“Nozze di Rame… Forse”
Uno spettacolo scritto da Tiziano Lepone e diretto da Enrico Vanzina.
Con
Tiziano Lepone, Barbara Mecucci, Alessandro Coccoli, Cristina Cristilli, Aldo Minghelli, Marco Di Lotti,
Giuseppe Rombolà
TEATRO GOLDEN
Via Taranto 36 – Roma
Torna in un’unica imperdibile serata “Nozze di rame… Forse”, lo spettacolo firmato da Tiziano Lepone e diretto amichevolmente da Enrico Vanzina, messo in scena dagli Incerti del Mestiere, la compagnia di soli avvocati con la passione per il palcoscenico. L’appuntamento è fissato per lunedì 5 febbraio 2018 al Teatro Golden di via Taranto 36, a Roma.
Oggetto della divertente commedia, un matrimonio in bilico dopo dieci anni – alla vigilia delle nozze di rame appunto – per colpa di un prete che prete non era. Un altro sacerdote cercherà di metterci una buona parola, anche se non richiesta. Mentre un avvocato forse troppo zelante, gli immancabili amici e perfino i vicini di casa non lesineranno consigli a volte decisamente fuori luogo. A completare il panorama umano, un eccentrico tecnico dell’ascensore.
Ecco “Nozze di rame… Forse”, una simpatica commedia degli equivoci nella quale recita dunque una compagnia d’eccezione: gli “Incerti del mestiere” appunto, solo avvocati con la passione del teatro, che quindi di cavilli e diritto matrimoniale certo se ne intendono. A dirigere la squadra, la mano sapiente di Enrico Vanzina; a firmare la piéce Tiziano Lepone, autore dei testi oltre che attore protagonista nei panni di Gino, marito tifosissimo della Roma, a quanto pare non troppo deluso nello scoprire che il suo matrimonio con Adele – la brillante Barbara Mecucci – rischia di non avere più alcun valore. In scena anche Aldo Minghelli, consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Roma nei panni del simpatico padre Ampelio; Marco Di Lotti, avvocato nella vita e nella parte, Alessandro Coccoli e Cristina Cristilli, i vicini di casa; infine Giuseppe Rombolà, l’ascensorista.
Sinossi
Cosa accadrebbe se alla vigilia dell’anniversario del decimo anno di matrimonio, due coniugi venissero a scoprire che il prete che ha celebrato il loro matrimonio, in realtà non era un prete? È quanto accade a Gino e Adele, i quali, alla vigilia della cena organizzata per festeggiare le nozze di rame (10 anni di matrimonio), vengono sopraffatti da una notizia sconvolgente: si sono “bevuti” Don Alfio, sacerdote che alcuni anni prima aveva sposato la coppia. Dopo un primo momento nel quale i due coniugi rimangono sbigottiti, inizia una diversa conflittuale interpretazione della nuova realtà: per il marito nasce la convinzione di essere tornato celibe, libero e quindi semplice convivente, per la moglie, invece, il matrimonio resta valido e la realtà non cambia. Il tutto viene condito dai preziosi consigli di una coppia di amici che abita al piano di sopra, di un prete “casualmente” in visita per la benedizione della casa, di un avvocato impiccione che abita al primo piano e di un eccentrico operaio intervenuto a riparare l’ascensore. Sullo sfondo il nuovo acquisto della Roma, Bucio, attaccante del Botswana, e la lotta dei mariti per la riconferma del proprio abbonamento allo stadio.