Regista cinematografico e televisivo, – ha diretto la seconda unità del film TV Crimini e alcune parti della serie TV Distretto di Polizia e RIS -, Paolo Geremei è passato dall’obiettivo alla penna pubblicando Romane (Golem Edizioni), venti ritratti di donne ambientati in altrettanti quartieri della capitale.
Da un estremo all’altro della città, attraversando centro e periferie, i racconti delineano profili umani che si sovrappongono a quelli urbani. Ognuna a modo suo, le protagoniste sembrano possedere qualcosa della stessa sostanza millenaria di Roma, di cui incarnano il carattere frenetico, cinico e vitale. Nel fiore degli anni o pensionate, combattive o deluse, le loro vite si intrecciano coi luoghi in cui vivono, e la sensazione è di averle incrociate da qualche parte, magari per caso.
Benni, distante e irraggiungibile, sfreccia per l’EUR su una Mini rossa. ‹‹Non le interessa il cielo, né le piace il marmo: lei vuole l’asfalto››. Marisa, sul lungomare di Ostia, mentre fuma respira l’aria salmastra, e pensa che ‹‹troppo cielo può anche essere opprimente; troppo azzurro, troppo vuoto, troppa aria››. Lorenza, trentatré anni, che vive al Tufello, è sgraziata e attraente allo stesso tempo: coi suoi centocinquantacinque centimetri scarsi e i capelli tagliati male, ha le braccia ‹‹darwinianamente lunghe›› ma sempre pronte a un abbraccio. Cristina, nel suo Aventino, a settant’anni conserva i tratti della ragazza ribelle che era nel ’68.
Scorre, sullo sfondo, una Roma che ha vissuto assieme alle protagoniste: durante la Resistenza, negli anni di piombo, ieri. È una città dove il sole si fonde con la materia di cui è fatta, come il marmo polveroso e il porfido dei sanpietrini. Col bel tempo ospita cene in terrazza, tra musica, bucatini, e sapori esotici che sfidano la tradizione, mentre i ricordi si accumulano, abitati dalle marionette del Gianicolo, da gatti che sonnecchiano a Largo Argentina, da pattinate al Pincio.
La narrazione ha un’inquadratura, – neanche a dirlo -, cinematografica, di grande impatto, quasi un piano sequenza dove si affiancano scorci, storie ed emozioni. Queste venti donne fanno colazione al bar oppure a casa in pigiama, scoprono il tradimento del marito oppure sognano l’amore, vanno a un rave-party oppure all’Auditorium. Tutte però si muovono in un posto in cui sono diventate ciò che sono e a cui in qualche modo appartengono, e su cui talvolta la penna-obiettivo dell’autore fa calare ‹‹un tramonto di quelli che finiscono nelle copertine delle riviste o nelle pubblicità esistenzialiste di automobili››. È allora che la via vicino a casa sembra gli Champs-Elysées, La Caffarella il Bois de Boulogne, Piazza Tuscolo Place de la Concorde.
Al lettore vengono svelati segreti, mostrate ferite, confidate paure. In uno stile intimo e confidenziale, le venti voci prima di addormentarsi dialogano col Padreterno, immaginano il futuro, temono di aver sprecato la propria vita. C’è chi accetta, chi desiste, e chi insiste, perché, come recita una frase incisa nel marmo di un monumento Nihil difficile volenti.
Vivaci e immediate, queste storie offrono una galleria di donne autentiche, reali. Capita di incontrarle sulla metro A intente a leggere oppure di vederle sfrecciare sulla bicicletta elettrica.
Frettolose, arrabbiate o innamorate, la loro è un’esistenza di cui chi legge sente di conoscere qualcosa. Non fosse che lo stridio dei camioncini dell’AMA sull’asfalto oppure un cielo capace di colorare il marmo candido.
Romane
di Paolo Geremei
Golem Edizioni
Nato nel 1975, Paolo Geremei ha deciso di intraprendere la carriera di regista l’estate in cui ha visto il film Stand by Me.
I suoi primi cortometraggi hanno ottenuto numerosi riconoscimenti in vari festival, così come il film documentario Zero a Zero, che racconta la storia di tre giovani calciatori che sono arrivati a un passo dal successo senza riuscire ad assaporarne la gloria.
Ha diretto la seconda unità del film tv Crimini e alcune scene delle serie tv Distretto di Polizia e RIS. La sua commedia d’esordio Din Don – Il ritorno è stata trasmessa su “Italia1” in prima serata. Dirige spot e documentari di carattere per lo più sociale e antropologico: autismo, violenza sulle donne, mamme che attraversano l’Italia raccontando favole.
Vive a Roma.