“Lessons from the Past, Challenges for the Future”: l’Hall of Fame della scienza

IL MURALES DI VIA FOLCHI
Francesco Prosperetti, Tiziana Coccoluto, Marta Branca
alla presenza degli artisti
Andrea Marrapodi (Kiv), Gregorio Pampinella, Daniele Tozzi.

Galleria Nazionale
Venerdi 2 febbraio 2018 h.12:00
Viale delle Belle Arti 131

Si presenta venerdì 2 febbraio alle ore 12, ospiti della Galleria Nazionale, la realizzazione del grande lavoro di street art presso Via Folchi, e saranno il Soprintendente Speciale Archeologia, Belle Arti e paesaggio di Roma Francesco Prosperetti, il Capo di Gabinetto del Mibact Tiziana Coccoluto, il direttore Generale dell’Ospedale L. Spallanzani Marta Branca, il curatore Matteo Colavolpe alla presenza dei tre artisti a parlarci di questa imponente opera. 

L’Ospedale Spallanzani compie 80 anni. Un ospedale che rappresenta una delle eccellenze della nostra ricerca ha raggiunto un traguardo considerevole e dimostra tutta la sua capacità di adattarsi al mondo scientifico attuale, alle esigenze di una società che sempre di più ha la necessità di essere “curata” e “protetta”.
Ed è stata questa linea guida – la possibilità di inserirsi nell’attualità e nella vivacità di Roma – che ha permesso all’arte di entrare a pieno titolo nella città per far conoscere l’eccellenza dello Spallanzani e la sua storia. 

Nasce dalla dirigenza dell’Inmi l’idea di un murales che offra a chi entra una visione moderna, gioiosa e  piena di “futuro” e nello stesso tempo storicizzata delle malattie infettive facendo conoscere le scoperte che in questo campo sono state fatte dai padri fondatori della microbiologia. I volti di 13 scienziati e ricercatori e un messaggio “Lessons from the Past, Challenges for the Future”, per celebrare i grandi uomini che hanno scritto la storia della ricerca sulle malattie infettive e lanciare un messaggio di speranza verso il futuro. Andrea Marrapodi in arte Kiv per i fondi, Gregorio Pampinella per i volti e Daniele Tozzi per la parte calligrafica, hanno voluto creare una vera e propria Hall of Fame della scienza lungo i 270 metri del muro di cinta dell’Ospedale Spallanzani su via Folchi.

Un murales di 810 m² in cui i 3 artisti hanno messo assieme le loro forze e le diverse tecniche che li contraddistinguono (dall’uso di tinte allo spray, dall’illustrazione alla calligrafia) per creare una grande opera collettiva che ne celebra un’altra: la ricerca. Con l’Hall of Fame della scienza, nell’ottantesimo anniversario della fondazione dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive L. Spallanzani nonché in occasione della Giornata mondiale contro l’AIDS, Maddalena Santeroni e Graffiti Zero – chiamati dalla direzione dell’Istituto Lazzaro Spallanzani – hanno organizzato il lavoro che lo stesso Istituto aveva immaginato e fortemente voluto, per regalare alla città un importante murales dove i protagonisti della storia della ricerca diventano gli eroi e i protagonisti di una imponente opera pop. Generazioni a confronto quindi su un murales che
vuole dialogare con quello che spaventa (la malattia) e quello che rassicura (la ricerca). 
Domani è sempre un altro giorno; uomini che hanno lasciato un segno indelebile per il futuro e che vengono ora celebrati con l’arte più moderna e attuale di questo momento. Un lavoro che in questo modo vuole avvicinare alle nuove generazioni questi grandi personaggi del passato, per creare un ponte con esse e lanciare un forte messaggio di speranza con cui affrontare le sfide del futuro.

Patrocini
Ci hanno accordato il loro patrocinio la Comunità Europea, il Mibact, la Regione Lazio e il XII Municipio.

La scelta degli artisti
Abbiamo visionato vari curricula e la scelta è ricaduta su tre artisti di levatura internazionale e di indubbia
capacità. Nella presentazione allegata la storia dei tre giovani Urban artists.

L’obiettivo finale
Il desiderio della direzione e dello Spallanzani tutto è che l’ospedale possa uscire da una visione comune
di solo luogo di sofferenza e cura, per acquisire anche una nuova vita legata alla crescita culturale, all’arte
e alla “rinascita”. Siamo convinti che l’arte ha anche questa funzione di risanamento e nel nostro intervento
speriamo di dare conoscenza, interesse e “guarigione”.

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