Dimmi cosa vedi tu da lì

Dimmi cosa vedi tu da lì

Dimmi cosa vedi tu da lìNel ‹‹secondo inverno dell’era del contagio›› lo scrittore Guido Maria Brera si aggira in cerca di un fantasma tra i binari della Stazione Termini, nelle aule de La Sapienza, sulla collina di Monte Mario dove un tempo c’era il bar Zodiaco.

Il fantasma è quello dell’economista Federico Caffè, teorico di un’economia dal volto umano, sparito nel nulla in un’alba dell’aprile 1987. L’uscita di scena dello studioso avviene durante il trionfo del corso neo-liberista, ‹‹dell’individualismo furbo, senza più orizzonti collettivi››: una coincidenza significativa.
A trentacinque anni da quella scomparsa, mentre il coronavirus inceppa il meccanismo della globalizzazione, – ma non la sua logica del profitto a scapito dei diritti dei lavoratori -, fermando il mondo intero, per Brera è il momento dei bilanci. Nasce così Dimmi cosa vedi tu da lì (Solferino), un illuminante ‹‹romanzo keynesiano›› che ripercorre gli stravolgimenti socio-economici degli ultimi decenni sul filo di un interrogativo di fondo: i fantasmi sconfitti di ieri torneranno come i vincitori di domani?

Guido Maria Brera, chi cercava tra le strade di Roma, in piena pandemia?     
GMB: Il realtà cercavo il fantasma di Federico Caffè, ovvero cercavo un’idea di stato e di politica che non è più presente da moltissimi anni, sparita definitivamente dal  crollo del muro di Berlino. Federico Caffè rappresentava una difesa contro l’anarco-capitalismo dei nostri tempi.              

Se oggi Federico Caffè tornasse, che panorama troverebbe, cosa vedrebbe “da lì’”?      
GMB: Sicuramente troverebbe macerie su cui ricostruire. Troverebbe il buio della legge della giungla e una luce legata ai giovani, alla loro voglia di fare rete, alle loro idee green, e al loro sentirsi “tutti equipaggio e nessuno passeggero del pianeta terra.”        

La capitale fa da sfondo al suo “romanzo keynesiano”. Che città è diventata?      
GMB: Una città selvatica, cittadini arrabbiati, periferie abbandonate, cinghiali per le strade, cassonetti strapieni e autobus che prendono fuoco. Però Roma è anche la grande bellezza del cielo, del mare lì a due passi e di colori e monumenti e scorci che tutto il mondo ci invidia. A Roma c’è tutto il bene e il male possibile.

In questo momento si parla molto di “anno zero”, di una fase nuova. Come si fa a ripartire?            
GMB: L’estinzione di massa come la salvezza, sono esercizi collettivi. Si riparte solo assieme, capendo gli errori fatti ed elaborando un nuovo pensiero legato all’idea che Keynes aveva di intendere l’economia e le persone.

Dimmi cosa vedi tu da lì
di Guido Maria Brera
Edizioni Solferino

Guido Maria Brera è uno scrittore e uomo d’affari. Nel 2014 ha pubblicato il romanzo I Diavoli. La finanza raccontata dalla sua scatola nera, best seller da cui è stata tratta la serie tv di enorme successo su Sky con Patrick Dempsey e Alessandro Borghi.  
Per La nave di Teseo ha scritto Tutto è in frantumi e danza (2017, con il premio Strega Edoardo Nesi), La fine del tempo (2020) e Candido (2021, con il collettivo I Diavoli). Con Solferino ha scritto Dimmi cosa vedi tu da lì (2022, sempre con il collettivo I Diavoli).  
Il collettivo I Diavoli è un laboratorio di narrazioni nato sul web per espandere l’universo dell’omonimo romanzo di Guido Maria Brera. Sperimenta molteplici forme di scrittura spaziando dalla fiction alla fact fiction, dal reportage narrativo alla saggistica pop. 
«Informare raccontando» è la formula che restituisce il senso di un’attività di produzione on-line e non solo, che racconta i grandi di questo tempo.

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