In attesa della quarta edizione di Terraforma, il festival internazionale di musica dedicato alla sperimentazione artistica e alla sostenibilità ambientale che si terrà dal 23 al 25 giugno a Villa Arconati, alle porte di Milano, Threes e Carhartt WIP presentano uno showcase di Terraforma con il sound system Killasan martedì 25 aprile presso la Ex Dogana di Roma. L’impianto audio dal suono unico al mondo arriverà per la prima volta nel nostro paese per essere suonato da artisti internazionali e italiani.
Nel giorno della Liberazione, gli artisti coinvolti nella capitale saranno il maestro dell’elettronica percussiva Shackleton; il centro propulsore di Wax Treatment e proprietario di Hard Wax Mark Ernestus, accompagnato dal cantante reggae dominicano Tikiman (Paul St. Hilaire); la compositrice e dj Beatrice Dillon, tra gli artisti più acclamati della scorsa edizione di Terraforma; l’abilissimo DJ Pete (Substance), anche lui parte del collettivo Hard Wax; e infine due tra i produttori italiani più promettenti dell’elettronica contaminata, Herva e DJ Khalab.
Ex Dogana, viale dello Scalo S. Lorenzo 10, Roma, dalle ore 16.00 alle 02.00, ingresso 15/10 euro
Killasan
Prima ancora dei produttori e dj che suoneranno agli showcase di Terraforma, la vera attrazione sarà il sound system. Al contrario di quanto normalmente accade nei club, nessuno sulla pista da ballo guarderà i performer. Tutta l’attenzione e gli sguardi saranno rivolti al muro di altoparlanti che compongono l’impianto. Il Killasan, sistema audio giamaicano in piena regola ideato dal giapponese Naoji Kihira per l’ascolto ottimale di tonalità dub, reggae e dancehall (ma anche dubstep e bass music in generale), viene utilizzato dal 2001 per gli eventi Wax Treatment del collettivo berlinese Hard Wax, tra i negozi di dischi più importanti d’Europa. Un sound system che mette in relazione persone di diversa estrazione e provenienza, un atto di ribellione e una filosofia di vita, e con una storia davvero singolare alle spalle.
Nel 1985 Kihira, noto come K-Boss, si reca in Giamaica e, colpito dalla profondità del suono dei sound system locali, produce alcune band reggae. “I bassi nitidi e pesanti si potevano sentire anche sui fianchi”, ricorda in un’intervista. Subito dopo fonda il Killasan Movement, artefice della divulgazione della musica giamaicana in Giappone, oltre ad alcuni club di Osaka che promuovono la scena. Nel frattempo sviluppa un proprio impianto per replicare quei suoni, il Killasan, di cui fa progettare gli altoparlanti in Giamaica e li fa realizzare a Miami, in Florida, prima di testarli in Giappone. In seguito alla commercializzazione dei generi reggae e dancehall nel suo paese, nei primi anni Novanta Kihira fa visita a Berlino, attratto dal fermento musicale della capitale tedesca, dove scopre il negozio Hard Wax e stringe amicizia con il proprietario, Mark Ernestus, anche lui amante del reggae e del dub, oltre che della buona musica techno ed elettronica. Sono le basi per il trasferimento, nel 2001, di una parte (un quarto) del Killasan da Osaka a Berlino, ma anche per la nascita di un nuovo asse musicale che unisce Giamaica, Berlino, Giappone e Detroit, quest’ultima grazie al coinvolgimento di artisti come Mad Mike di Underground Resistance e Carl Craig. Il Killasan è tuttora custodito da Hard Wax a Berlino, protagonista dei leggendari eventi Wax Treatment in tutta Europa.
Shackleton (UK)
Sam Shackleton comincia a frequentare le serate FWD di Londra a fine 2003 con i suoi amici, tra cui Appleblim, e ad ascoltare l’UK garage di Youngsta e Hatcha. Apprezza soprattutto i pezzi fortemente percussivi, quel che MC Crazy D chiamava “Oingy Boingy”. È questo il contesto in cui si è mossa dal 2005 al 2008 la Skull Disco, la sua etichetta dubstep indipendente. Shackleton rimane piacevolmente sorpreso quando il Fabric gli chiede di suonare nella sua room 1, ben prima che gli altri locali di Londra sentano anche solo parlare di lui. Da allora è diventato una presenza abituale ed è stato scelto per un CD della serie, il Fabric 55. La sua musica è caratterizzata da percussioni intricate e striscianti, melodie ipnotiche, linee di basso profondissime e sensibilità dub. Dai tempi della Skull Disco in poi ha collaborato con diverse etichette quali Less Music, Woe To The Septic Heart!, Honest Jon’s e altre ancora.
