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Il 12 giugno “CINEMA GRATTACIELO” e dibattito, Sala Zavattini, AAMOD

cinemagrattacieloMartedì 12 giugno 2018 – ore 19 – Proiezione del film
CINEMA GRATTACIELO di Marco Bertozzi
Una produzione
Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico
Altreforme
Associazione Condominium
Con Rai Cinema

Sala Zavattini FONDAZIONE AAMOD
Via Ostiense 106 – Roma (Centrale Montemartini)

la proiezione sarà preceduta dalla presentazione del volume Documentario come arte. Riuso, performance, autobiografia nell’esperienza del cinema contemporaneo di Marco Bertozzi (ed. Marsilio)
Ingresso libero fino ad esaurimento posti

 

CINEMA GRATTACIELO Un film di Marco Bertozzi

Una produzione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico Altreforme
Associazione Condominium  con Rai Cinema

Per la ricerca di una narrazione innovativa e visionaria e la scelta cinematograficamente forte di dare voce e corpo alla biografia di un grattacielo, con i suoi vissuti, i suoi abitanti, i suoi sogni, le sue fantasie.
Biografilm Festival, Menzione speciale della giuria

Sinossi
Una riflessione autobiografica che si interroga sulle forme del documentario contemporaneo. L’umanità e i paesaggi del Grattacielo di Rimini scrutati in prima persona da uno dei suoi abitanti, in dialogo aperto con il grattacielo stesso (cui dà voce lo scrittore Ermanno Cavazzoni) e i suoi immaginari. Gli interni pop, le derive psichiche, i miti della vacanza di massa srotolati da uno degli edifici simbolo della metropoli balneare romagnola. Alto 100 metri, inaugurato nel 1959 quale icona di una fiduciosa modernità, oggi è un quartierone verticale abitato da una ventina di nazionalità differenti. Abitandoci mi sono reso conto di quale ricchezza e di quale problematicità fosse custode. Da ragazzino era un irraggiungibile albero della cuccagna. Il gioco più bello di una città lunapark, l’astronave di una vacanza che sembrava non finire mai. Lo guardavamo dal basso e aspettavamo di vederne crescerne altri: anni in cui si profetizzava un grattacielo per ogni città della costa e a Rimini, capitale europea della vacanza, si parlava addirittura di una «città di grattacieli». Lui svettava sulla metropoli balneare, con la sue pareti scintillanti, eppure tragicamente erette sulle ferite della guerra, laddove le bombe si erano più accanite. E oggi cosa è diventato? Un ecomostro o un paradiso tecnologico? Esempio di convivenza sociale o catalizzatore di paure e suggestioni catastrofiste?

Note di regia
Duecento case, una sopra l’altra, tutte così vicine. Una griglia segreta di aggregazioni, risistemazioni, accorpamenti che richiama l’antico desiderio dell’uomo di ricreare il suo spazio di vita. Una trama di stanze, un reticolo di lingue che ricorda l’esperienza di Babele, e ne segna di volta in volta un’idea di rifiuto o esaltazione, condanna o curiosità, vergogna o visionaria leggerezza… Il film non è solo la storia di un edificio, e della sua città, ma anche una riflessione sui nostri mutanti modi di vivere. E di vedere. Così Cinema grattacielo utilizza molteplici materiali d’archivio e la diversa pelle delle immagini costituisce una linea narrativa autonoma. Il film mostra la sua lenta modalità di produzione e i cambiamenti tecnologici che si sono susseguiti, utilizzando materiali storici (girati in pellicola, in vari formati), riprese con camere e cassettine MiniDV o DvCam, parti in Betacam, altre in HD, o girate con le GoPro. Una molteplicità di tessiture dell’immagine che cerca di esprimere una molteplicità di punti di vista, di dialoghi possibili fra l’autore, il grattacielo stesso e i suoi abitanti. I potenti immaginari (che possa involarsi, crollare, incendiarsi, sradicarsi per un terremoto o uno tsunami…), come le paure sociali e antropologiche (che ospiti delinquenti, che sia un covo di malaffare, tenebroso e insicuro…) necessitano di un cinema che rischi e provi a insinuarsi fra spazi ed esperienze non protette. La possibilità del documentario di valicare l’osservazione, per inventarsi la “realtà” e rivelarla nei suoi punti più contraddittori significa comporre un film in equilibrio fra esigenze contrapposte, fra testimonianza e superamento dei limiti. Un «cinema performance», in cui la capacità di giocare con la forma consente forse di osservare sensi laterali, alcune dimensioni invisibili del grattacielo, le sue tracce pulsionali. Una postura che provi a valicare l’evidenza di una mastodontica macchina dell’abitare, per osservarne i suoi aspetti piu’ sotterranei e desideranti…

