I Lunedì dell’Arciliuto: PER CHI SUONA LA CAMPANA
Ricordando Giancarlo Cesaroni e le sue “stanze polverose”
dalle ore 20,00 AperiCena a buffet
ore 21,30·Spazio Teatro
– ENNI
– SILVIA FRIEDA
– MARCO GRECO
– NINA MONTI
ore 23,00,·Salotto della canzone d’autore Incontri, canzoni, ricordi, idee… insieme
INGRESSO LIBERO
Teatro ARCILIUTO
Piazza Montevecchio, 5 – 00186 Roma (Italy)
Tel. +39 6 6879419
Ogni lunedì ci si incontra al teatro Arciliuto in Piazza Montevecchio 5 a Roma per un Aperitivo e per ascoltare della bellissima musica dal vivo!
CANTAUTORI da tutta Italia si avvicenderanno nell’arena del piccolo teatro per una serata tra amci e dopo la musica si continua chiacchierando nel salotto in compagnia di un antico pianoforte!
SERATA TIPO
Dalle ore 20,30 AperiCena
Alle ore 21.30 nello spazio Teatro il concerto
4 cantautori per ogni appuntamento
4 canzoni per ogni performance
Durata complessiva del concerto 1 ora e 15 minuti / 1 ora e 30 minuti
Alle ore 23.00 circa termina il concerto.
Il pubblico si sposta, se vuole, nell’area bar
“Oggi, dopo vent’anni di attività, siamo molto stanchi e delusi e vorremmo smettere. il momento politico e culturale è uno dei peggiori con il consumo che colpisce in tutti i campi ed il nicolinismo che ha determinato la nascita di una tribù di falsi operatori culturali, pronti a mungere in nome di operazioni più o meno intellettualistiche.
Sarebbe quindi il caso di proseguire per cercare di essere un’isola nel mare di consumo che ci circonda, ma non sappiamo se ce la faremo”.
Giancarlo Cesaroni
IL PROGETTO
“La musica leggera e tutta la musica destinata al consumo […] sembra che sia direttamente complementare all’ammutolirsi dell’uomo, all’estinguersi del linguaggio inteso come espressione, all’incapacità di comunicazione. Essa alberga nelle brecce del silenzio che si aprono tra gli uomini deformati dall’ansia, dalla routine e dalla cieca obbedienza […] Questa musica viene percepita solo come uno sfondo sonoro: se nessuno più è in grado di parlare realmente, nessuno è nemmeno più in grado di ascoltare […] la potenza del banale si è estesa sulla società nel suo insieme”.
Theodor Wiesengrund Adorno
Standardizzazione dei prodotti, ricezioni distratte, funzioni musicali asservite al profitto: Adorno sostiene che questi diversi aspetti sono indivisibili e che occorre mantenere una visione globale di ciò che è “musica”. Pur osservando che queste opinioni risalgono agli anni ’30 e ’40, un periodo nel quale la canzonetta era davvero standardizzata e banale, il vero jazz coperto da una produzione di serie edulcorata, non si sfugge all’impressione che Adorno abbia condannato tutta la pop-music senza distinzioni, compresa quella impegnata, quella che è espressione di una genuina vitalità espressiva etnica e popolare.·
Eppure, nonostante l’opera d’arte abbia perso, grazie alla sua riproducibilità tecnica, quel quid sacrale che un tempo la caratterizzava. Rendendosi non più unica e irripetibile l’arte avrebbe dovuto mutarsi in esperienza comunitaria e di massa. La nuova tecnica era vista in termini di possibilità del passaggio da un’arte auratica ad un’arte democratica: di potere all’uomo e non di potere sull’uomo.
Il Folkstudio sembra aver raccolto su di sé i due aspetti fondamentali del rilancio della musica in un periodo di asservimento all’industria culturale: la volontà di democratizzare l’opera musicale senza omologarla e serializzarla, considerando la qualità e la diversità come elementi distintivi della canzone d’autore.
Di fronte ad una musica che presenta, in termini esemplari, le tipiche contraddizioni dei processi di globalizzazione in atto (la mediatizzazione della comunicazione, l’omologazione dei gusti musicali, l’esplosione del panorama multiculturale e interculturale, l’emergere di nuove condizioni di ascolto stimolate dalle attuali tecnologie di diffusione, lo strapotere delle multinazionali) ci accorgiamo ottimisticamente che nel panorama multiforme e problematico della musica contemporanea convivono nuove opportunità e alienante sfruttamento economico, ricerca e banalità.··
Il senso della manifestazione è quello di dare spazio, attraverso la canzone d’autore, ad una musica che rappresenti qualcosa di diverso rispetto all’omogeneo orizzonte musicale che ci circonda proseguendo l’insegnamento del troppo presto dimenticato Giancarlo Cesaroni.
Infatti il nostro mondo musicale, quello specificamente italiano ha cancellato frettolosamente il ricordo di una delle figure più importante della storia della canzone italiana, in netta controtendenza rispetto al forzato revival culturale che osserviamo nel panorama musicale mondiale.
Attraverso la “leggendaria campana” del Folkstudio (quella attraverso cui Cesaroni suonava il gong del ring virtuale del suo palco, che ha segnato il battesimo delle carriere di moltissimi artisti italiani, e che ora possediamo) vogliamo assumere il compito di rievocare questa figura dimenticata per imprimerla fortemente nella coscienza musicale del nostro paese.
1) ORGANIZZATORI
Tutti i componenti del team organizzativo parteciperanno alla composizione del cast (proponendo nomi e contattandoli direttamente), alla promozione degli appuntamenti (secondo le proprie possibilità), alla diffusione (negli ambienti del settore) dell’iniziativa, alla crescita (in termini di autorevolezza) dell’appuntamento.
Giovanni Samaritani (Teatro Arciliuto)
Ernesto Bassignano (Radio Città Futura)
Massimiliano Artibani (Web)
Leopoldo Lombardi (Musicultura)
Fabrizio Emigli (Grafica)
Alfredo Saitto (Coordinamento)
Lino Rufo (coordinamento)
2) PARTNER
Radio Città Futura (Bassignano)
Musicultura (Lombardi)
Archivio Sonoro (Emigli)