L’esatto contrario di Giulio Perrone (Rizzoli Editore) è l’effetto imprevedibile dell’irruzione del passato nel presente, la svolta inaspettata che un episodio relegato a ricordo può imprimere alla vita di ciascuno.
Riccardo Magris è un trentacinquenne che per primo si stupisce di essere riuscito ad andare avanti. Le sue certezze, che sarebbe diventato un grande giornalista, che lui e Gaia non si sarebbero mai lasciati e che la Roma avrebbe vinto lo scudetto, sono crollate, anche se non in questo ordine. Cosciente di dover “limare le aspettative” scrive su un infimo settimanale di nera e per arrotondare divide la casa con Sandro, lettore ossessivo di Proust, e Rachele, reinventatasi mistress a causa della crisi. E’ un nome tra i titoli della cronaca a stanare Riccardo dall’angolo di vita in cui si è rifugiato: Giulia Rusconi.
Tra Riccardo e Giulia c’è stato solo un bacio ai tempi dell’università, poi per tutti lei è diventata la studentessa uccisa alla Sapienza da un chiacchierato professore. Appena scarcerato però, l’assassino della ragazza viene ritrovato morto, riaprendo, assieme al caso, una finestra sul passato di Riccardo.
“I ricordi non sono uno strumento da maneggiare troppo liberamente. Bisogna mettere tutto in gioco.” E così farà il protagonista, trasformandosi in un investigatore piuttosto maldestro, ma capace di scoprire l’inquietante verità sulla morte di Giulia in un crescendo di colpi di scena. Sullo sfondo, il quartiere romano di San Lorenzo, perfetta combinazione di atmosfere tradizionali e multi-etniche.
L’esatto contrario segna il riuscito esordio di Giulio Perrone, fondatore dell’omonima casa editrice, come scrittore.
Signor Perrone, con L’esatto contrario è passato dalla veste di editore a quella di autore. Com’è stato vivere la pubblicazione dalla parte di chi scrive?
GP: È stata un’esperienza sicuramente nuova e diversa che attiva delle emozioni nuove. Anche delle paure forse perché si tratta comunque di un modo differente di mettersi in gioco. Alla fine però posso dire che nel complesso è sicuramente qualcosa di piacevole e forse di unico rispetto anche a tutto quello che avevo già provato.
Nel suo romanzo, Riccardo, il protagonista, vive una vita un po’ di ripiego, che non è andata come si immaginava. All’improvviso però, un fatto di cronaca lo scuote dal suo torpore esistenziale. Come si pone di fronte al cambiamento?
GP: Riccardo rispecchia molto bene la vita di molti trentacinquenni di oggi che scelgono la strada di una precarietà esistenziale affidandosi soprattutto a quei piccoli piaceri, come la passione per il calcio vissuta insieme ai suoi amici, che lo tengono in piedi e gli regalano un motivo valido per non pensare troppo e godersi l’attimo. Certe volte però la vita o il passato bussano alla porta per scuoterci e per costringerci a mettere in gioco tutto quello che abbiamo e questo succede anche a Riccardo. La morte dell’assassino di Giulia, ragazza che aveva conosciuto e a cui aveva voluto molto bene ai tempi dell’università lo scuote al punto da costringerlo a mettersi in movimento, a cercare di capire anche se goffamente quello che è successo davvero.
Perché ha scelto come ambientazione il quartiere romano di San Lorenzo?
GP: Perché volevo restituire di Roma un’immagine diversa da quella storica e monumentale che tutti conoscono. Sentivo la necessità di raccontare un quartiere che è al tempo stesso specchio di una certa “romanità” ma anche spazio giovane e multietnico in cui è possibile davvero osservare un microcosmo di vita variegato e forse unico.
Roma fa da sfondo a diversi gialli pubblicati negli ultimi anni. C’è un’atmosfera particolare che la capitale sa regalare a una storia?
GP: Nel mio caso si sposa benissimo con la natura “ironica” del protagonista che non è un addetto ai lavori, non è neanche un vero giornalista ma sente la spinta a trasformarsi in una sorta di investigatore sui generis. Lo fa con la giusta dose di autoironia e anche di sarcasmo. Un mood che appartiene ad una città in cui anche le cose più terribili spesso vengono raccontate con una battuta feroce.
L’esatto contrario
di Giulio Perrone
Rizzoli Editore
Giulio Perrone vive a Roma, dove nel 2005 ha fondato la casa editrice che porta il suo nome. Insegna Organizzazione e gestione delle imprese culturali presso la facoltà di Lettere dell’Università La Sapienza di Roma.