Nel suo ultimo romanzo La casa di Corso Trieste, edito da Prospettivaeditrice, Cristina Bruscaglia tratteggia una saga familiare vivace e appassionante ambientata nel quartiere di Roma dove è cresciuta.
Grande e complicata famiglia, quella dei Carsallo, sin dal capostipite, il bisnonno Giuseppe, che a inizio ‘900 fa costruire a corso Trieste il villino dove nascono le quattro figlie. Da lì in poi l’albero genealogico si dirama, si arricchisce di figli e nipoti – tutti con un soprannome, come vuole la tradizione di famiglia – fino ad arrivare ai giorni nostri.
A distanza di quasi un secolo, nell’estate del 2000, per Lilli e le sue sorelle Barbi e Sissi, pronipoti di Giuseppe Carsallo, la casa di corso Trieste è ormai un ricordo. La famiglia l’ha lasciata definitivamente nel 1938, ma quel luogo, dove la storia dei Carsallo è cominciata, sembra custodire ancora misteri da scoprire, segreti da svelare. Tutti in famiglia hanno sentito parlare dei fenomeni inspiegabili avvenuti al suo interno, ognuno dovrà farvi ritorno per aggiungere il pezzo mancante a una storia familiare che andrà riscritta.
Con La casa di Corso Trieste Cristina Bruscaglia scrive un romanzo sulle ombre che il passato allunga sul presente. La sua scrittura usa la luce della memoria per scacciarne i fantasmi, dipingendo l’affresco di una famiglia che tutti sentiamo un po’ nostra.
Signora Bruscaglia, ci presenta la famiglia Carsallo?
CB: L’eccentrica famiglia Carsallo, vissuta all’inizio del Novecento in un villino di Corso Trieste, era composta da genitori, quattro figlie e un imprecisato numero di personale di servizio che si succedeva, a quanto pare, ad una velocità sorprendente. Lilli, protagonista, nonché narratrice della storia ambientata a Roma nel 2000, nasconde un segreto. Lei è la nipote di una delle quattro sorelle. È una giovane quarantenne che, dopo il ricovero della madre in una clinica psichiatrica a seguito della tragica e accidentale morte della sua gemellina all’età di quattro anni, è vissuta, insieme alle sue sorelle Sissi e Barbi ed un padre perennemente assente, proprio con la nonna Carsallo.
E poi c’è la loro casa, a corso Trieste. Cosa rappresenta?
CB: La casa di Corso Trieste per Lilli e le sue sorelle rappresenta il luogo magico e leggendario del quale sentono parlare fin dall’infanzia. La vulcanica nonna paterna, affascinante personaggio centrale del romanzo, raccontava loro degli spaventosi fenomeni paranormali accaduti tra quelle mura come le altre nonne raccontano Biancaneve o La Bella Addormentata. La casa diventa il cardine del romanzo soprattutto quando, grazie a Martina, una quindicenne problematica figlia di un’amica, hanno l’occasione di visitarla.
Verso la metà della storia si capisce che tutto volge in direzione di una riunione nel villino dove viene svelato il mistero, in un finale descritto come cronaca dettagliata di una cena, vivace e movimentata, in compagnia di cugini che si rincontrano dopo molto tempo o che si conoscono in quella occasione, tutti discendenti della piroclastica famiglia.
Quella descritta nel romanzo è “la sua” Roma?
CB: Decisamente la Roma descritta è la “mia Roma” anche nella tempistica (essendo nata nel 1961 nel 2000 avevo circa quarant’anni). I quartieri Pinciano – Parioli e ovviamente Trieste, fanno da supporto scenico al romanzo, in una torrida estate di una città che si fa odiare per i suoi problemi, ma della quale siamo tutti innamorati.
Qualcosa o qualcuno l’ha ispirata, o si ricollega alla sua storia personale?
CB: Come specifico anche nella Premessa, è una storia di fantasia, ma imbastita su fatti, luoghi (e un personaggio), realmente esistiti e anche i flashback della giovinezza sono miei. Il villino, costruito dal mio bisnonno, esiste anche se, per questioni di riservatezza, ho preferito non indicarne l’esatta ubicazione, infatti non si trova su Corso Trieste ma nelle immediate vicinanze. I fenomeni paranormali accaduti in quel luogo mi sono stati raccontati dalla nonna paterna, l’unico personaggio realmente esistito, ho solo cambiato alcuni particolari della sua vita, ma gli aneddoti, il temperamento e l’aspetto fisico le appartengono.
È lei la vera ispiratrice della storia ed è lei che non finirò mai di ringraziare.
La casa di Corso Trieste
di Cristina Bruscaglia
Prospettivaeditrice
Cristina Bruscaglia è nata a Roma nel 1961. Oltre che scrittrice, è pittrice e scultrice. Ha lavorato come illustratrice per alcuni noti quotidiani e come disegnatrice bozzettista presso l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
Ha pubblicato diversi racconti e il romanzo Secondo te (Edizioni Simple, 2008). Nel 2016 ha vinto il prestigioso concorso Scrivi un racconto con Baricco in collaborazione con la Scuola Holden.