Kokeshi Rebel Fest: il Giappone vissuto e sognato di un Festival ribelle

Kokeshi Rebel Fest: il Giappone vissuto e sognato di un Festival ribelle.
Fra tradizione e trasgressione

3 e 4 ottobre 2015: appuntamento a Roma, presso gli affascinanti spazi dell’ Ex Cartiera Latina, con il Kokeshi Rebel Fest 2015, una manifestazione unica, in Italia e non solo, giunta alla sua seconda edizione che vuole raccontare la passione per l’ampio Universo della e delle Arti giapponesi vista da un doppio angolo visuale, quello occidentale e quello orientale. Strutturato come un concorso che sfocia in un Festival da voce a tutte le espressioni d’arte: sia quelle tradizionali e conosciute sia quelle anticonvenzionali e bandite dalle Accademie. Dopo il felice esordio 2014 dedicato alle Visioni al femminile, la manifestazione si apre ad indagare uno dei temi più cari alla cultura orientale: Ying Yang, ovvero L’armonia degli opposti.

Veramente numerosi gli artisti che parteciperanno a questa edizione 2015. Altrettanto ricche e numerose le sezioni: dalla sezione performance alle conferenze e i laboratori. Dalle videoproiezioni all’arte del tatuoaggio che si concentrerà sul tema “Yokai, bakemono e Oni” .

Un mondo raccontato, insomma, dai diretti protagonisti così come dagli appassionati, proposto e sognato, narrato e rivissuto. Comunque scandagliato nel profondo e reso vivo e vissuto grazie alla magia della passione che ci restituisce un Giappone a tutto tondo, reale, vivo. Patria di leggende di cui sono intrise tutte le arti, il folclore, le regole, ma anche la “subcultura”, le arti bandite ma tollerate, i contenuti nascosti dietro la forma; della tradizione, del conformismo ma anche del loro esatto contrario.

All’interno di questa premessa il Kokeshi Rebel Fest vuole in questa seconda edizione approfondire il concetto di yin-yang, l’armonia degli opposti. L’armonia, infatti, è alla base del concetto filosofico prima cinese e poi giapponese, dello yin e yang, ovvero delle due polarità complementari, dove una parte può essere compresa solo in relazione al tutto. Yin e Yang si creano a vicenda, possono essere distinti l’uno dall’altro ma non separabili, emblema di un’armonia dinamica su cui si basa la visione orientale della vita, dell’arte e dell’estetica. Più ed oltre ad una teoria di contrapposizione degli opposti, quella dello yin e dello yang è un pensiero che teorizza come l’insieme vada oltre il dualismo.
Yin e Yang sono dunque il maschile e il femminile, il bianco e il nero, il caldo e il freddo, l’azione e il riposo, il pieno e il vuoto … Due entità che si compenetrano e dipendono l’uno dall’altro in un continuo movimento armonico restituendo una cosa in più: il tutto.

Fra le specialità ammesse, ricordiamo: la sezione Performance con le arti tradizionali e le arti dalla subcultura, le danze tradizionali e moderne, il Taiko (tamburi tradizionali giapponesi), le Cerimonie tradizionali, il kinbaku/shibari (arte delle legature giapponesi) la Musica giapponese tradizionale e moderna; le opere con i lavori di pittura, , scultura e lavorazioni su vari materiali (materiali plastici, cartapesta, bambù, carta di riso), le installazioni, le video proiezioni, le opere pittoriche di artisti del tatuaggio che quest’anno affronteranno il tema della paura in Giappone raffigurando yokai, bakemono e oni. Inoltre le conferenze su vari temi tra cui: l’arte dello shunga, l’arte del tatuaggio tradizionale giapponese, il kinbaku, la donna samurai, i giardini giapponesi ecc..

Il Festival prevede le seguenti sezioni: Esposizioni di dipinti a tema yin-yang, Esposizioni di dipinti a tema Giappone, Esposizioni di fotografie (stessi temi), Video proiezioni, Esposizioni di tavole pittoriche ad opera di artisti del tatuaggio, Performance di artisti che proporranno la loro visione del Giappone e del tema del festival (yin-yang), Ikebana, Cerimonia del te, Shodo, Arti marziali, Performance di taiko. Sono inoltre previste conferenze e dibattiti.

