“Un ragazzo di nome Giulia” sabato 18 luglio nei Giardini della Filarmonica

Per la XXII edizione della rassegna “I solisti del ” che si svolge nei Giardini della Filarmonica in via Flaminia 118 a Roma, sabato 18 luglio alle ore 21, va in scena, in prima nazionale, l’atto unico con musica “Un ragazzo di nome Giulia” con Pino Censi e al sassofono Carmen Falato, testo scritto e diretto da Saverio Aversa.

Lo chiamavano Giulia, un nome importante ma dal suono delicato, gentile. Si chiamava allo stesso modo la nonna, ma quel nome non gli apparteneva. Si pensava e si sentiva come un bambino. Era un bambino, non una bambina. Quando si guardava allo specchio vedeva riflessa una figura simile a quella dei tanti compagni di scuola maschi con i quali giocava appassionatamente. E poi c’era…c’era Carlotta. Lei era in un’altra classe, un anno avanti.
Era carina, mora con le treccine, sorrideva sempre guardandolo curiosa, e gli piaceva, gli faceva battere forte il cuore ogni volta che la incontrava all’entrata di scuola o per i corridoi. Alle medie non l’ha più rivista: forse aveva scelto una scuola in un altro quartiere o aveva cambiato città. Un giorno si accorse che gli stava succedendo qualcosa, il suo corpo stava cambiando, non era più simile a quello degli altri ragazzi. Il suo petto, le sue gambe, i suoi fianchi, il suo sesso, gli erano estranei, appartenevano a qualcun altro, avrebbe voluto restituirli per avere le sembianze che gli spettavano. Il dolore lo assaliva, pervadeva la sua mente, era come stare in prigione, in una cella senza chiavi. Ma doveva trovarle quelle chiavi, resistere, lottare, per costruire il suo futuro da giovane uomo…

SAVERIO AVERSA
E’ un attivista, tra i fondatori a Roma, del Coordinamento omosessuali del Pds prima e dei Ds: nel 2000, anno del World Pride, svolge il ruolo di portavoce. Lasciati i Ds si iscrive al Partito della Rifondazione Comunista e diventa responsabile nazionale per i diritti e le culture delle differenze. Per dieci anni ha scritto per il quotidiano Liberazione occupandosi di e in particolare di quella gay, lesbica, trans, queer. Ha collaborato anche con con altri periodici. Nel 2009 lasciato il Prc per aderire a Sinistra Ecologia Libertà. Nel 2013 scrive con il regista Fabio Grossi il testo “L’enigma dell’amore”, in memoria di Karl Heinrich Ulrichs, che debutta il 10 novembre dello stesso anno al teatro dei Filodrammatici di Milano. Nel maggio 2014 “L’enigma dell’amore” viene rappresentato per una settimana al Piccolo Eliseo di Roma.“Un ragazzo di nome Giulia”, tratto da un suo racconto e ispirato ad una storia vera, è la sua seconda opera drammaturgica che vede anche il suo debutto come regista.

PINO CENSI
Diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte drammatica “Silvio d’Amico”, ha lavorato con Gabriele Lavia, Glauco Mauri, Walter Pagliaro, Cherif, Barbara Nativi, Giorgio Marini. Intensa è stata la collaborazione artistica con Sandro Sequi che lo ha diretto negli spettacoli realizzati per il Centro Teatrale Bresciano.
Tra i suoi progetti realizzati “Nijinsky” (frammenti dai “Quaderni” di Vaslav Nijinsky), “Cerchio di Melodie – Teoria delle Ombre” da dieci liriche di Lucio Piccolo e “Una lunga notte” tratto dal romanzo di Antonella Cilento. Alla Biennale di Venezia è stato Minosse/Cefalo nello spettacolo di Giorgio Marini “Il giavellotto dalla punta d’oro” racconto di Roberto Calasso e Ippolito nella “Fedra” di D’Annunzio al Vittoriale.

CARMEN FALATO
E’ diplomata presso il Conservatorio di S.Cecilia. Compositrice, sassofonista, protagonista di festival internazionali ha suonato con Steve Ferraris (SunRa Orkestra), con il batterista Bob Gullotti, il pianista Bobby Marullo, con i sassofonisti Frank Tiberi e George Garzone con il batterista John Ramsay (Jazz Messengers di Art Blakey).
Ha collaborato con la “Magic Band Reunion” ispirata alla“Folk Magic Band” di Corrado Nofri. Nel 2011 ha realizzato la prima delle sue incisioni a La Habana, con un proprio ensemble comprendente il meglio del jazz cubano, ovvero il percussionista Yaroldy Abreu, il batterista Oliver Valdés, il trombettista Julito Padron, il trombonista Juan Carlos Marin, il pianista David Alfaro ed il bassista Carlos Rios. Ha partecipato, sempre a Cuba, a due incisioni della “Orquesta de Jazz Barrio San Lorenzo”, con José Luis “Changuito” Quintana, Alfredo Thompson, Roberto Garcia e Emir Santa Cruz.

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