Beatrice Dillon (UK)
Beatrice Dillon è nata e vive a Londra. La sua formazione avviene con studi di chitarra classica, basso e batteria. Come compositrice e produttrice è uscita su prestigiose etichette come Where To Now Records, The Trilogy Tapes e The Vinyl Factory, collaborando con artisti del calibro di Rupert Clervaux, Kassem Mosse, J.G Biberkopf, Call Super, Some Truths e Mark Fell ed esibendosi in spazi quali Tate Liverpool, curando una residenza mensile presso l’emittente di culto NTS Radio. Cassette dub, compilation folk, mix eclettici e composizioni di colonne sonore per film: l’attività dell’artista inglese è quanto mai eclettica. D’altra parte la sua musica si dipana tra poli opposti, astrazioni aurorali e bassi cavernosi, strutture ritmiche rigorose e deviazioni groove, free-jazz manipolato e club culture deviata.
DJ Pete (DE)
Guardando al panorama techno di Berlino, è impossibile non imbattersi nel punto di riferimento qual è DJ Pete. Non è solo un rappresentante della primordiale techno berlinese, ma anche una delle forze che hanno modellato la prima scena dance underground della capitale tedesca per gli anni a venire. In poco tempo ha contribuito a scrivere la storia della realtà di Berlino come remixer, produttore e dj internazionale, così come parte dello staff del leggendario negozio di dischi Hardwax. Ascoltando Pete, non sorprende che la sua esperienza abbia brillato costantemente attraverso due decenni. I suoi set comprendono una vasta gamma delle correnti più importanti che la musica elettronica ha attraversato nel corso degli ultimi 20 anni, basati su una techno a sfumature industrial, house e sonorità Detroit. Un altro esempio della sua varietà e apertura mentale sta nel fatto che Pete, sebbene come dj preferisca ancora il suono e le qualità tattili del vinile, abbia pubblicato, come parte del duo Scion, “Scion Arrange And Process Basic Channel Tracks”, ovvero il primo CD disponibile in commercio che sia mai stato prodotto completamente con Ableton Live. Con lo pseudonimo di Substance ha prodotto numerose release per Chain Reaction e Scion Versions, così come remix per artisti del calibro di Juan Atkins, Scuba, Robert Hood e Rhythm & Sound. DJ Pete
Mark Ernestus (DE) & Tikiman (DM)
Mark Ernestus ha iniziato a creare musica come metà di Basic Channel, assieme a Moritz von Oswald, con un ibrido fra dub e techno profondo e immensamente influente. Come Rhythm & Sound, il duo ha ulteriormente elaborato questo suono con la collaborazione di alcuni vocalist, tra cui il dominicano Tikiman (Paul St. Hilaire). Di recente ha intrapreso una direzione che porta dritta alle coste africane occidentali, ai suoni popolari urbani definiti mbalax, genere che fonde insieme le percussioni tribali della musica tradizionale senegalese e i più moderni strumenti di provenienza jazz, soul, rock. Una miscela affascinante dal gusto incredibilmente futuristico. Mark Ernestus è il fondatore del leggendario negozio di dischi Hard Wax, che nel 1989 ha gettato le basi per la scena musicale elettronica e da club di Berlino. Sul Killasan, Mark si esibirà con Tikiman al microfono (come intro man, MC, cantante), miscelando con effetti live e trattamenti, dubwise.
Herva (IT)
Hervè Atsè Corti, in arte Herva, rappresenta al meglio la nuova scena elettronica italiana. Uno dei nomi da esportazione del nostro paese che sta mietendo successi all’estero e incantato un nume tutelare dell’IDM contemporanea come Mike Paradinas. “Hyper Flux” è il suo secondo album, sull’etichetta inglese Planet Mu, e arriva a poco più di un anno di distanza dall’esordio “Kila”. Il nuovo Herva si muove su un’imprevedibile mix tra ritmi slabbrati ed effetti ottenuti dalla sintesi analogica tra jazz, noise, ambient, beat house e techno old school. E’ un ritorno al suo passato di batterista e il primo lavoro su cui l’artista ha messo alla prova se stesso suonando realmente anche le parti di basso.
DJ Khalab (IT)
Un alias misterioso, dietro cui si nasconde uno dei più importanti e meritori agitatori culturali per l’elettronica e la club culture di qualità in Italia: questa nuova sfaccettatura del suo percorso lo porta ad esplorare a fondo i rapporti tra le radici sonore africane e i nuovi sviluppi del digitale. Afrofuturismo al più alto livello, seguendo un principio di “unità cosmica” già esplorato da innovatori radicali come Jimi Hendrix, Dj Spooky, Sun Ra e che DJ Khalab traduce, nel modo migliore, verso il nuovo millennio. Come fare proprie le ritmiche della tradizione africana tramutandole in elettronica di nuova generazione, riuscendo in una sfida da sempre data per persa. Ascoltare un suo pezzo per farsi catapultare a Bahia, passare al successivo e ritrovarsi nel ghetto di Chicago fra lapdancer, b-boys e writers, andare avanti ancora e affacciarsi al Sahara fra tribalismi e rituali.