Biografia del regista
Marco Bertozzi (1963), fa parte di quel gruppo di autori che ha contribuito alla rinascita del documentario italiano, con un forte impegno teorico e di promozione culturale. Combina la pratica cinematografia – in film come “Appunti romani”, 2004, “Il senso degli altri”, 2007, “Predappio in luce”, 2008, “Profughi a Cinecittà”, 2012 – a una forte componente teorica. Ha insegnato Cinema documentario al Centro Sperimentale di Cinematografia e alla Scuola Gian Maria Volontè di Roma, al Conservatorio di Scienze Audiovisive di Lugano e, attualmente, all’Università IUAV di Venezia. Tra i suoi , La veduta Lumière. L’immaginario urbano nel cinema delle origini (2001), L’idea documentaria (a cura di, 2003), Storia del documentario italiano (2008, Premio Domenico Meccoli e Premio Limina quale miglior libro di cinema dell’anno), Recycled Cinema (2012, prima riflessione italiana sul found footage film) hanno costituito importanti riflessioni storico-teoriche per un rinnovato approccio al cinema documentario e sono stati adottati in diverse scuole di cinema e corsi universitari. Film curator per rassegne sul documentario italiano (con Villa Medici a Roma, la Cinémathèque del Quebec a Montreal, il Festival del cinema di Amiens), ha recentemento condotto Corto Reale. Gli anni del documentario italiano, un programma in 27 puntate per RAI Storia, alla riscoperta della non-fiction italiana.

Filmografia recente
– Rimini Lampedusa Italia, 2004, 77′, Torino Film Festival 2004 – DOC Italia, Premio
Roberto Gavioli per film sul mondo del lavoro.
– Appunti romani, 2004, 56‘. Locarno Film Festival 2004. Premiato al Festival del film d’Arte di Asolo, a Big Screen 2006 (Cina), al Medvideo Festival di Paestum, all’Ischia Film Festival.
– Il senso degli altri 2007, 58′, Torino Film Festival 2007. Vincitore del Sole e Luna Doc Festival di Palermo, 2008.
– Predappio in luce 2008, 56′, Festa del cinema di Roma – sezione Extra, 2008, vincitore Asolo Art Film Festival – sezione Architettura e Design, 2009.
– Profughi a Cinecittà, 2012. Bari International Film Festival. 2012. Presentato alla New York University (2012), al Museum of Photographic Art di San Diego (2012), al Logan Art Center di Chicago, alla Cinémathèque de Quebec di Montreal (2013). Nastro d’Argento speciale 2012, con altre opere a base d’archivio realizzate dall’Istituto Luce.

Note di produzione
Cinema Grattacielo ha, come a volte capita ai documentari, una storia produttiva complessa, segnata da scelte libere e indipendenti, che in qualche modo sono riflesso del suo percorso artistico. Le origini del progetto sono riconducibili al 2005, quando l’autore si trasferisce in uno degli appartamenti del grattacielo di Rimini e comincia a filmare quegli spazi e le persone che li abitano: prende così avvio un percorso di autoproduzione, prima attraverso una propria società (la Almafilm), poi, dal 2015, per iniziativa di un gruppo di amici del grattacielo, grazie all’associazione di promozione sociale Condominium. Condominium si fa promotrice di una operazione di crowdfunding (attraverso il portale Produzioni dal basso e un happening teatrale) e riesce a coinvolgere enti locali (Comune di Rimini in primis) e soggetti privati legati al territorio. Le riprese coprono un arco di circa 10 anni. Il materiale raccolto è molto, girato in diversi formati, a volte con un approccio immediato, altre volte frutto di una maggior pianificazione. Tante ore che attraversano la vita del Grattacielo negli ultimi anni, il suo presente, i tanti che lo hanno abitato e lo abitano. In qualche modo già, in sé, un fondo audiovisivo di grande valore. Alla fine del 2015, Marco Bertozzi e il gruppo di promotori iniziali sono affiancati dal producer Luca Ricciardi che lavora per allargare la compagine produttiva del film, con l’ingresso della società Altreforme di Udine, guidata da Augusta Eniti, attenta alle forme più sperimentali e artistiche del cinema del reale, e dell’Archivio Audiovisivo del movimento operaio e democratico, storica Fondazione dedicata alla conservazione e alla promozione del documentario, che con il regista aveva già prodotto, anni prima, uno dei suoi lavori più noti, “Appunti Romani”. Grazie al lavoro di questi partner il progetto trova finalmente le risorse necessarie per entrare in montaggio e concludere il suo percorso artistico. Fondamentali sono stati gli apporti di Rai Cinema, del Fondo Regionale per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia e della APT Servizi della Regione Emilia Romagna. E insostituibile l’entusiastica partecipazione di tanti professionali, che hanno accompagnato Cinema Grattacielo nel suo lungo viaggio.