“Kokeshi Rebel Fest”: il nome
Le kokeshi こけし sono le celebri bambole giapponesi in legno risalenti al periodo Edo (1600-1868). Sembra addirittura che proprio dalle kokeshi siano derivate anche le matrioske russe.

Nella cultura giapponese l’arte di creare bambole in legno ha origini antiche che si sono tramandate negli anni di generazione in generazione. Tradizionalmente gli artigiani le realizzavano levigando più volte il legno di ciliegio o di mizuki, intagliandolo e infine dipingendolo a mano con estrema attenzione ai dettagli. Le loro peculiarità sono di essere in kimono tradizionale e molto stilizzate. Pochi e delicati tratti per suggerire l’espressione del viso che tradizionalmente è sommesso, enigmatico e delicato, espressione di compostezza e femminilità; come corpo hanno una sfera per la testa e un ovale più o meno allungato per il dorso, senza né braccia né gambe.

Secondo la tradizione era idea diffusa che il mizuki (l’albero dell’acqua) avesse delle proprietà ignifughe per cui le kokeshi erano considerate protettrici dagli incendi e in senso più generale bambole porta fortuna.
Oggi sono molto diffuse come souvenir per i turisti ma sono anche spesso utilizzate come doni per una nascita o per un compleanno o per qualsiasi ricorrenza come oggetti di buon auspicio.

Rebel Kokeshi esprime perfettamente lo spirito del festival: il racconto di un Giappone tradizionale (le bambole kokeshi) e di uno totalmente anticonvenzionale (Rebel).

Direzione Artistica:
Isabella Briguccia – Corda

In arte Isabella “Corda”/“DolcissimaBastarda”, bondager, rope stylist, organizzatrice di .
Nasce in ambienti a sfondo fetish e la sua specialità sono le corde, le antiche legature giapponesi kinbaku che lei però ha interpretato e trasformato in un personalissimo fashion bondage trovando alternative alla tradizione giapponese ortodossa tramite una decisa rimescolanza di generi e stili.

Fra le sue performance più importanti, annoveriamo la partecipazione al TEN di Roma in collaborazione con Francesca Fini; gli interventi in varie edizioni del Ladyfest; l’Interiora Horror Fest; il London Fetish Weekend; l’evento Alone in the dark 2 e la curatela artistica del festival Accordamenti, ormai giunto alla terza edizione, sorto dalla collaborazione di numerosi artisti dell’entourage romano. Fra gli studiosi che si sono occupati concettualmente del lavoro di Isabella Corda/DolcissimaBastarda, occorre ricordare l’antropologa Desirèe Pangerc (all’interno del saggio Prigionia e liberazione del corpo: analisi antropologica di un tabù del XXI secolo, contenuto ne Il volo dell’Angelo – Pensare per immagini, a cura di Ferdinando Testa, Bonanno Editore 2011) e Vitaldo Conte (che dedica all’artista diverse pagine all’interno del suo volume Pulsional Gender Art, Avanguardia 21 Edizioni, 2011).

Anna Livia Carella
Orientalista ed esperta culturale sul Giappone, scrittrice, insegnante di lingue, shiatsuka, mediatrice culturale.

Si è laureata con il massimo dei voti più lode in Lingua e Letteratura Giapponese e Inglese. Ha approfondito i suoi studi all’estero dove ha lavorato e vissuto per lunghi periodi. Soprattutto è stata in Giappone dove ha studiato a fondo la cultura, la storia, l’arte del Sol Levante e dove torna appena ne ha tempo e possibilità.

Ha al suo attivo diversi articoli sull’arte, la cultura nipponica e tiene conferenze sull’Oriente (tra cui presso Festival dell’Oriente di Carrara e di Roma, Vintage festival di Padova, Tattoo convention di Milano…).

Autrice del libro sullo irezumi (il tatuaggio tradizionale giapponese) dal titolo: Il Fuoco sulla Pelle, l’Arte del Tatuaggio Tradizionale Giapponese, pubblicato dalla Castelvecchi Editore nel 2011.

Insegna lingua e cultura giapponese e lingua e letteratura inglese; si occupa di comunicazione e content manager per un centro olistico; organizza eventi sull’Oriente; si sta specializzando nella tecnica giapponese dello shiatsu.

Seguendo le caratteristiche innate della sua anima, non smette mai di studiare, approfondire, ricercare.

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