il più stupido poliziotto di tutta la Francia. Questo libro è destinato ai ragazzi dai 9 anni in su ma, a mio avviso, potrebbe divertire anche i loro genitori. Poi, ad aprile esce un nuovo giallo per adulti. Il titolo è Tutte le strade portano a Genova (Fratelli Frilli Editori). C’è un nuovo poliziotto, l’ispettore della squadra mobile genovese Marco Canepa, in un’indagine che ha a che vedere con gli omicidi di alcune giovani ragazze ucraine. Ci sono una Genova invernale e piovosa, gli stretti vicoli che nascondono malaffare e prostituzione e un inedito grande co-protagonista, ovvero il famoso architetto Renzo Piano, che presta sé stesso e il suo celebre studio a picco sul mare ad alcune fondamentali scene del romanzo. Per me questo libro è stato una vera scommessa, perché il mio nuovo protagonista parla ligure e vive in una città che non è la mia e che ho dovuto “studiare” per poi poter scrivere quello che ho scritto. L’editore Carlo Frilli, genovese doc, ha apprezzato ed io sono molto contento.
Poi, naturalmente, sto iniziando a buttare giù qualche idea anche per il quarto giallo di Sangermano e vi rivelo anche una piccola novità, anche se non lo dico ad alta voce, la sussurro appena e faccio gli scongiuri. Un produttore sta pensando di trasformare le storie di Sangermano in una serie televisiva. Non dico altro.
Il palazzo del freddo
di Marco Di Tillo
Arkadia Editore
Marco Di Tillo è nato a Roma, dove vive. E’ autore di programmi televisivi e radiofonici per la Rai, insieme a Serena Dandini, Piero Chiambretti, Nanni Loy e Enza Sampò. Ha scritto diversi libri per bambini, come Operazione Pappagallo, Il giovane cavaliere (Einaudi) e Tre ragazzi ed il sultano (Mursia). Negli Stati Uniti ha pubblicato il thriller The Other Eisenhower (Webster House Publishing).
La trilogia dell’ispettore Sangermano comprende Destini di sangue, Dodici giugno e Il palazzo del freddo, tutti pubblicati da Arkadia Editore.