MUSEI VATICANI, PRESENTATI I RILIEVI E “SISTINA EXPERIENCE”

Una Cappella Sistina itinerante? Si può fare: ecco la replica multimediale in scala reale
Da New York a Pechino, a Rio de Janeiro, l’idea per realizzarla presentata in Vaticano da una équipe umbra
Completato il lavoro di scansione 3D dei Musei Vaticani

Una Cappella Sistina multimediale itinerante. Da smontare e rimontare a New York, Pechino, Mosca o a Rio de Janeiro. La replica in scala reale di uno dei più famosi tesori culturali ed artistici della Città del Vaticano, simbolo dell’arte italiana, può diventare realtà e girare il mondo. È questa la proposta avanzata da una équipe umbra – Archimede Arte srl in sinergia con il Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale dell’Università di Perugia, Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia, Tecla srl di Gubbio – e presentata nella Sala convegni dei Musei Vaticani, alla presenza di una folta schiera di addetti ai lavori. Una innovativa offerta di fruizione delle opere d’arte che è stata dettagliatamente descritta durante la presentazione delle scansioni in 3D del patrimonio dei Musei Vaticani, un minuzioso lavoro di rilievo laser e fotogrammetrico che Archimede Arte, divisione di Archimede srl, ha effettuato su tutte le aree del monumentale complesso museale: il Museo Gregoriano Etrusco, il Museo Chiaramonti, il Braccio Nuovo, il Museo Pio Clementino, le Stanze di Raffaello, la Cappella Nicolina, la Torre dei Borgia, la Pinacoteca, il Cortile della Pigna, la Scala del Bramante e la Cappella Sistina.

Rilievi georeferenziati, iniziati nel 2014, frutto di un progetto commissionato dai Musei Vaticani con l’intento di conoscere e salvaguardare la bellezza millenaria delle opere artistiche facendo uso di tecnologia avanzatissima per la catalogazione e gestione dei beni artistici, in grado di unire più fonti di dati al fine di una maggiore conoscenza e valorizzazione del patrimonio culturale. “Sono così stati catalogati ben 7 chilometri di edifici per circa 170mila metri quadri – ha spiegato soddisfatta Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani – un lavoro intenso che dura da 4 anni, giunto ormai al termine. Siamo entrati ovunque, in ogni sala, in ogni piccolo scantinato del museo per documentarlo e rilevarlo, per avere quindi una dettagliata dell’intero patrimonio di struttura del museo, cosa mai fatta fino ad ora. Un importante lavoro, il cui risultato, in parte, è già visibile sul nostro portale web”. È stato poi spiegato che il progetto prevede, inoltre, che dalla digitalizzazione e dal database di dati, di nuvole e di fotografie, tutto il personale degli uffici dei Musei Vaticani potrà avvalersi di questa piattaforma grafica e georeferenziata.

Tali funzionalità permetteranno la catalogazione di ogni componente di una parete affrescata, la gestione operativa e integrata delle informazioni potendo rappresentare direttamente sull’opera le attività di restauro effettuate, i servizi di pulizia e spolveratura da eseguire, rappresentare la sensoristica sulle pareti affrescate, la disposizione dei custodi in real time presenti nelle sale, il monitoraggio dei visitatori.
“Questo enorme lavoro di conoscenza, tradotto e trasformato in un insieme digitale di informazioni – ha evidenziato Aldo Pascucci, titolare e amministratore di Archimede – è anche il modo di catalogare e di ‘salvaguardare’ nello stato in cui si trova, questo imponente patrimonio artistico. Auspichiamo che ciò sia replicato a tutti i livelli in Italia, nelle singole regioni, comuni, dimore storiche, palazzi, diocesi, monasteri, cattedrali e abbazie per consentire la conoscenza e la salvaguardia di questo immenso patrimonio artistico e culturale che nei secoli ci è stato tramandato. Certamente la digitalizzazione non può preservare fisicamente le opere dalle incurie e dagli naturali, ma può indubbiamente salvaguardare la conoscenza a beneficio delle nuove generazioni”.

A seguire gli interventi di Annibale Luigi Materazzi, direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Perugia, di Mario Rampini, presidente dell’Accademia di Belle Arti di Perugia. Poi i lavori, moderati dalla giornalista Rossella Alimenti del Tgr Lazio, sono proseguiti con le relazioni di Luca della Giovampaola dell’Ufficio Supporto Tecnologico dei Musei Vaticani, che ha spiegato il progetto GIS – Geografic Information System con cui i Musei Vaticani attraverso la rilevazione di tutti gli immobili di loro competenza e la conseguente riproduzione virtuale in 3D vogliono documentare in modo adeguato e attendibile l’intero patrimonio dei Musei e permetterne una migliore catalogazione e gestione; mentre Giuseppe Natalizi di Archimede Arte ha dato risalto all’esperienza di rilievo georeferenziato eseguito con tecniche laser scanner, fotogrammetriche e fotografiche. A presentare poi il concept relativo alla proposta di replica multimediale itinerante della Cappella Sistina sono stati Paolo Belardi, dell’Università di Perugia, Simone Bori, dell’Accademia di Belle Arti di Perugia, e Fabio Ferrario di Tecla srl.

