Dell’amore e altre forature (ediciclo editore) di Nico Maraja è un diario di viaggio in bicicletta che tra salite e discese rappresenta una metafora di vita.
L’autore nelle prime pagine premette che nella storia non c’è niente di vero, anche se proprio come il protagonista, che tra l’altro si chiama Nico, ha anche lui promosso il suo libro con un ciclotour.
In effetti c’è qualcosa di fiabescamente irreale nell’amore tra Nico e Bea, nato sul molo di Fiumicino tra i dondolii dei pescherecci e i richiami delle balene. La loro sarà però una passione contrastata. Tra i due si frapporrà infatti Meri, non una bella fanciulla, ma una bici rossa fiammante con cui Nico intraprenderà un viaggio ‹‹fatto di viaggio e non di arrivo, perché forse è meglio perdersi nei tragitti››.
Così, pedalata dopo pedalata, Maraja attraversa assieme al lettore i paesaggi del mondo esteriore e interiore. Ne saggia le asperità e la dolcezza, la fatica e il piacere, scrivendo un romanzo in cui, anche nella salita più dura, c’è sempre posto per il sogno e la speranza.
Nico Maraja, sin da subito lei avverte i suoi lettori che ‹‹questo racconto è tutto falso›› e che ‹‹questo libro è tutto un dubbio››. Cosa intende?
NM: In realtà in questo libro c’è molto di vero, ma affermo che è tutto falso perché non mi interessava raccontare in sé una storia che mi coinvolge, ma sfruttare questa storia per condividere riflessioni che possono riguardare la storia di ogni lettore. È tutto un dubbio perché non ambisco a portare grandi rivelazioni su un tema complesso come quello dell’amore ma mi basta poter condividere un punto di vista con chi legge.
Lei però è davvero “un cantante in bicicletta” come il protagonista del romanzo. “Meri” esiste veramente?
NM: Meri esiste davvero! È stata la mia compagna di tante avventure e abbiamo fatto tantissimi chilometri insieme. Tuttora ogni tanto facciamo dei piccoli viaggi assieme e sicuramente arriveranno poi viaggi più lunghi di nuovo.
Ci accompagna in un giro ideale in bici attraverso Roma?
NM: Roma non è la città ideale da attraversare in bicicletta ma è una città bellissima che in bicicletta in realtà è ancora più apprezzabile. A me piace molto costeggiare il Tevere, passare sull’Isola Tiberina per il Ghetto, infilarmi nel centro passando da Campo de’ fiori, Pantheon e Trinità dei Monti fino a finire nel verde di Villa Borghese. Ma soprattutto mi piace salire all’Aventino, passare per la tranquilla bellezza del roseto e andare a guardare Roma dal Giardino degli Aranci.
Nico, per raccontare la vita alla fine preferisce la musica o la parola?
NM: Credo che il mio linguaggio sia un incontro fra le due. Credo sia quella la zona del mondo artistico dove io mi trovo più a mio agio. Quindi dove le parole diventano canzoni, o dove la musica deve descrivere un racconto.
Credo di non poter rinunciare né a una né all’altra, quindi forse continuerò a descrivere la vita a volte con canzoni, a volte con colonne sonore e chissà…forse con qualche altro libro!
Nico Maraja è nato a Lecco ma vive a Roma. Oltre a essere cantautore si occupa di musica per spettacoli teatrali. Ha alle spalle tre album con importanti riconoscimenti. Nell’estate 2017 ha compiuto un ciclotour documentato in un cortometraggio ( Nico & le cicloavventure) realizzato da Valerio Perini e raccontato in un libro pubblicato da Teka Edizioni.