È una Roma stupita quella de I radicali liberi, l’ultimo romanzo della scrittrice Laura Naselli (PAV Edizioni), dove, dopo una notte di tuoni e fulmini, i suoi abitanti si ritrovano col naso all’insù a fissare un oggetto alieno immobile nel cielo.
‹‹Mò è scoppiata la guera›› esclama Benigno Margherita sotto un riporto scompigliato dal vento, con il tono un po’ cinico di chi è abituato a vederne di tutti i colori.
Responsabile potrebbe essere il governo, la Cina o l’inquinamento. Il Papa auspica che l’astronave se ne torni da dove è venuta, il Primo Ministro commenta sconsolato che ‹‹com’è arrivata se ne andrà››, ma essa rimane fissa sul quartiere Prati, come un’attrazione capace di rubare la scena al Colosseo.
Non si sa da quali spazi siderali provenga la ‹‹cosa-nave››, né cosa nasconda, ma la sua presenza fa sembrare i romani, noti per la loro imperturbabilità, tanti ‹‹animali dello zoo›› incapaci di fuggire. Sullo sfondo di una capitale insolitamente ferma, l’autrice mette così abilmente in scena una commedia umana fatta di personaggi grotteschi e irresistibili: Amalia con le orecchie da cocker, Er Bietolone, l’onorevole Abbiatefede, Anita nel suo pigiamone di pile. Impossibile non riconoscersi almeno un po’ nei loro tic e nelle loro nevrosi, nei loro vizi e nelle loro virtù, non sentirsi, insieme a loro, spettatori di quella rappresentazione imprevedibile chiamata vita.
Laura Naselli, Roma, la città che ha visto ogni cosa, questa volta è davvero scossa. Cosa è successo?
LN: All’alba del tre gennaio del duemila e venti d.C., dopo una notte di tregenda, nei cieli di Roma, si materializza un oggetto di origini aliene, un’astronave che rimane immobile nel cielo della Capitale. Ha forma elicoidale, apparentemente è priva di aperture ed è sospesa sul Palazzo di Giustizia. Non emana odori, rumori o luci. Il mondo rimane con il fiato sospeso. I Governi sono sul piede di guerra ma, per fortuna, questo non è un nuovo capitolo della Guerra dei Mondi e, almeno per il momento, l’Apocalisse è rimandata.
Quella de I radicali liberi è una galleria di personaggi coloriti e un po’ improbabili. Ce ne presenta qualcuno?
LN: Ci sono molti personaggi. Ognuno di essi racconta un pezzetto di vita in una metropoli bella, fascinosa, misteriosa e difficile come può essere Roma ma, allo stesso tempo, potrebbe anche vivere in un’altra città. Benigno Margherita, ad esempio, è uno scapolo triste, privo di prospettive, senza una donna. Il suo cranio lucido è coperto da un antidiluviano riporto. Egli è un uomo rivestito da “un’aura di tristezza cosmica”. Gli fa da contraltare Camilla Perdigiorno, aiuto-parrucchiera. Una zitella nel vero e proprio senso della parola, divoratrice di tavolette di cioccolata a buon mercato. Lei, però, al contrario di Benigno, non ha smesso di sognare. Incontriamo anche lo scorbutico Alceste Sempione, Mariana la badante rumena dal cuore d’oro, Giuditta la parlamentare e tanti altri.
Lei è un medico. Ha in qualche modo attinto dalla sua esperienza professionale per caratterizzare i suoi personaggi?
LN: Essere un medico mi ha indotto all’osservazione, a cogliere i particolari.
Quali sono gli scrittori che l’hanno maggiormente influenzata?
LN: Leggo da quando avevo due anni e mi posso tranquillamente definire un’onnivora. Sono passata attraverso i classici della letteratura mondiale e la fantascienza. Ho letto dal fantasy ai romanzi storici, ai romanzi d’avventura. Adoro le biografie, la saggistica, la letteratura new-age. Considero Il Signore degli Anelli un capolavoro. Vorrei aver scritto La montagna Incantata al posto di Mann. Possiedo tutta l’opera di Camilleri, mi piacciono Balzac e Murakami, Philip Dick, Amélie Nothomb e Alessandro Barbero, tanto per citarne qualcuno. Inoltre considero fondamentale per la mia scrittura i personaggi interpretati da Totò, Alberto Sordi, Carlo Verdone, degli straordinari osservatori dell’Umanità.
Fa un certo effetto leggere il suo libro, tenuto conto che è stato scritto prima della pandemia. Aveva la sensazione che stesse per succedere qualcosa, di un pericolo imminente?
LN: La vita è imprevedibile. Forse l’arte della scrittura consiste anche nel descrivere l’inimmaginabile.
Sta già pensando a un nuovo progetto letterario?
LN: Proprio in questi giorni sta per uscire l’ultimo capitolo della mia trilogia fantasy-distopica Morfo blu edito da Splen, inoltre ho dato vita al personaggio del commissario Olivia Delcaso, catanese DOC, in Lacrime finte, per i tipi di Algra Editore. Quest’ultimo è un progetto, spero, destinato a durare nel tempo.
I radicali liberi
di Laura Naselli
PAV Edizioni
Laura Naselli è nata a Catania nel 1957. È laureata in Medicina e Chirurgia e appassionata di viaggi.
Ha pubblicato numerose opere con Tabula Fati, Giuseppe Aletti Editore, libriomeopatia.it, PAV Edizioni, Alcheringa Edizioni, Splen Edizioni e Algra Editore.
A breve sarà in libreria con Morfo Blu (Splen), ultimo capitolo di una trilogia fantasy molto apprezzata.