Il concept della replica multimediale itinerante della Cappella Sistina, contrassegnato dallo slogan Sistina Experience, incarna un’idea solo apparentemente insolita, ma in realtà assolutamente in linea con le tendenze espositive contemporanee più avanzate, in quanto, in virtù di una regia di alto profilo dedicata agli aspetti comunicativi e didattici, consentirebbe di vivere in modo multisensoriale e multifunzionale uno dei luoghi artistici più celebri a livello planetario.
Con i suoi 15 metri di larghezza, 42 metri di lunghezza e 33 metri di altezza, all’esterno Sistina Experience si presenta come un volume elementare candido, segnato da una successione ritmica di telai in legno che misurano un volume che presenta le dimensioni reali della Cappella Sistina e che protegge la replica delle opere d’arte interne, previste realizzate con un mix di tecnologie tradizionali e innovative volte a garantire il carattere programmaticamente multimediale. Infatti, a una serie di riproduzioni in stampa diretta ai raggi UV, viene affiancata una serie di videowall per replicare “il ciclo dei Quattrocentisti”, mentre, attraverso tecniche videomapping, la volta è prevista riprodotta con sistema di retroproiezione e la parete del Giudizio Universale è prevista riprodotta con proiezione diretta. Queste tecniche consentiranno ovviamente anche di organizzare dei veri e propri percorsi visivi esperienziali, che potranno ingrandire i dettagli degli affreschi fino a occupare intere pareti per consentire di apprezzare particolari altrimenti impercettibili o potranno far vivere al visitatore l’esperienza percettiva di come appariva la Cappella Sistina con il cielo stellato pittato da Piermatteo d’Amelia precedentemente all’intervento di Michelangelo. Sarà, inoltre, possibile toccare riproduzioni di affreschi realizzati con tecniche innovative che esaltano la componente materica del dipinto.

“La mia équipe di ricerca, che coniuga sinergicamente le competenze scientifiche proprie dell’Università degli Studi e quelle artistiche proprie dell’Accademia di Belle Arti di Perugia, lavora integrando rilievo e progetto ovvero contaminando conoscenza e ideazione – ha affermato Paolo Belardi, responsabile scientifico della proposta Sistina Experience – Da qualche anno a questa parte stiamo concentrando i nostri studi sul tema della replica delle opere e dei luoghi d’arte. Così, quando il nostro percorso si è incrociato con quello di Archimede Arte e siamo venuti a conoscenza del formidabile materiale documentario acquisito nei Musei Vaticani, è stato inevitabile avanzare la proposta di una replica multimediale. Così come è già avvenuto in Francia con Lascaux 4, la replica multimediale delle grotte di Lascaux (che, tra l’altro, sono note in tutto il mondo come “la Sistina della Preistoria”). Ma la vera specificità della nostra Sistina Experience è il carattere itinerante, che rende possibile il montaggio nei luoghi più disparati del globo terrestre: da New York a Mosca, da Rio de Janeiro a Pechino”.

UN MODELLO SOFT-TECH.
Il concept prevede una struttura in legno lamellare concepita da Tecla srl con sistemi d’incastro facilmente montabili e smontabili in modo da essere facilmente trasportabili. Un basamento a cui sono incastrati i telai in legno rende autoportante l’intero volume e consente il passaggio degli impianti tecnici necessari al funzionamento di tutte le tecnologie applicate e dei sistemi di regolazione e controllo del microclima interno. Ciò che ne risulta è un progetto soft-tech fortemente sostenibile, perché fondato sull’impiego di materiali riciclabili e a basso impatto ambientale. 
A specificare le valenze multifunzionali e multisensoriali sintetizzate con lo slogan “Sistina Experience” è stato Simone Bori, che ha descritto le caratteristiche architettoniche del volume esterno e degli spazi interni, delle atmosfere esperienziali legate alla replica degli apparati artistici e illustrerà simulazioni infografiche della replica itinerante allestita in luoghi tra i più iconici del pianeta.

A chiudere i lavori, l’intervento di Claudia Conforti, illustre storica dell’architettura dell’Università di Roma Tor Vergata.

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