-Ex moglie si innamora “damorire” di ex moglie – (allegra barbarie)
Testo/Inchiesta di Betta Cianchini
Con Francesca Romana Miceli Picardi
Con il Patrocinio della
Cooperativa Sociale Befree
(contro la violenza sulle donne)
Con il patrocino del Digayproject e
Imma Battaglia
«Il primo spettacolo destinato alla morte. La sua – si spera». Questo l’augurio che Betta Cianchini rivolge al suo nuovo progetto, Bloccate questo spettacolo!, una serie di 365 monologhi consacrati alla tematica del femminicidio, che andranno in scena finché in Italia ci sarà anche un solo caso di donna uccisa. Quando finalmente la statistica si ridurrà a zero, lo spettacolo cesserà di esistere.
Betta Cianchini, ideatrice insieme a Luciano Melchionna del celebre format teatrale Dignità autonome di prostituzione, ama cimentare la sua penna pungente in testi dedicati alle donne: Post Partum e Dolce attesa per chi?, i suoi più recenti, hanno rivelato uno sguardo attento e sensibile alle sfumature delicate dell’essere madre, senza peritarsi di dare l’affondo ai tabù della depressione post parto e delle difficoltà pratiche che ogni donna deve conciliare per realizzare il suo progetto di maternità. Ora la sua attenzione si rivolge all’intero mondo femminile, senza distinzione di sessualità, classe, età. L’urgenza è negare il proprio silenzio-assenso alla tragica realtà del femminicidio a cui la società intera rischia di assuefarsi. Il suo impegno a scrivere i 365 monologhi, ognuno dei quali interpretato e diretto da attrici e registe diverse, inizia con Ex moglie si innamora “da morire” di ex moglie – (allegra barbarie), la storia di una donna infelicemente sposata che scopre di essere felicemente lesbica quando si innamora di un’altra donna.
La protagonista, Maria, vivrà attraverso il corpo e i gesti di Francesca Romana Miceli Picardi, attiva da anni sulla scena teatrale romana indipendente, già autrice – oltre che interprete e regista – di un testo composto da quattro monologhi al femminile, Chi è senza paura scagli la prima pinzetta, un canto sulla dignità, la forza e la volontà che tiene a galla le donne anche nel degrado e nell’abnegazione.
Il patrocinio dello spettacolo ha due firme d’eccezione: Digayproject (http://www.digayproject.com/), l’Associazione di Promozione Sociale presieduta da Imma Battaglia, la cui attività è nota e riconosciuta in tutta Italia e non solo; e Cooperativa Sociale BeFree (http://lnx.befreecooperativa.org/), una Associazione attiva a Roma e a Pontegaleria che lotta per tutelare tutte le donne vittime di violenza.
L’idea di scrivere un monologo per ogni giorno dell’anno trova il suo esplicito riferimento nel progetto365d, promosso dall’omonima associazione e fortemente voluto da Marzia Messina, che raccoglie 365 immagini e storie di donne comuni in un libro fotografico, una sorta di calendario non patinato, che rappresenti le donne e la loro femminilità senza ritocchi né artifici.
Si spera davvero, dunque, che questo spettacolo e il progetto da esso inaugurato abbiano il successo che meritano. E che questo successo si traduca nell’unico esito che si può riconoscere come una vittoria: che lo spettacolo cessi di esistere.
Sinossi
L’arma bianca della parola può sconfiggere la miseria della pochezza mentale di alcuni atteggiamenti che non sembrano affatto migliorare, anzi sembrano crescere ed autoalimentarsi.
Qual è il problema di fondo? Forse la paura di una società che deve cambiare perché ha già mutato pelle e cuore, ma non tutti sono pronti.
Chi sono “quei tutti”? E’ per loro che bisogna “parlare e presentarsi”.
Il mondo omosessuale (percepito come “mondo a sé-stante da troppi”) deve confrontarsi ed unirsi, con il mondo etero e divenire un “unicum”.
Giù la pareti, giù gli schemi, i preconcetti, i “distinguo”, le appartenenze, via le paure.
Se l’urgenza di parlare di una donna omosessuale è vivamente sentita da una donna etero, allora una rete “diversa che mira all’unione” è possibile.
Se l’urgenza non è più di chi subisce e non è solo di chi “sente quotidianamente la violenza psicologica” ma è l’urgenza viva e scalpitante di chi vive questa vita con la consapevolezza che la dignità deve essere appannaggio di tutte e tutti allora non ci si ritroverà di fronte ad un Progetto interessantissimo ma auto-referenziale.
Non basta più. E’ la società tutta, la società civile, noi uomini e donne che accompagnamo i bambini a scuola, che siamo mamme, non mamme, mogli, mariti, insomma noi donne e uomini etero che dobbiamo “sentire VIVA sulla nostra pelle” l’onta della vergogna per certe brutte storie di cronaca…
Not in my name, non con il mio benestare, non col mio silenzio/assenzo.
Questa è l’urgenza che ha dato vita a questo testo/inchiesta.
Si parte dalla scoperta dell’omosessualità di una ex moglie per arrivare al femminicidio. Perché? Perché in Italia essere una donna lesbica non è facile, ma è ancor più difficile se la decisione è avvenuta dopo un matrimonio.
L’uomo – il maschio italiano – non solo si sente “cornuto” ma l’idea che la propria moglie se la faccia con un’altra donna ed abbia trovato la SUA FELICITA’ provoca in lui un “fastidio costante e frustrante”.
Un tarlo continuo nella mente. Ed un pensiero maligno e beffardo lo scuote costantemente. “Con una donna no. Non è nella casistica, non è nella norma del tradimento… non può essere”.
E così un monologo ironico e divertente, quasi un “one woman show” che ci farà sorridere di una etero alle prese con la scoperta del mondo femminile a lei così vicino ma che ora le sembra improvvisamente sensualmente entusiasmante… diventa un noir. Una ex moglie si innamora di una ex moglie. Le due si incontrano, si scoprono, si piacciono e diventano una nuova coppia. Sono felici.
Ma l’ex marito di Maria non ci sta. Inizia a diventare sempre più pesante, da stalker diventa carnefice.
Il cornuto – la felicità della sua ex – non la vuole vedere “nemmeno su cartolina”.
Tanta ironia e alla fine tanto disorientamento.
Perché così è la vita bastarda di tante “femmine” uccise.
Alcune di loro vivevano una vita normale. Alcune erano felici.
“Per la prima volta avevo sentito un caldo nel cuore ed il pensiero che la mattina dopo mi sarei svegliata accanto ad una donna che come me aveva i piedi freddi e doveva fare subito la pipì,… mi faceva addormentare con la consapevolezza che quel tenero abbraccio della sera sarebbe diventato – la mattina seguente – una divertente lotta a chi arrivava prima al bagno e così notte dopo notte mi addormentavo con un sorriso sconosciuto fino ad allora.
Abituarsi alla felicità è l’occupazione più sorprendente e difficile della vita”
I Solisti del Teatro XXV edizione
I Giardini della Filarmonica Romana
Via Flaminia 118, Roma
Prenotazioni
06/4746390
349/1945453
06/4070056
Biglietti:
Intero 15 euro
Ridotto 13 euro (età under 26 over 65 – convenzioni bibliocard eInterclub welfare card)
Orario botteghino: 18:30-22:00
Tutti gli spettacoli inizieranno alle ore 21:30
Sito web: www.teatro91.it
Facebook: I Solisti del Teatro
Instagram: solistidelteatro