Profilo AAMOD
La Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, nata alla fine degli anni Settanta, svolge la sua attività nel campo della raccolta, conservazione, promozione e produzione di audiovisivi, favorendo la costruzione di una memoria collettiva dei movimenti sociali e dei loro protagonisti. Primo presidente della Fondazione è stato Cesare Zavattini. La Fondazione cura ricerche, convegni, rassegne, mostre e pubblicazioni specializzate. È da sempre attiva nel campo della produzione, privilegiando l’ambito del documentario e il riuso creativo dei materiali d’archivio. Dal gennaio 2016 ha consolidato un proprio reparto produttivo che sviluppa e realizza, anche in co-produzione, film documentari rivolti alla distribuzione nazionale e internazionale.

Profilo Altreforme
Altreforme, società con sede a Udine, si occupa dal 2008 di produzione audiovisiva, in particolare nell’ambito delle arti visive. Ha prodotto, tra l’altro, “La linea sottile”, di Nina Mimica e Paola Sangiovanni con il contributo del Mibact, del Fondo Audiovisivo FVG, in collaborazione con Rai Cinema, Doclab (Roma), Kinematograf (Croazia), Amnesty

Cinema Grattacielo – Ufficio Stampa
Annamaria Gradara
Sito Web http://www.cinemagrattacielo.com/
– Facebook: @cinemagrattacielo
– Twitter: cinema_gratta International;
“Il nemico su tutti i fronti”, documentario a puntate sulla propaganda nella Grande Guerra, di Remigio Guadagnini e Paolo Comuzzi, con il contributo del Fondo Audiovisivo e Rai FVG; “Segni particolari nessuno”, documentario dedicato al poeta Federico Tavan, di Paolo Comuzzi con il contributo del Fondo Audiovisivo e Rai FVG. Ha ideato una serie di 39 episodi di educazione all’arte per bambini, L’arte con Matì e Dadà, prodotta da Achtoons e Rai Fiction. La serie è stata selezionala al festival di Annecy nel 2015.

 

Profilo Associazione Condominium
L’associazione di Promozione Sociale Condominium viene fondata nell’aprile 2015 da un gruppo di abitanti del grattacielo di Rimini, nell’intento di promuovere attività nell’ambito delle arti e della , secondo i principi del pluralismo, dello sviluppo della personalità umana, nella tutela e valorizzazione del patrimoni storico, artistico e ambientale del nostro Paese. Nei suoi primi due anni di attività, Condominium si è impegnata quasi esclusivamente per promuovere il progetto del film “Cinema Grattacielo”, organizzando una serie di culturali fra i quali: “Flats”, un happening teatrale, con la partecipazione in scena di una ventina di abitanti del grattacielo (Rimini, degli Atti, 5 maggio 2016) e alcuni momenti di presentazione del progetto all’interno di “Morphine Experience” (Rimini, Museo della città, 24 maggio 2015), della galleria d’arte “Primo Piano” (Rimini, 13 giugno 2015) e di WIN – Women in Insurance (Milano, Terrazza Martini, 9 dicembre 2015). L’obiettivo principale è stato dunque terminare il progetto di “Cinema grattacielo”, ampliando la rete di collaborazioni con associazioni e istituzioni, locali e nazionali, al fine di raccontare al meglio la casa comune di alcuni soci, nella sua forte specificità e nella piena consapevolezza del valore sociale di una esperienza in cui sono coinvolti centinaia di altri abitanti e un’intera città.

 

 

 

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