OTELLO PROFAZIO & PEPPE VOLTARELLI
Roma, Auditorium Parco della Musica
27 aprile, h. 21
Quasi a volerne raccogliere l’eredità, l’uno ha dedicato all’altro un omaggio con un CD che,
nel 2016, ha vinto la Targa Tenco come miglior interprete. Tutt’altro che rassegnato a passare il
testimone, l’altro ha vinto nello stesso anno il Premio Tenco alla carriera e, a sessantacinque anni
dall’esordio, ha da poco licenziato alla stampa un nuovo disco di brani inediti. L’uno è tra i migliori
crooner di casa nostra, appassionato e tellurico bluesman della Sibaritide, l’altro è una leggenda del
folk italiano, inarrivabile interprete delle tante anime del meridione. In comune hanno una data di
nascita, sia pure ad oltre trent’anni di distanza, una terra d’origine, la Calabria, e un dialetto, oltre
che la straordinaria capacità di reggere la scena da soli, in una continua affabulazione che si
sviluppa per spirali concentriche dove musiche e parole, canti e racconti si annodano con un’amara
ironia attorno alla rappresentazione dolente e stralunata di un meridione eternamente eguale a se
stesso, alle prese oggi con gli stessi problemi di sempre. Uno spettacolo decisamente da non
perdere, dunque, quello di Peppe Voltarelli e Otello Profazio il 27 aprile, alle ore 21,
all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Nel corso dello spettacolo, prodotto da Squilibri in collaborazione con Musica per Roma,
Otello Profazio presenterà in anteprima nazionale il suo nuovo cd di brani inediti, La storia, in
uscita per Squilibri nel mese di maggio, dove ha allestito, al solito, una narrazione originale e
imprevedibile, chiusa in una prospettiva risolutamente impolitica. Il cantore di troppe disillusioni si
pone ancora una volta al confine tra due mondi, tradizione e modernità, per prendere dall’uno
motivi e suggestioni da far rivivere nell’altro, nel personalissimo equilibrio tematico ed espressivo
che da sempre caratterizza la sua rivisitazione dei patrimoni popolari. Al suo ingegno, affinato in
anni e anni di palestra sul campo, si devono in particolare quelle straordinarie doti mimetiche e
ricettive per cui si pone in sintonia con gli umori più profondi delle comunità alle quali si rapporta,
dando corpo anche alle loro istanze più laceranti. Tra autocitazioni e rimandi, ammiccamenti e
interventi in voce, tra un brano e l’altro “la storia”, annunciata nel titolo, si rivela essere in realtà la
sua storia personale, la cui esperienza biografica e artistica sembra scorrere in parallelo alle vicende
narrate nei canti.
Una storia amplificata ed arricchita da Peppe Voltarelli che, dopo una tournée di due anni
in Italia e nel mondo, porta anche a Roma il suo Voltarelli canta Profazio, con l’intento di ricreare
l’atmosfera dei vecchi racconti in musica dei cantastorie, restituita alla visione e all’ascolto secondo
modalità e forme espressive al passo con i tempi. Il tutto esaltato dalla voce potentemente
espressiva, e ricca di una sorprendente pluralità di declinazioni, di un artista a dir poco poliedrico –
scrittore, interprete, compositore e attore-. Le grida di un’indignazione civile, impossibile a placarsi
nel lamento compassionevole e nell’autocommiserazione pietosa, si levano così alte nel dispiegarsi
di un’amara ironia per cantare ancora le ferite sanguinolente della storia, il dramma
dell’emigrazione, la desolazione di periferie abbandonate. Agitando temi di drammatica attualità, si
declina così in musica anche la consapevolezza e l’orgoglio di essere periferia che, in un panorama
di tediosa uniformità, è un diritto da rivendicare e un valore da salvaguardare.
Ineguagliati cantori delle memorie di un mezzogiorno che diventa metafora di una
condizione esistenziale, insieme ci accompagneranno tra le viuzze di un sud adombrato dalle
persistenti nubi del malessere e della precarietà, svelandoci brano dopo brano le ragioni più
profonde del loro incontro, oltre che la loro statura di eccezionali artisti e interpreti.
Biglietto unico 15 euro call center TicketOne: 892101