Il 16 ottobre, alla libreria Feltrinelli di Piazza Colonna a Roma, Leonardo Colombati ha presentato ai suoi lettori il suo ultimo libro, ‘Il re’, edito da Mondadori, ritratto degli ultimi momenti di Gianni Agnelli, da un’angolazione discreta e inaspettata.
L’autore romano, affiancato dalla scrittrice e giornalista Chiara Gamberale, ha spiegato perché ha scritto un romanzo sull’uomo di cui si sa già tutto, e quanto la grandezza di una tragedia dipende dall’altezza da cui si cade.
Inizialmente, Leonardo Colombati comincia a scrivere un racconto per un film sulla vita dell’Avvocato. Il film non verrà mai girato, ma il racconto, ‘Gianni Agnelli, la morte di un re’, viene pubblicato nell’antologia ‘La storia siamo noi’, per la casa editrice Neri Pozza.
Essere stato alla corte del re, anche se solo attraverso letture preparatorie, non lascia però indifferente Colombati, che decide di scrivere un libro.
Ma l’impresa non è semplice. Come si scrive un romanzo sull’uomo di cui ogni dettaglio è stato raccontato, e ogni particolare immortalato sui giornali di tutto il mondo?
‘Paris Match scriveva di lui che ricordava l’effigie di un condottiero e Life intravedeva in lui la fisionomia di Giulio Cesare. Il suo volto era finito sulla copertina di Newsweek, sopra un titolo che recitava: Il primo industriale d’Europa. Stern lo definiva l’ultimo signore d’Italia, Fellini disse che aveva l’aspetto di un re. ’
‘Viste le premesse mi sono trovato davanti a due possibilità’, spiega Colombati, ‘scrivere un romanzo sull’Italia degli anni ’80, un grande affresco del Paese, oppure raccontare un grande personaggio, di cui però si sapeva già tutto.
Ho dovuto quindi lavorare in levare, per togliere tutti i lustrini’.
Nasce il racconto di una caduta, una tragedia, che non può che lasciare senza fiato, vista l’altezza da cui il re precipita.
Colombati abbandona così il romanzo polifonico per concentrarsi sul singolo, e raccontare, come dice lui, ‘il mio Agnelli’.
E’ il racconto delle ultime ore dell’uomo che, secondo Chruščёv, ‘non avrebbe mai perso il potere’, ma è anche la resa dei conti con sé stesso, di chi è cresciuto nel credo che ‘è invulnerabile l’uomo che non ama nulla.’
Ed è a questo distacco che viene condannato dai suoi parenti più stretti, che consapevoli della fine imminente, quasi lo rinchiudono nella villa di famiglia, detta il Castello, perché ‘la discesa nel profondo esige il silenzio’.
Ed è così che il re è solo nel Castello, senza la corte che aveva al seguito negli anni in cui nessuno avrebbe mai messo in discussione il suo trono.
Sua unica compagnia sono il giovane cameriere Giorgio e la televisione, che trasmette in continuazione le puntate del grande romanzo della sua vita, cui sembra mancare solo il capitolo finale.
Tra la presentazione di un nuovo modello a Cape Canaveral e un grafico sull’andamento della Fiat, il re riconosce tra le nebbie della coscienza, rese fitte dai farmaci, visi e luoghi a lui cari.
Vede Pamela, probabilmente il suo grande amore, con la quale è arrivato ad un passo dalle nozze.
La vita sentimentale di lei è stata un fiume dalle acque impetuose, la loro storia il momento di massima piena, e lui non ha mai smesso di venerarla.
Poi scorge Roma, la città dove ha conosciuto la moglie Marella e dove aveva una casa vicino al Palazzo della Consulta. E’ lì che ha avuto la notizia della morte di suo figlio.
Non era sempre in buoni rapporti con la politica della capitale, Gianni Agnelli, anche se come uno dei più grandi industriali del Paese, doveva entrarne in contatto.
‘In questi ultimi anni sono stato più a Roma che a Torino’, confessa in una delle sue ultime interviste, rammaricandosi di non potervi trascorrere ancora più tempo.
Il suo legame con la capitale è stato infatti sempre principalmente affettivo, e solo secondariamente dovuto a motivi politici e visite ufficiali.
Così, il re cade. E mentre precipita, sogna di riabbracciare suo figlio.
Lo scrittore lo accompagna fino ‘al faro del suo ultimo porto’ con parole lucide e discrete, perché, commenta Chiara Gamberale, ‘la frase di Leonardo vive di pulizia e ricercatezza, due rare doti, insieme.’
E anche perché, ‘tutto il saper stare al mondo di un uomo che ha avuto ogni cosa dalla vita non basta a saper morire con dignità.’
Il re, di Leonardo Colombati
Edizioni Mondadori
Pagg 141, Euro 18,00
Si ringrazia la casa editrice Mondadori per l’immagine di copertina
Fotografie tratte da Wikipedia