Il cuore di Roma, da sempre idealmente nel centro storico della città, è stato trapiantato in periferia, e lo si può ritrovare tra le pagine di Casilina. Ultima fermata, romanzo di Enrico Astolfi recentemente pubblicato da Edizioni Ponte Sisto.
Batte nel quartiere del Pigneto, con ritmo ora regolare ora affannato, scandendo la vita di chi ci è nato e di chi ci mette piede per la prima volta. Come “il Grigio”, che dopo otto anni di carcere non trova più la sua casa, e accanto al bar Necci, un tempo frequentato da Pasolini, vede solo macellerie islamiche e call center. Oppure Roy, arrivato dall’Olanda per prestare servizio come volontario presso un’associazione animalista, la cui sede però non esiste. Si innamorerà di Roma perché è “dolce e amara, chiara e scura, scaltra e sorniona, energica e asmatica.”
“Il Grigio”, “un essere inquieto, un demone dormiente, capace di tutto”, e Roy, un tipo a modo che dà “sempre risposte pulite e accoglienti”, si lanceranno, su strade diverse, in una corsa fuori controllo segnata da rabbia, buone intenzioni, vendette, e dal caso. Tra fughe e frenate, bestemmie e preghiere, romanesco e arabo, attraverseranno un Pigneto dove non ci sono più pini ma gru.
E’ un noir metropolitano, Casilina. Ultima fermata, che non nega però uno spiraglio di luce ai palazzoni di cemento e un barlume di speranza ai suoi personaggi. Enrico Astolfi, giunto con questo romanzo alla sua quarta opera letteraria, ha una scrittura agile e appassionante, in cui le nuvole cambiano continuamente di colore, le volanti sfrecciano e l’aria sa di curry. L’autore conosce bene quel ritmo inarrestabile, dopo anni vissuti proprio al Pigneto e un’esperienza come operatore sociale in un centro di accoglienza per minori stranieri. E’ “il cuore di Roma che pulsa, regolare.”
Franco David, detto “il Grigio”, vive una vita tra galera e delinquenza. Eppure, una volta scontata la sua pena, anche nel degrado più nero, intravede dei bagliori che si chiamano casa, famiglia, futuro. Le sue sono allucinazioni o desideri?
EA: Quando si scrive si è sempre in bilico fra realtà e fantasia. A me piace molto catturare storie reali e arricchirle di elementi di fantasia. Quando mi hanno raccontato la vicenda di Franco ho voluto costruire il personaggio intorno alla sua “redenzione”. Per questo motivo, appena uscito dal carcere, l’ho “ficcato” in un quartiere, il Pigneto, che non riconosce più ed in dinamiche che non sa gestire. Una volta scontata la pena si trova davanti ad un mondo nuovo, difficile, ostile e che non gli regala nulla. Ma Franco, proprio perché vuole redimersi, cercherà di seguire quei “bagliori che si chiamano casa, famiglia, futuro” come si seguono i desideri, ossia con tenacia e determinazione. E sono proprio queste sue speranze più intime a divenire il fulcro intorno al quale gira l’intera vicenda.
Personaggio interessante quello di Roy Van Persie. Olandese, mite e a tratti quasi ingenuo, arriva a Roma per prestare servizio come volontario. Non trova la sede dell’associazione, ma si perde invece nel ventre di una città rabbiosa e violenta. E’ la rappresentazione di come una società porti alla deriva i suoi componenti quando non ha più punti saldi?
EA: Roy Van Persie è un olandese innamorato dell’Italia che arriva a Roma per prestare servizio presso un’associazione di volontariato che recupera cani randagi. All’appuntamento, però, non si presenta nessuno, la sede non esiste. Roy si perde nei meandri del Pigneto. Da salvatore di animali diventa lui stesso un randagio disperso nella città eterna. Assorbito da questa sensazione di smarrimento, porta avanti, caparbio e deciso, la sua missione. Certo, vive un’avventura piena insidie, momenti difficili e avversità, ma Roy non cede. Il messaggio che esprime questo personaggio è assolutamente propositivo. Il mondo intorno a Roy cambia, la rappresentazione del bene, dell’agire senza interessi vince. La società senza punti saldi sembra averne trovati.
La vera protagonista di Casilina. Ultima fermata sembra essere Roma. “Il Grigio” torna in libertà e vede il suo quartiere, il Pigneto, trasformato da borgata in quartiere modaiolo. Roy, appena arrivato dall’Olanda, pensa che “per innamorarsi di tanta bellezza” basta un giro in motorino. Quanti volti ha la città, attraverso gli occhi dei due personaggi?
EA: Le strade, i locali, gli odori e le persone che le vivono sono da sempre un’immensa fonte di ispirazione. Conosco quello che descrivo, osservo, prendo appunti, raccolgo. “Gergalità romanesche, macchiette tipiche, fiumi di pendolari, perdigiorno, immigrati, una cloaca caleidoscopica su quanto la zona sia stata trasformata negli ultimi anni”. Roma diventa una protagonista della storia e questo mi è stato possibile grazie al lavoro che ho fatto su tutti personaggi: sia i principali che i secondari esprimono la loro personalissima visione sulla città. La Roma da cartolina, quella che Roy sfiora nel giro in motorino, si trasforma, diventa altro, prende la consistenza di quartieri sporchi, a volte invivibili, violenti, e andando avanti con la lettura, si ha la sensazione che la storia di Casilina. Ultima fermata potrebbe svolgersi altrove, in qualsiasi altra città. Le metropoli hanno mille volti e le persone che le abitano, le loro vicende, i loro amori, la disperazione, l’amore, sono capaci di renderli visibili e riconoscibili.
Lei vive proprio nel quartiere multietnico del Pigneto, e lavora come operatore sociale in un centro di accoglienza per minori stranieri. Quanta vita vissuta c’è in Casilina. Ultima fermata?
EA: Ho costruito lentamente questo lavoro, passeggiando, vivendo la strada, lavorando, prendendo i trasporti pubblici, fermandomi nei bar, facendo nottate nei locali, conoscendo i personaggi più svariati.
A molti romani è piaciuta questa frase:“ Sai qual è la verità? La verità è che non è cambiato niente. Tutti a dire questo è peggio, che una volta era meglio, che le cose funzionavano. Che si stava meglio quando si stava peggio. Non è vero. Credimi. Questa città è sempre uguale e sarà sempre uguale, e sai perché? Perché non sono i romani che fanno Roma. È Roma a fare i romani. E ti posso dire una cosa: Roma i romani li tiene per le palle”
La stessa cosa è successa anche a me. Vivere la città mi ha aiutato a costruire personaggi, dialoghi, situazioni. Questa storia parte ovviamente dalla mia esperienza, ma come dicevo prima, quando si decide di raccontare qualcosa si arriva ad un punto dove la realtà si fonde con la fantasia. Dove le esperienze personali, si sciolgono in un mare infinito di possibilità narrative. A me piace perdermi in questa distesa infinita, perché è come vivere più vite, aprirsi altre prospettive, e inevitabilmente essere più liberi.
Casilina. Ultima fermata
di Enrico Astolfi
Edizioni Ponte Sisto
Il booktrailer di Casilina. Ultima fermata è visibile all’indirizzo https://vimeo.com/88106198