Tutto è possibile art

Tutto è possibile

Tutto è possibile art come Tutto è possibile di Luca Spaghetti (Cairo Editore) si
chiudono lentamente, lasciando nell’aria un po’ di magia. Si arriva all’ultima pagina pensando che i sogni possano davvero trasformarsi in realtà, e che una passeggiata per Roma, così martoriata e così bella, a
volte basti per dare una svolta alla nostra giornata.
In fin dei conti, è quello che è successo veramente all’autore romano, che dopo aver ospitato nella città eterna l’amica Elizabeth Gilbert, famosa scrittrice
americana, diventa uno dei personaggi del suo best seller Mangia, prega, ama. Milioni di lettori in tutto il mondo conoscono Luca, che di cognome fa veramente Spaghetti, sanno che è simpatico, amante della buona cucina e di incrollabile
fede laziale. Ma le sorprese non finiscono qui, e non solo perché Mangia, prega, ama diventa un successo hollywoodiano interpretato da Julia Roberts e Javier Bardem. “Ammazza quanto t’hanno fatto brutto!”, è
infatti il primo commento di chi vede il film, dove il personaggio di Luca Spaghetti è grasso, calvo e romanista. “Levatemi quella sciarpa della Roma dalle spalle altrimenti vi denuncio!”, ribatte lui, preoccupato più
di tutto di essere stato trasformato da “aquilotto” in “lupacchiotto”.
La polvere di stelle si è però ormai posata stabilmente su Spaghetti, di professione commercialista, che dopo aver incontrato Julia Roberts
sul set a Roma, decide di raccontare la sua avventura in un libro. Contattato direttamente dalla casa editrice Penguin, atterra a New York e scrive Un romano per amico, che uscirà in tredici paesi. Ora il sogno continua con Tutto è possibile.
Dopo averlo letto vien da dire che a volte lo è davvero.

Spaghetti Luca1 artLuca, la prima domanda è d’obbligo. Spaghetti è un nome azzeccatissimo per un autore come lei con la passione incontenibile per la cucina italiana. Sfogliando le pagine di Tutto è possibile sembra a volte quasi di sentire il profumo di un piatto di tonnarelli cacio e pepe. Ma davvero è il suo cognome?
LS:
Qualche anno fa avrei detto “purtroppo” sì, oggi dico “per fortuna” sì. In passato, specialmente da bambino, portarne il peso è stato davvero faticoso, e quando mia nonna mi diceva che mi avrebbe portato fortuna
ovviamente non le credevo. Invece aveva ragione, devo ammettere che questo cognome bendispone immediatamente i miei interlocutori e sicuramente calza benissimo per un appassionato di cucina, non solo italiana, come me. Appassionato specialmente dal lato
del “consumatore” più che dello chef, perché devo dire che ai fornelli effettivamente non combino grossi guai ma non vengo neanche ricordato con particolare nostalgia. “Spaghetti” ha poi un certo peso, specialmente
quando mi rapporto con l’estero, per molti rappresento la cucina italiana. Pensi che sono stato nominato “Ambasciatore negli Stati Uniti del Carbonara Club”.

La sua incredibile avventura sa di sogno americano tra i vicoli di Roma. Da commercialista afflitto dalle scadenze fiscali ci spiega com’è finito accanto a Julia Roberts?
LS: E’ stato il realizzarsi del sogno
americano di un ragazzo romano. Quando nel 2003 incontrai per la prima volta Elizabeth Gilbert davanti ad un piatto di penne all’arrabbiata in una trattoria di Trastevere mai avrei pensato di diventare uno dei personaggi di un best-seller mondiale
chiamato “Mangia, Prega, Ama”, tantomeno che questo libro sarebbe diventato un film e mai e poi mai che anche io avrei scritto un libro. Anzi due. Quando poi è stata data la possibilità ai personaggi reali di “Mangia,
prega, ama” di incontrare Julia Roberts sul set il sogno americano si è diventato realtà nei vicoli di Roma. E grazie a questo per un bel po’ di tempo la miriade di scadenze fiscali italiane sono apparse per il povero commercialista
un po’ meno affliggenti del solito. Oggi con Liz siamo ancora amicissimi, lei è una sorta di rock-star della letteratura, sempre in tour da un capo all’altro del mondo, siamo in contatto non dico quotidiano ma quasi e ci siamo ripromessi
reciprocamente di vederci almeno una volta all’anno, promessa che stiamo mantenendo egregiamente.

Il bestseller Mangia, prega, ama è poi diventato un film di successo mondiale in cui lei è uno dei protagonisti. Com’è stato vedersi sullo schermo interpretato dall’attore Giuseppe Gandini?
LS:
Inizialmente devo dire scioccante. Nei mesi precedenti si sapeva poco del film, eravamo a conoscenza che Liz sarebbe diventata Julia Roberts e suo marito Javier Bardem. Pochi giorni prima delle riprese si era sparsa voce che anche Luca Argentero avrebbe
fatto parte del cast. Qualcosa mi diceva che se tutti stavano diventando eccezionalmente belli qualcuno avrebbe dovuto pagarne il conto ed ecco che Luca Spaghetti diventa Giuseppe Gandini, attore ferrarese con molti chili in più di me e molti
capelli in meno, e soprattutto di fede calcistica opposta. Misteri di Hollywood! Con Giuseppe, cioè col nuovo me stesso, ragazzo simpaticissimo e attore bravissimo, nel tempo sono poi ovviamente diventato amico, ma il nostro primo incontro sul
set è stato davvero quantomeno inusuale. Quello che poteva sembrare deludente e limitante mi ha invece poi portato la solidarietà e la simpatia di lettori e spettatori.

In Tutto è possibile lei attraversa Roma con lo scooter e con il cuore, rivolgendole sguardi di affetto costante, anche se, – scrive – “noi romani siamo così: malediciamo, trascuriamo, dimentichiamo, maltrattiamo e sfregiamo la nostra città.” Pensa che sarebbe riuscito ad ambientare il suo libro in un altro posto?
LS:
Questo è l’amore di un romano per Roma. Guai a chi ce la tocca, quando andiamo all’estero facciamo il possibile per farci riconoscere, per far capire al mondo che siamo romani, quando siamo a casa voltiamo spesso le spalle alla nostra
città. Che per carità, ha i suoi difetti e le sue problematiche, ma potremmo fare tutti molto di più, a partire dal cercare di ricostruire quel senso civico che sembra irrimediabilmente perduto e che restituirebbe dignità
e decoro alla città eterna. Poi quando giro per Roma con lo scooter mi sembra di accarezzarle il corpo, mi riscopro sempre ancora tanto innamorato di lei ma guardandomi intorno subisco spesso anche un senso di inquietudine, come se qualcuno stesse
costantemente tentando di portarmela via. Dubito che sarei riuscito ad ambientare il libro in un’altra città, quantomeno con la stessa complicità, con la stessa simbiosi e con lo stesso carico di emozioni che mi trasmette sempre e
ancora Roma. E sono felice che questa mia meravigliosa avventura, che non mi stancherò mai di raccontare, sia capitata proprio qui, in questa città oggi così affaticata, nella speranza che un po’ di fortuna arrivi anche a lei.

Tutto è possibile
di Luca Spaghetti
Cairo Editore

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